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martedì 20 dicembre 2022

Pleasure


Titolo: Pleasure
Regia: Ninja Thyberg
Anno: 2021
Paese: Svezia
Giudizio: 5/5

Quando la 19enne svedese Linnéa arriva a Los Angeles è convinta di avere le idee chiare: diventerà una star del cinema porno, con il nome d'arte Bella Cherry, e avrà fama e ricchezza. Ma la carriera che le si para davanti non è quella che si era immaginata: non basta essere bella, pragmatica e disinibita, bisogna anche pagare il prezzo ad un'industria dominata e gestita da uomini che non solo impongono il loro sguardo alle "attrici", ma riservano anche un trattamento comprensivo di umiliazioni e violenze che a poco a poco smettono di essere giustificatbili come "recitazione", o peggio ancora come "arte". Dunque a Linnéa toccherà decidere del proprio futuro alla luce delle nuove conoscenze apprese sul campo, e con dolore.
 
Corpi, corpi e ancora corpi. L'esordio di Thyberg senza usare mezzi termini è un capolavoro.
"Il film" sul mondo della pornografia contando che una tematica simile non è quasi mai stata affrontata nel cinema se non attraverso i documentari di AFTER PORN ENDS o brevi intromissioni come il film su John Holmes o la commedia di Paul Thomas Anderson.
Qui c'è quella che inizialmente vorrebbe essere per Linnèa una salita ma diventa giorno dopo giorno una discesa disperata all'inferno dell'industria pornografica vista come una realtà fredda e anonima. Il film testimonia come il voler diventare una ragazza "Spiegler" richieda lo smembramento emozionale di se stessi dalla rinuncia all'identità di genere, riflettendo un sociale privo di illusioni, alla sottomissione ad una gerarchia maschile e quanto è più che mai può diventare sofferto l'accesso alla fama, dove bisogna aumentare il volume dei follower acconsentendo alla mercificazione del proprio corpo abbandonandosi a scene degradanti pur di essere presi in considerazione.
Un film anticonformista che non lesina su nulla senza diventare mai gratuito o cercando di essere stucchevole ma rimanendo un'indagine intelligentemente originale e innovativa.
Alla fine nell'epilogo finale (una scena importantissima dentro la limousine) arrivata al culmine Linnèa fa la scoperta forse più semplice è scontata della sua carriera per cui sa benissimo che non avrà mai nessun potere, nemmeno su se stessa, diventando niente più che un corpo da sacrificare all'industria e allora prende la sua decisione