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martedì 6 giugno 2023

Grazie ragazzi


Titolo: Grazie ragazzi
Regia: Riccardo Milani
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Antonio Cerami è un attore di teatro che da tre anni non calca il palcoscenico, vive da solo in un appartamento a Ciampino dove sente il passaggio di ogni aereo e doppia film porno per arrivare a fine mese. Il suo amico Michele, che ha un lavoro stabile presso un piccolo teatro romano, gli trova un incarico insolito: sei giorni di lezioni di recitazione presso un carcere di Velletri allo scopo di far mettere in scena ai detenuti una serie di favole. È un progetto finanziato dal Ministero cui la direttrice del carcere, Laura, ha acconsentito senza troppo entusiasmo, ma ad entusiasmarsi sarà Antonio, che deciderà di mettere in scena presso il teatro di Michele un progetto più grande: "Aspettando Godot" di Samuel Beckett, perché i detenuti "sanno cosa vuol dire aspettare: non fanno altro". Così Mignolo dalla moglie focosa, Aziz nato a Tripoli e arrivato in Italia col gommone, Damiano il balbuziente, Diego il boss e Radu l'addetto alle pulizie rumeno lavoreranno per interpretare un testo complesso e impegnativo, con risultati tutti da scoprire.
 
E' sempre bello quando il cinema entra dentro un carcere. Quando una commedia o un dramma entrano dentro il carcere. Ancora più bello quando chiama in causa i veri protagonisti e non attori professionisti. In questo caso non abbiamo nessuno dei due elementi soprattutto il primo dove di fatto vediamo solo le prove teatrali ma mai la vita dentro il carcere. Grazie Ragazzi è un'operazione simpatica, un dramma sociale che vive tanto grazie ad Albanese e il suo mettersi in gioco e di altri attori decisamente in buona forma.
“I detenuti sanno cosa vuol dire aspettare, non fanno altro”.
Con caratterizzazioni molto diverse e disparate, l'opera di Beckett come hanno già fatto in diverse parti del mondo, assurge il concetto di assurdità intesa (l'attesa) nell'assurdità attesa (il carcere) restituendo l'idea del teatro come opportunità di pacificazione ma senza mai analizzare troppo il dramma quanto più un'idea accomodante e edulcorata.