Regia: Jason Buxton
Anno: 2012
Paese: Canada
Giudizio: 4/5
Sean Randall, adolescente problematico,
stringe una anomala amicizia con Deanna, una giovane ragazza già
fidanzata. Dopo un violento scontro con il ragazzo di Deanna, Sean fa
intendere con il suo atteggiamento minaccioso on line di voler fare
una strage sul modello di quanto successo alla Columbine.
L'intervento della polizia in casa sua rivela la presenza di un
arsenale di armi - tutte appartenenti al padre di Sean, accanito
cacciatore - e una lista nera contenente una ventina di nomi di
persone, tutti in qualche modo legate a Sean. Mentre le autorità e i
media proclamano di aver sventato in tempo un massacro senza senso,
Sean si ritrova ad affrontare una terribile prigionia in un centro di
detenzione giovanile e a dover tentare di dimostrare la propria
innocenza.
Blackbird è un atipico film sul
sociale, sulla paura della devianza, sull'omologazione, la redenzione
e le vessazioni costanti dentro e fuori la società.
Un film inoltre sul potere dei media e
sulla suggestione.
Il quarto film di Buxton è solido
nella sua descrizione di un microcosmo in cui vive il giovane Sean
con diversi problemi alle spalle giocando su una buona psicologia del
protagonista (i dialoghi non sono quasi mai forzati o ridondanti) e
sfruttando un cast poco conosciuto ma molto funzionale.
Il rischio di una seconda Columbine e
la psicosi di gruppo degli adulti in un paesino impeccabile,
ingigantito dalla debolezza dei tribunali, sembrano far emergere una
critica nei confronti delle istituzioni che rovinano le certezze e il
futuro di alcuni giovani, non riuscendo a trovare altre formule se
non quelle della pena detentiva nonchè una sopravvivenza forzata.
Blackbird ha il merito in quasi due ore
di spaziare dal contesto familiare e scolastico, a quello carcerario
e del tribunale ed infine di tornare al paesino freddo di Sean che
non ha creduto per un solo minuto della sua innocenza.