Bob Ferguson, rivoluzionario in pensione, ha esploso tutti i suoi colpi nella giovinezza, sognando un mondo migliore al confine tra Messico e USA. Appeso al chiodo l'artiglieria e il nome di battaglia, Ghetto Pat, fa il padre a tempo pieno di Willa, adolescente esperta di arti marziali. Tra una canna e un rimorso prova a proteggerla dal suo passato che puntualmente bussa alla porta e chiede il conto. Dall'ombra riemerge un vecchio nemico, il colonnello Lockjaw, che più di ogni altra cosa vuole integrare un movimento suprematista devoto a San Nicola. Ma Bob e Willa sono un ostacolo alla sua ambizione. Lockjaw rapisce Willa e Bob riprende il fucile.
Quasi tutti quelli che sento dicono che Paul Thomas Anderson è il miglior regista in circolazione. Posso dire che è un regista che non ha mai sbagliato un film questo sì ma dal canto mio non è il mio regista preferito. I suoi film sono tutti straordinari ma nessuno mi è mai davvero entrato dentro.
Questione del tutto personale. Questa sua ultima opera ci è andata come per molte altre davvero vicino ma alla fine qualcosa è uscito dalla strada prendendo una deviazione che non è arrivata alla meta. Un'opera oserei dire colossale e ambiziosa, che sposta luoghi, ragionamenti, politica perchè è un finto film politico, anarchico, sperimentale, ambizioso ma anche auto ironico e infine una mazzata ai poteri forti se così possiamo chiamarli raffigurati come un piccolo manipolo di uomini bianchi ormai sul viale del tramonto che non sanno più bene nemmeno cosa dirsi.
Questa battaglia dopo l'altra è un film assurdo che narra le gesta di personaggi assurdi che fanno cose per dare un senso a qualcosa che proprio per loro un senso non l'ha mai avuto. L'ideale politico qui viene mistificato e beffeggiato con la scena della chiamata e del nome in codice che è la chiave di volta del film come a dire che ancora c'è gente che insegue un costrutto di idee o un sistema simbolico organizzatore di senso quando non esiste più o forse non è mai esistito.
A questo punto l'unico sano di mente sembra essere Benicio Del Toro e la sua filosofia del sensei Sergio.
