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domenica 9 marzo 2014

Sospetto

Titolo: Sospetto
Regia: Thomas Vinterberg
Anno: 2012
Paese: Danimarca
Giudizio: 4/5

Lucas è un maestro d’asilo in un piccolo paese della Danimarca. Quando la bambina del suo miglior amico racconta una bugia, Lucas diventa la vittima di una caccia alle streghe.

Vinterberg è un regista davvero in gamba. La sua bravura è riassumibile nell'estro della scrittura, nel non cadere nel facile stereotipo, e di cercare di comunicare la sofferenza e le difficoltà di una comunità, in questo caso quella di una piccola città danese.
Il "Sospetto" è un film con una trama tutt'altro che semplice. Un tema scottante che andava sondato con uno sguardo attento e capace, come quello del regista e dell'ottimo attore, a cui affida completamente la catarsi.
Quando un'opera è in grado di generare un malessere incredibile e continuo, un vero mix di rabbia speranza, incredulità e tristezza per tutta la sua durata, allora siamo a cavallo.
Il sesto lavoro dell'allievo di Trier è davvero molto lucido e scomodo, trattando un tema e portandolo agli eccessi, sapendo però contenere l'esasperazione, senza mai renderla gratuita o non allineata con gli intenti del film.
In realtà il vero titolo del film è Jagten, "La Caccia", molto più funzionale anche perchè dopo una primo atto, divide subito la comunità e mostra le reali connotazioni di alcuni volti noti della comunità in cui Lucas vive e insegna.
Ancora una volta temi come quelli della normalità, dell'apparenza e il sospetto che spesso per invidia o per paranoie, sembra albergare dentro ognuno di noi, pronto ad attaccare appena colpito un membro, tornano attuali e lo saranno sempre.
Jagten infine suggerisce, neanche troppo velatamente, che non solo i bambini a volte posono arrivare a mentire ma che spesso e volentieri il danno a cui contribuiscono gli adulti può essere davvero letale come avviene per la madre e il padre di Klara, la direttrice e infine lo psicologo.
Ma le energie liberate dalle varie campagne, sparse un pò ovunque nel mondo, contro il "mostro", e addirittura la difesa a prescindere degli innocenti, non sono altro che il risultato delle ferree regole non scritte della vita all'interno di una piccola comunità, in cui per assicurare la sussistenza del gruppo è necessario eliminare o scacciare eventuali elementi di disturbo, anche se questi sono gli amici più amati o i colleghi più stimati.
Girard e il suo Capro Espiatorio ritornano più che mai in questo film dal finale duro e scomodo, incisivo e indimenticabile come solo pochi film sanno esserlo fino in fondo.