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lunedì 11 marzo 2019

Bao



Titolo: Bao
Regia: Domee Shii
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Come ogni mattina una donna si alza dal letto e subito prepara il pranzo che il marito porterà a lavoro: deliziosi “sream bun” (quelli che chiamiamo ravioli al vapore) di cui è maestra indiscussa. Dopo che l’uomo è uscito, nel silenzio della casa vuota, la donna si appresta ad assaggiare la sua arte quando il bocconcino che sta per ingoiare improvvisamente prende vita, com un neonato. Spinta dal suo istinto materno, la donna inizia ad accudire il piccolo e vederlo crescere giorno dopo giorno.

Forse qualcuno avvezzo al cinema di genere, si ricorderà certo il mediometraggio girato da Chan per i THREE OF HORRORS come mediometraggio e poi il lungometraggio, l'inquietante Dumplings.
L'idea era che i ravioli cinesi fossero in realtà dei feti e mangiarli aiutava le persone a vivere più a lungo. Qui in comune c'è solo il raviolo. La Pixar allarga come la Disney il suo controllo e chiama questa interessante regista cinese a tessere la sua appassionante storia di pochi minuti.
Tutto il corto è un'appassionante allegoria sul rapporto tra una madre e un piccolo raviolo come a sostituire il figlio ormai grande partito per gli studi.
Il piccolo che cresce, la sua voglia d'indipendenza, i legami che crea con la famiglia (in particolare con la madre) e alla fine il ricongiungimento sono i temi su cui si sviluppa il cortometraggio.
Un'opera che ancora di più segna il bisogno della Pixar di sdoganare e uscire fuori dai confini per regalare storie nuove e riuscire così ad appassionare un nuovo pubblico.
La Shii coniuga quella da lei vissuta come la Empty-nest syndrome per tutta la durata del corto; il rapporto tra la madre del corto e il piccolo raviolo va a sostituire quello che la donna aveva con il figlio che ha ormai lasciato la casa per iniziare una propria vita. Un fenomeno che soprattutto in Cina è molto sentito.