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sabato 8 giugno 2019

American Beauty


Titolo: American Beauty
Regia: Sam Mendes
Anno: 1999
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

La trama si concentra intorno alla vita della famiglia Burnham, composta da Lester, sua moglie Carolyn e la figlia adolescente Jane. Una tipica famiglia disfunzionale i cui membri vivono sotto lo stesso tetto ma sono ogni giorno più lontani gli uni dagli altri, incapaci di comunicarsi a vicenda i rispettivi timori e desideri, e incapaci di aiutarsi a vicenda.

Quando vidi questo film per la prima volta al cinema avevo da poco superato la maggior età.
Fossi stato un padre di famiglia, credo che mi avrebbe "scioccato" molto di più portandomi a farmi un sacco di domande o fare ipotesi su come mi sarei comportato nei panni di Lester. Fece molto discutere, l'idea era interessante, portava a galla molti problemi della quotidianità mostrando una tipica famigliola medio borghese e tutte le difficoltà e i problemi visti in particolare dal punto di vista della figlia che entra al college.
In situazioni come queste i temi sono tantissimi è un autore che soprattutto nella suo primo cinema era molto interessato alle psicologie dei suoi protagonisti ha un'occasione rara e che di certo deve provare a sfruttare al meglio.
Il film rimane la sua opera migliore dove come in una commedia teatrale mette nella bocca di Lester che racconta il suo ultimo anno di vita, un lento monologo che espone esorcizzandoli tutti i mali americani che minavano questi solidi nuclei familiari a partire dal disagio e per finire al vuoto della società americana contemporanea. Solitudini.
Quelle degli adulti fragili e quelle dei figli adulti,in un vortice dove nessuno è in grado di chiedere aiuto e allora osservare, spiare di nascosto, diventano strumenti da prendere in mano per cercare di trovare qualche risposta o soluzioni ai problemi che ci affliggono.
Ironico e mai trasgressivo, il film di Mendes ancora oggi si lascia guardare che è un piacere, notando ancora diversi elementi, dettagli, dialoghi maturi e che a ben vedere soprattutto sulla contiguità di solitudini e l'uso della tecnologia (in particolare gli smartphone) rimane ancora incredibilmente attuale.