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lunedì 15 gennaio 2024

Adagio


Titolo: Adagio
Regia: Stefano Sollima
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 5/5

Dopo la morte della mamma, il sedicenne Manuel vive con un padre anziano dal passato criminale, che lo vedeva celebre con il nome di Daytona, ma che ora sembra non starci più con la testa. A sua insaputa, il ragazzo viene ricattato da un gruppo di carabinieri corrotti per una storia di festini dalle ramificazioni politiche ben più grandi di lui. Nel tentativo di divincolarsi dal ricatto, Manuel si rivolge a un ex-compare del padre, Polniuman, che promette di fare da intermediario con il carabiniere Vasco, il quale però non può permettersi di perdere i soldi che gli erano stati promessi.
 
Adagio aderisce alla nostra garanzia di cinema d'azione che non ha nulla da invidiare all'estero. Non ha bisogno di presentazioni Sollima e con questo firma la sua opera più importante e matura. Chiude il trittico dopo ACAB e SUBURRA trasformando una vicenda dal sapore popolare in un noir polar pazzesco senza vie d'uscita dove la speranza è l'ultima a morire ma allo stesso tempo non c'è pietà per nessuno e dove ognuno rincorre il proprio destino inesorabile. Ed è proprio quello che il fato sembra far cadere sulla testa di tre poveracci con un passato davvero tosto alle spalle. Dall'altra un trio di poliziotti che sembrano usciti dalle peggiori pagine della digos, cani arrabbiati con la bava alla bocca che non sembrano avere limiti ma dove allo stesso tempo la storia ne tratteggia l'umanità e le scelte a cui non possono sottrarsi.
Un film scomodo, drammatico, lucido, ambiguo, corrotto, selvaggio, dove le prove attoriali semplicemente si superano e dove Adriano Giannini dimostra un talento enorme in un personaggio così crudele quanto pieno di disperazione e amore per i propri figli.
I tre della magliana sono a conti fatti dei fantasmi di loro stessi, delle maschere memorabili di rimpianto e decadimento fisico che infestano i loro stessi appartamenti attendendo l'ennesimo trapasso. Un film necessario, un interessante mix di generi per il film italiano tra i migliori dell'anno e dell'ultimo decennio.

Tutti i cani muoiono soli


Titolo: Tutti i cani muoiono soli
Regia: Paolo Pisanu
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Sardegna oggi. Rudy è un malavitoso del tutto privo di scrupoli. La sua unica regola di vita è la sopraffazione che esercita sia con l'intimidazione raccogliendo il pizzo dai ristoratori, sia con la violenza fisica. Un giorno si trova a doversi occupare, dopo un lungo ed indifferente distacco, della figlia che è affetta da una malattia neuro degenerativa. Il rapporto tra i due è di freddezza e disprezzo anche se Rudy sembra volersi occupare della sistemazione della ragazza in una struttura adeguata.
 
I crime movie o film sui malavitosi sono un arteria del nostro cinema. Film di genere di solito ampiamente visitati e rivisitati. Ora l'esordio di Pisanu merita sicuramente una menzione speciale nel cinema neo realista isolano. Poche scene d'azione ma cariche di odio e spietatezza. Un uomo ormai logorato dal tempo e dal suo passato che si accanisce nel presente senza fare nessuno sconto passando le giornate a suon di sopraffazione e minacce per poi vedersela con i suoi pari al baretto la sera. Un rapporto schivo con una figlia dove una scena in particolare quello in cui la lascia cadere a terra senza provare pietà racchiude tutto lo spirito di Rudy.
Un uomo costretto sempre a guardarsi le spalle, non fidandosi mai nemmeno degli amici e facendo una vita di sacrifici dove tira a campare senza soldi e con uno sguardo sempre granitico per non mostrare i propri sentimenti.

domenica 26 novembre 2023

Come pecore in mezzo ai lupi


Titolo: Come pecore in mezzo ai lupi
Regia: Lyda Patitucci
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Vera è una fixer, procura cose. Sta al soldo di una banda di serbi: Dragan, il capo indiscusso, fervente cattolico dalla morale e dalla lettura della Bibbia distorte; Goran, il tuttofare; Milorad, che una volta è stato sepolto vivo. E poi ci sono Gaetano e Bruno, che si sono conosciuti a San Vittore, due criminali di piccola taglia quasi più per necessità che per convinzione. I serbi girano per la città amministrando con il terrore i loro affari, gli italiani si affaccendano con piccole rapine. Poi un giorno Gaetano ha una dritta su un furgone portavalori con un carico da tre milioni euro, e va da Dragan a proporgli l'affare. Ma non tutto è come sembra, perché all'incontro tra i due gruppi Vera riconosce Bruno e Bruno riconosce Vera: sono fratello e sorella, e mentre lui è soltanto un criminale che cerca disperatamente di rimettersi in riga per sé e per la figlia Marta, Vera è una poliziotta infiltrata...
 
Un gioiello e una delle vere sorprese del cinema italiano di quest'anno. Un film di criminalità dell'est secco e potente, un drama, un poliziesco e un noir. Un film che riesce ad abitare ogni genere e trovare il giusto equilibrio tra tensione, atmosfera e azione senza mai perdere il focus sulla vicenda o diventando un acrobatico circo di stereotipi già visti. La vicenda è tesa e l'interpretazione della Ragonese è puro gelo contando come Vera abbia messo a repentaglio la sua vita e di quali elementi deve decidere di difendere a costo della copertura o di dissotterrare gli spiriti di una famiglia che ha scelto di abbandonare dopo alcuni flash back e alcuni episodi davvero esemplari nel denunciare un altro tipo di dramma. L'opera della Patitucci non può concedersi sensazionalismi, qualche risata o momento che possa farci respirare, rimanendo attaccata al suo dramma come in una spirale di ferocia e violenza da cui non possiamo allontanarci e quando lo facciamo dobbiamo guardarci molto bene le spalle.

lunedì 10 luglio 2023

Ultima notte di Amore


Titolo: Ultima notte di Amore
Regia: Andrea di Stefano
Anno: 2023
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Franco Amore è un poliziotto all'ultimo giorno di lavoro dopo trent'anni di integerrimo servizio nelle forze dell'ordine. Ha già anche a lungo meditato il discorso d'addio in cui ricorda di non avere mai sparato a nessuno anche se gli incarichi pericolosi non gli sono mancati. La sua nuova moglie, la figlia che studia all'estero e gli amici hanno organizzato una festa a sorpresa per lui quando, all'improvviso, viene richiamato in servizio perché è accaduto un fatto grave.
 
Un grande thriller all'italiana, un polar nostrano, consapevole dei suoi mezzi, dell'enorme lavoro di scrittura e di una scelta peculiare e soddisfacente dei protagonisti. Di Stefano dopo tutto il suo pellegrinaggio in America con thriller biografici e crime-movie, porta a casa la sua opera migliore. Un film a differenza degli altri ancora più realistico e con sfumature che assorbono bene un'analisi socio politica, il tessuto cinese a Milano ormai diffuso ovunque con faide interne per il controllo del potere, corruzione e poi lui, Franco, che per mettersi in tasca qualche soldo pochi giorni prima della pensione come in una tragedia greca sembra già annusare il dramma che si verrà a dipanare.
E' una narrazione intensa, un'atmosfera e un ritmo che tengono il fiato sospeso, ci sono accordi e amicizie tossiche, rapporti familiari calabresi intrisi nel sangue ma c'è anche tanto amore e fragilità per un protagonista che vedrà assieme alla moglie in pochissimo tempo un viaggio all'inferno terrificante perchè diversamente dal solito così tanto reale ed è proprio qui che senza fare uso eccessivo se non estremamente parsimonioso dell'azione che di Stefano riesce a creare quel clima di disillusione, di stallo e di senso di sconfitta che lo relegano a tutti gli effetti ad un polar e un noir italico solido e maturo come non mai.

mercoledì 7 giugno 2023

Copenaghen Cowboy-Season 1


Titolo: Copenaghen Cowboy-Season 1
Regia: Nicolas Winding Refn
Anno: 2022
Paese: Danimarca
Episodi: 6
Stagione: 1
Giudizio: 4/5

Dopo una vita trascorsa a servire gli altri, Miu, un'enigmatica ragazza, si imbatte nel cupo paesaggio della malavita criminale di Copenaghen. In cerca di giustizia e vendetta, intraprende un'odissea attraverso il naturale e il soprannaturale.
 
Refn confonde sempre. Il suo cinema silenzioso è letale come il taglio di una lama e incisivo come una pugnalata profonda e ipnotico come un sedativo allucinogeno. Luci e neon, un uso esagerato dei colori, una fotografia sontuosa, personaggi e movimenti minimali. Mafia albanese, torture, vendetta, amore, sotterranei terribili, prostitute, spacciatori, killer ed eroine.
La serie sviluppa un’attrazione simile alla trance che sa agire in modo impressionante su corpo, luce e suono, con i dialoghi come sempre ai minimi storici per dare solo qualche informazione che non riesce a veicolare con le immagini.
Tutto sembra quasi una sorta di sinfonia sempre con la morte dietro l'angolo e una forte ambiguità dove non sembra mai esserci una salvezza vera e propria ma solo una necessità salvifica di scappare dalla realtà. Ogni episodio della serie sembra poi svilupparsi in diversi stadi e stati di coscienza dove lo score di Cliff Martinez è godurioso come non mai, libero di serpeggiare tra sintetizzatori e note mortuarie.

sabato 13 maggio 2023

Ti mangio il cuore


Titolo: Ti mangio il cuore
Regia: Pippo Mezzapesa
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 4/5

Promontorio del Gargano. I Malatesta e i Camporeale sono in guerra da sempre, e Michele Malatesta ha vendicato l'eccidio di tutta la sua famiglia avvenuto nel 1960. Più di quarant'anni dopo, le due famiglie sembrano aver instaurato una tregua, favorita da una terza famiglia, i Montanari. Ma Andrea Malatesta, il figlio prediletto di Michele, perde la testa per Marilena, la bellissima moglie di Santo Camporeale, ed è di nuovo guerra senza esclusone di colpi, destinata a protrarsi nel tempo e a travolgere persone e cose. Nessuno saprà più di chi potersi fidare, così come nessuno potrà evitare di entrare in qualche misura nella spirale della violenza.
 
Quando ci sono tre famiglie a spartirsi il potere di cui due che si odiano fortemente, la terza come una volpe non ci impiega molto a fare la sua mossa astuta..
Un b/n sempre interessante, il Gargano fotografato in maniera eccelsa, interpretazioni forti e di carattere unite ad un cast dove basta da solo Tommaso Ragno a dare tono e veridicità al film.
Come sempre un dramma a sfondo malavitoso, dove c'è una sorta di tragedia shakesperiana, Romeo & Giulietta che si amano nelle due famiglie che più si odiano e quest'onta verrà placata solo con il sangue. Marilena poi, una bellissima Elodie, è un personaggio che deriva dal vissuto reale di Rosa Di Fiore, prima pentita della mafia garganica raccontata nel romanzo-inchiesta omonimo di Giuliano Foschini e Carlo Bonini, da cui il film è liberamente tratto, con segmenti differenti di storie ed episodi del libro che nell’opera di Mezzapesa convergono nel racconto della guerra tra i Camporeale e i Malatesta. Come in alcuni film recenti sempre italici il bisogno sembra finalmente quello di ritrarre eroine ribelli, intenzionate a sfuggire o quanto meno a combattere la spirale di vendette e giochi al massacro messa in atto da una gerarchia criminale squisitamente testosteronica. Mezzapesca lo fa con uno stile innovativo dai colori, ai costumi alla scelta di creare quasi un far west di paese creando un anti commedia per un dramma corale.
E poi Andrea Malatesta e la sua discesa all'inferno quando arriva ormai completamente impazzito a credere di essere stato tradito da tutti e non fidandosi più di nessuno diventando una bestia sanguinaria accecata dall'odio e dalla vendetta.

martedì 18 aprile 2023

Bad Guy-Season 1


Titolo: Bad Guy-Season 1
Regia: Giancarlo Fontana
Anno: 2022
Paese: Italia
Stagione: 1
Episodi: 6
Giudizio: 4/5

Un magistrato siciliano che lotta contro la mafia viene accusato ingiustamente di essere colluso con il boss Mariano Suro che ha sempre cercato di catturare e, dopo un rocambolesco salvataggio, torna per mettere in atto uno spietato piano di vendetta
 
Finalmente un prodotto fresco e originale, una mini serie con gusto, garbo, ritmo, black comedy, toni grotteschi e tanta ironia. Un ibrido di tante cose con una sua chiarezza d'intenti e una narrazione mai banale e prevedibile ma con tanti e curiosi colpi di scena. Ormai potrebbe sembrare che il tema del crime movie in particolare della mafia, il "mob drama" da noi sia diventata ormai materia ripetuta all'inverosimile con gli stessi stereotipi e clichè.
Bad Guy grazie ad un buon lavoro di scrittura e un protagonista in stato di grazia, aiutato da una galleria di attori in forma, riesce grazie ad un parco acquatico di notevole levatura , dove si muove parte della narrazione, a scardinare alcuni luoghi comuni prendendosi sul serio, devastando famiglie malavitose e impattando su personaggi che sono ancora ad oggi gli obbiettivi di una certa politica (il crollo del ponte di Messina).
Lo scambio di personalità, la passione per le mine, il desiderio di vendetta, le alleanze, la guerra tra famiglie finali, un racconto finalmente liberato dai generi e dalle convenzioni, stravagante e ad oggi l'unica vera sorpresa della serialità nostrana su tematiche criminali e mafiose.

Tulsa King- Season 1


Titolo: Tulsa King- Season 1
Regia: AA,VV
Anno: 2022
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 9
Giudizio: 3/5

Dwight “The General” Manfredi è un mafioso di New York che, dopo 25 anni di reclusione, esce di prigione, ma viene esiliato dal suo boss. Inizia a gestire un negozio a Tulsa, la seconda città più grande dell’Oklahoma. Manfredi crea la sua banda.
 
E' vero non stiamo parlando di un capolavoro o di una serie che rimarrà nella storia ma Tulsa ha due pregi: scorre divinamente ed è scritta bene oltre che interpretata.
Un crime drama, una mafia movie, che cerca di uscire dalle convenzioni solite unendo dramma, ironia, azione, sotto trame ben articolate e la storia di un mafioso old school dalla battuta sempre pronta e in grado di non farsi mai cogliere impreparato catapultato in una realtà a lui avulsa che lo vede come un pesce fuor d'acqua.
Da qui il lavoro di un team che fa la differenza e parliamo di Taylor Sheridan e Terence Winter, sceneggiatore e showrunner che sanno sviluppare la narrazione bilanciandola sempre e passando da un estremo all'altro con assoluta leggerezza. Da notare come in tutta la serie ci siano pochissimi morti e il sangue quasi non si vede, mentre invece vedrete molta più gente fumare erba legalizzata, entrare nei conti correnti di famiglie criminali e svuotarli e infine con l'arrivo di Dwight l’insinuarsi della corruzione in una cittadina apparentemente onesta. Grazie ad una crew di loser dall'eccentrico autista afroamericano Tyson, al ruvido barista Garret Hedlund, dallo strafumato venditore di marijuana Bodhi e alla tormentata poliziotta Stacy, la quale sviluppa un debole per i gangster, nonchè un barista ex veterano di guerra con cui entrerà in affari, la storia mette insieme diversi elementi spalmandoli in nove episodi che viaggiano con un ritmo notevole espandendo il racconto e i confini anche nei territori della sua famiglia criminale, guidata dal padrino Pete Invernizzi e dal figlio Chickie, e infine la famiglia vera, da cui Dwight si è separato accettando di scontare venticinque anni di carcere per coprire il suo boss.


venerdì 3 marzo 2023

Project Wolf hunting


Titolo: Project Wolf hunting
Regia: Kim Hong-sun
Anno: 2022
Paese: Corea del sud
Giudizio: 4/5

Mentre vengono trasferiti dalle Filippine alla Corea del Sud con una nave cargo, alcuni pericolosi criminali provocano una violenta rivolta, finché un mostro non identificato si risveglia dal suo sonno...

E finalmente torna un bagno di sangue con i contro cazzi. Uno di quei film assurdi, pulp, grotteschi, sanguinolenti dove dentro c'è tutto gore, torture, splatter a gogò, miserabili poliziotti, carcerati assassini stupratori e depravati. In tutto questo immette alcune postille prese dalla trama di PHILOSOPHY OF A KNIFE, PREDATOR e CON AIR. Il risultato è semplicemente una bomba a deflagrazione che farà letteralmente sbavare tutti quelli che come me amano alla follia il cinema di genere e che si sono lasciati incantare dalla finta voglia di gore di SADNESS. E i coreani ancora una volta palesando qualcosa di già detto mille volte lo sanno fare meglio e con più forza e spinta negli intenti, nel ritmo e soprattutto nella narrazione e nella messa in scena.
Sicuramente nel suo essere goliardico è uno dei film dell'anno, dichiaratamente fuori dagli schemi ma così inverosimilmente realistico e piacevole che vorremmo averne a centinaia di film così.
Ancora una volta Busan sembra irraggiungibile e ancora una volta usare quello strumento narrativo per cui non fai in tempo a simpatizzare per qualcuno perchè morirà è l'ennesima ciliegina sulla torta.

domenica 27 novembre 2022

Peaky Blinders- Season 1


Titolo: Peaky Blinders- Season 1
Regia: AA,VV
Anno: 2013
Paese: Gran Bretagna
Stagione: 1
Episodi: 6
Giudizio: 4/5

irmingham, 1919. La prima guerra mondiale è terminata da poco e i suoi effetti sono ancora visibili sia per la popolazione che per la struttura economica che la sorregge.
In questo contesto sociale si sviluppano le vicende della famiglia Shelby e del loro leader Thomas quale capo della gang denominata Peaky Blinders. Tale nome deriva dalla particolare forma a punta dei loro berretti, arricchita nel caso specifico, dalla particolarità di nasconderci all’interno una lametta atta ad essere usata come arma.
 
Menziona speciale. Finalmente riesco ad aver modo di fruire queste sei importanti stagioni di una delle serie più importanti a rigor di logica per quanto concerne l'ambientazione, i fatti storici, i personaggi iconici, la ricostruzione e la fedeltà scenografica e narrativa e infine i colpi di scena.
La scalata di una gang criminale mossa come tante altre da un'espansionismo che diventerà immenso per quelli che potevano vantare come obbiettivi soprattutto se a tener testa a questo gruppo di gangster troviamo un Thomas Shelby particolarmente ispirato. Un personaggio iconico in grado di dare sfaccettature e importanza ad ogni sceltà che si troverà a fare. Un personaggio per niente muscolare quanto ipnotico per come tramite la perseveranza e l'ingegno riesca sempre ad essere infallibile nelle sue scelte. Poliziotti corrotti, armi scomparse. Il commissario Chester Campbell addetto a risolvere il caso splendidamente caratterizzato. Un altro personaggio che da prima sarà nascosto nella nebbia ma che poi parteciperà attivamente è quello del monumentale Winston Churchill. La prima stagione a parte mostrare una galleria di personaggi e aprire porte su porte si delinea in fondo su un'unica grande domanda quella appunto delle armi scomparse e fatte nascondere proprio dallo stesso Tom.
Valori e morale, il fatto di credere nella forza muscolare come Arthur e John e rendersi invece conto che porta solo a muovere altra violenza, al personaggio mastodontico della zia Polly che assieme a Tom soprattutto nella prima stagione e assieme a Campbell rappresentano quel triangolo attorno a cui tutto ruota e dove Grace riesce a incastrarsi a perfezione in un gioco tra le parti squisito.

Peaky Blinders- Season 2


Titolo: Peaky Blinders- Season 2
Regia: AA,VV
Anno: 2014
Paese: Gran Bretagna
Stagione: 2
Episodi: 6
Giudizio: 4/5

Sono passati due anni. Scopriamo che il buon Freddy è morto e la prima puntata si apre proprio con il suo funerale mentre vediamo Ada in lacrime tenere in braccio il loro bambino.
Proprio Freddy è stato quel personaggio nella prima stagione a battersi contro i Peaky, a cercare di rendere giustizia a quella democrazia ancora in pasta soprattutto tra i lavoratori nelle fabbriche e nei cantieri. Al suo contorto rapporto di odio e rispetto verso Thomas, all'amore per la sorella di quest'ultimo e ha cercare di spezzare parte dei legami della famiglia Shelby.

Questa seconda stagione parte proprio dai lutti, da quello di Freddy a quello della scelta di non poter avere un'amore con Grace da parte di Tom decidendo l'espansionismo e gli affari a discapito delle scelte del cuore.
Cominciano a delinearsi alleanze importanti con individui spregiudicati come Alfie Solomons, capo della comunità ebraica, il villain di turno e antagonista Darby Sabini, mafioso italiano in una dura e aspra lotta proprio con il criminale zingaro irlandese. La famiglia pur perdendo colpi cresce con l'arrivo inaspettato del figlio creduto perso di Molly, Finn Cole, che diventerà presto una mente matematica perfetta e un allibratore che grazie all'osservazione e sotto la supervisione di Thomas rischia di diventarne l'erede per quanto poi la narrazione e l'evolversi della storia puntino su molto altro. C'è la questione sulle scommesse dei cavalli, gli allibratori, l'uccisione inaspettata di Campbell soprattutto per l'identità del suo carnefice. Nella seconda stagione viene ribadito come la scrittura di Stephen Knight riesca nel difficile compito, pur mettendo nel piatto diverse situazioni diverse, (ebrei, italiani, irlandesi, polizia, governo) di mantenere una struttura chiara, solida e coesa con tutte le pedine messe nel posto giusto e al momento giusto. E questo intersecando molto spesso momenti e circostanze completamente distanti tra di loro. Insomma un piccolo capolavoro storico/narrativo.

Peaky Blinders- Season 3


Titolo: Peaky Blinders- Season 3
Regia: AA,VV
Anno: 2016
Paese: Gran Bretagna
Stagione: 3
Episodi: 6
Giudizio: 4/5

La terza stagione inizia con il matrimonio tra Tommy e Grace. Alla sua cerimonia, Thomas incontra dei russi che chiedono protezione alla famiglia Shelby in cambio di preziosi gioielli. Lizzie, la segretaria, pare abbia una storia con un italiano appartenente alla famiglia dei Chiangretta e i Peaky Blinders feriscono brutalmente il figlio del boss. Questo scatena la rivolta degli italiani che termina con l’omicidio di Grace. Tommy va completamente fuori di testa, si rinchiude in una tenuta in campagna, isolandosi anche dai propri affetti. L’antagonista di questa terza stagione, sembra essere un prete, tale John Hughes, un rappresentante della Lega Economica, che vuole opporsi all’affare tra la famiglia Shelby e i russi. Tommy con l’aiuto di Solomons raggiunge un accordo con questi ultimi; e scoperto l’arcano del prete, cerca di ucciderlo ma viene anticipato e ricattato. Ripreso il controllo della sua vita, fa scavare un tunnel dai suoi scagnozzi per accedere al sotterraneo dei russi, per rubare i gioielli.

Un matrimonio, un figlio, degli antagonisti che appartengono ad una casta quasi intoccabile.
Ancora una volta Thomas rischia quasi di finire al creatore dopo essere stato massacrato di botte, ha uno scontro face to face con Alfie, và in paranoia, sospetta di tutti e infine gli viene pure rapito suo figlio e uccisa la moglie per colpa tra le altre cose di un medaglione maledetto.
Sicuramente è la stagione più cupa, dove le mosse vengono fatte a tavolino ai danni degli altri, dove ci sono continui tradimenti e ribaltamenti, dove per la prima volta vediamo il protagonista davvero in difficoltà, stremato, debole e vulnerabile. La mossa di tirare fuori pure i russi oltre tutta la dinamite già presente nelle precedenti stagioni (italiani, irlandesi zingari, ebrei, inglesi) non è molto chiara come intenti e come narrazione in sè. Seppur il cast riesce come sempre ad essere più che adeguato personaggi come Leon Petrovna rimangono appena abbozzati, il doppio gioco della principesa Tatiana non è chiarissimo così come il prete padre John Hughes e il fatto che sia il reponsabile di vari traumi infantili ai danni di Michael.
Una delle stagioni scritte forse peggio ma che ha dalla sua alcune punte di inusitata violenza, uno scontro verbale da storia del cinema e tanti altri passaggi interessanti alcuni dei quali con rimandi esoterici.

Peaky Blinders-Season 4


Titolo: Peaky Blinders-Season 4
Regia: AA,VV
Anno: 2017
Paese: Gran Bretagna
Stagione: 4
Episodi: 6
Giudizio: 3/5

Don’t fuck with Peaky Blinders, o forse si. Si riparte proprio da quel gesto di Tommy, aprendo con un’intensa sequenza la stagione, che ci mostra i membri della famiglia Shelby con un cappio al collo, pronti per l’impiccagione, che puntualmente non avviene. Quella che ci sembrava la fine del mondo, infatti, è soltanto un altro dei piani di Tommy per riuscire a manipolare le alte sfere britanniche, dimostrando ancora una volta la sua aspirazione alla grandezza. Questo atteggiamento lo porta però all’isolamento più totale, con il solo piccolo Charlie, immerso completamente nel lavoro, senza un minimo di sosta. Il torto subito dagli altri membri della famiglia, ha delle conseguenze rilevanti, quasi tutti hanno chiuso i rapporti con Tommy, ad eccezione di sua sorella Ada e Michael che continuano a lavorare per l’azienda. Ma una nuova minaccia, riunirà ben presto la famiglia. La situazione di apparente calma, viene spezzata da una mano nera, simbolo della mafia italoamericana, recapitata a ciascun componente della famiglia. Entra così in gioco Luca Changretta, figlio del boss che in precedenza avevamo visto giustiziato da Arthur, e ora pronto ad ottenere la sua vendetta. Il primo a farne le spese è John Shelby, ucciso davanti la moglie e Michael che viene ferito. La morte del fratello, riunisce la famiglia Shelby, intenda a superare anche questa minaccia. Vediamo Polly fare un accordo con Changretta, che in realtà si rivelerà essere un’altra trappola organizzata da Tommy. Ma la svolta in quella che può essere considerata come una vera e propria guerra tra famiglie, è un colpo di genio di Tommy. Durante un incontro di pugilato, organizzato proprio da quest’ultimo, tra un suo pugile e un avversario proposto da Solomons (corrotto dagli italiani), nei bagni, vieni quasi ucciso Arthur. Tommy fa credere a tutti che il fratello sia davvero morto e quando Changretta, cattura i Peaky Blinders ecco che ritorna Arthur che spara un colpo in testa al boss italiano

La quarta stagione è tutta un revenge movie su come gli italiani vogliano attaccare direttamente la famiglia Shelby e su come dall'isolamento iniziale, Thomas decida di fare il passo lungo e passare direttamente alla politica. Sicuramente rispetto alla terza qui la scrittura sembra ancora più frettolosa con alcune scene decisamente girate troppo alla veloce facenndo in parte sgigurare lo stesso Changretta che sembra scimmiottare un gangster siciliano con lo stecchino e una parlata a volte quasi ridicola. Dalla divisione iniziale si cerca poi di restare uniti contro una minaccia troppo grande e un colpo di scena che decreta l'uscita di uno dei co protagonisti della serie.
Personaggi come Jessie Eden, Aberama Gold, la stessa Polly che sembra sull'orlo del baratro, il ruolo centrale femminile in particolare per Esme, Lizzie e Ada a cercare di contrastare quel machismo a fronte di una vera e propria ribellione femminile
La quarta stagione di Peaky Blinders a tutti gli effetti è forse la stagione in parte più storico/politica, perchè la politica in particolare negli incontri tra Churchill e Shelby ricoprirà un ruolo chiave soprattutto verso l'ultima stagione. Qui si svolge nel periodo storico delle rivolte operaie, quando il socialismo e il comunismo provavano a mettere in atto la rivoluzione contro il capitalismo e lo sfruttamento degli operai nelle fabbriche. Per questo anche i sindacalisti come poteva sembrare di facciata Freddie Thorne nella prima stagione rappresentano un pericolo in quanto agitatori delle folle.
Tommy cerca di trovare un accordo con lei per evitare che scoppino rivolte nella sua realtà, ma soprattutto per venire incontro agli operai sposando così la causa socialista, stringe un rapporto intimo con Jessie, con il fine di aiutarsi a vicenda, ma in realtà l’unico obiettivo di Tommy è quello di avanzare all’interno del partito comunista per avvantaggiare la sua posizione di potere e vendere al Segretario del Re alcuni nomi dei membri del partito comunista che vogliono una rivoluzione. Lo scambio riguarda un unico favore: avere il permesso di candidarsi al Parlamento di Birmingham South nel partito laburista. Nel finale di stagione vediamo Tommy vincere le elezioni divenendo così deputato.

Peaky Blinders- Season 5


Titolo: Peaky Blinders- Season 5
Regia: AA,VV
Anno: 2019
Paese: Gran Bretagna
Stagione: 5
Episodi: 6
Giudizio: 4/5

La quinta stagione si apre con un salto temporale di due anni, con le conseguenze del Crollo di Wall Street che manda in fumo i progetti dei Shelby che puntavano a gestire il proprio impero economico in modo legale, anche a causa di un quasi imperdonabile errore di Michael che ha fatto perdere molti soldi alla compagnia, scatenando l’ira di Tommy e perdendo completamente la sua fiducia. Thomas, dopo esser stato eletto tra le fila del partito laburista, deve affrontare i suoi doveri di politico, contrapposti ai problemi familiari ed i traumi del suo passato che lo tormentano. La vita insieme alla moglie Lizzie e ai suoi figli Charles e Ruby è tutto tranne che tranquilla e l’equilibrio è messo giorno dopo giorno in pericolo dagli eventi che circondano Tommy. Nel frattempo Linda cerca di convincere Arthur ad assumere un ruolo più rilevante negli affari, mentre Ada affronta la gravidanza e Polly sembra aver cambiato il proprio stile di vita. Da Detroit ritorna poi Michael con sua moglie Gina Gray, in attesa di un baby Shelby. I problemi per Thomas sono infiniti: giornalisti, merce proibita in arrivo via nave, il fascista Oswald Mosley, il clan dei Billy Boys che scatena l’ira di Aberama Gold. La quinta stagione è un crescendo di emozioni e intrighi che portano a un season finale ricco di sorprese e che lascia il telespettatore con la voglia di scoprire immediatamente quale sia il futuro degli Shelby.

Una stagione diversa dalle altre soprattutto per quanto concerne il ritmo e le lotte di strada che tendono, visti i tempi, sempre più ad affievolirsi. Tuttavia una delle scene più cruenti dell'intera saga rimane proprio la vendetta del clan dei Billy Boys a danno del figlio di aberama e del suo futuro da pugile. Qui la politica ormai entrati di petto nel partito laburista, prende piede visti anche i fatti storici come il crollo di Wall Street e tanti nuovi campanelli d'allarme in particolare i giovani fascismi in questo caso veicolati da Oswald Mosley, personaggio davvero interessante e complesso che per fortuna riesce ad essere caratterizzato a dovere. Di nuovo dopo i Changretta viene di nuovo tenuta d'occhio la politica italiana, il fascismo come dicevo, per cercare di risolvere i problemi di un paese dal basso e dal populismo. La quinta stagione con tratti anche abbastanza onirici dove tra laudano e crisi mistiche di Thomas, spesso ci troviamo catapultati in spazi desolati. Dove questa più che mai è collegata con la sesta come se fosse un'unica stagione di dodici puntate.




Peaky Blinders- Season 6


Titolo: Peaky Blinders - Season 6
Regia: AA,VV
Anno: 2022
Paese: Gran Bretagna
Stagione: 6
Episodi: 6
Giudizio: 4/5

I tormenti di Thomas Shelby proseguono nella sesta stagione di Peaky Blinders che riprende dal punto in cui era terminata la quinta stagione. Il fallito attentato a Mosley pesa sulle spalle di Tommy ma nonostante tutto è costretto ad allestire il funerale di Polly, uccisa come ritorsione dall’IRA. A quel punto la serie fa un salto avanti nel tempo di 4 anni arrivando al 1933 con l’ascesa del nazismo e del fascismo che si faranno sentire sui Peaky Blinders. Dopo la fine del proibizionismo, gli Shelby inseguono il successo con il traffico di oppio ma stringendo anche un’alleanza con i loro peggior nemici.
 
La resa dei conti finale che cme sempre vede un lucido e vigile Tommy alle prese con i tormenti interiori in quel campo fitto di nebbia dove voleva uccidersi se non fosse che Arthur, conoscendo bene il fratello, aveva tolto i bozzoli dalla pistola. Può un nemico ad un tratto sembrare così forte e difficile da contrastare? Ponete questa domanda a Tommy che di antagonisti ne ha visti di tutti i tipi, nazionalità e forme, riuscendo sempre con l'astuzia a trovare un modo per farli crollare.
Diverso quando si ha a chje fare con una fanatismo politico e ideologico che si sta allargando a macchia d'olio e che sembra contaminare tutto ciò che Tommy possiede e su cui ha investito.
Infatti e purtroppo l’ultimo, spregiudicato, tentativo di eliminare Oswlad Mosley gli si è drammaticamente ritorto contro. La famiglia Shelby subisce perdite devastanti e lui rimane solo, ancora una volta a brancolare nel buio. Servono quattro anni prima che si rimetta in sesto e riprenda gli affari, più lucido e spietato che mai. Tommy Shelby pensa sempre più in grande e anche se siamo ormai nel 1933, la concezione del mondo dei Peaky Blinders rimane sempre la stessa, churchill dalla sua in quelle lunge conversazioni in ufficio a dover scegliere se bere rum o whiskey, sembra suggerirgli delle profezie su dove andrà l'Europa e su quale strada prendere, dmostrando così come politica e criminalità alle volte possano viaggiare assieme se traghettati da un fine comune. La sesta stagione porta ormai all'inevitabile crollo di una delle famiglie più interessanti del cinema, dove ormai si è perso l'orientamento in un vuoto così grande che sembra impossibile da colmare, senza più avere Polly a tenere salda la famiglia nei momenti più complessi dove le dinamiche sembravano suggerire un caos interno e a prenderne in parte le redini vedremo Ada, un personaggio che viene caratterizzato molto bene in quel crescendo che da fragile e impulsiva la portano a diventare l'erede della zia.

lunedì 19 settembre 2022

Roundup (2017)


Titolo: Roundup (2017)
Regia: Kang Yoon-sung
Anno: 2017
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 4/5

2004, Seoul, Corea. Jang Chen viene da Harbin, Cina. Da solo prende il controllo di una pericolosa gang coreana e diventa il gangster più temuto della città. E assieme alla sua spietata banda di delinquenti è disposto a fare qualsiasi cosa per arricchirsi. Il rude detective Ma Seok-do però brandisce i suoi potenti pugni per mantenere la pace: quando vede che Jang fa sprofondare il suo distretto nel caos, è costretto a escogitare un piano assieme alla sua squadra per sbarazzarsi del malvivente e dei suoi uomini per sempre.

Dong-seok è quel tipico attore coreano che adoro così tanto da poter guardare qualsiasi suo film anche se dovesse fare solo una comparsa. Sembra una specie, è in questo film manco a farlo apposta lo è, una copia del nostro Bud Spencer in cui peraltro qui tira schiaffoni come se piovessero ai delinquenti delle gang locali. Roundup tra l'altro prende spunto da fatti reali successi in Corea dove a spadroneggiare arrivavano clan di altri paesi, in questo caso la Cina e dove se venivano rimpatriati erano condannati a morte. In questo caos prolifico vige ovviamente la legge del più forte ed è interessante che Jang Chen, il criminale venuto da Harbin, se ne vada in giro con due ceffi anzichè una gang come il resto delle bande. L'opera prima di Kang Yoon-sung è un poliziesco d'azione davvero ben calibrato che riesce ad essere un thriller quando vuole e spezzare i toni con molta ironia e qualche scena grottesca nonchè le tanto e sopraffine slaptick coreane.
Ne esce un film calibrato al meglio dove la violenza è potente e senza eguali, il dramma convince, i toni da commedia fanno il resto e l'indagine e i continui combattimenti nonchè le relazioni tra la banda di poliziotti incaricata di stanare la setta di Harbin chiude il cerchio per un film infallibile sotto molti punti di vista.

Cattivo Sangue


Titolo: Cattivo Sangue
Regia: Simone Hibara
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Sergio, ex sicario romano, vive da alcuni anni a Malta, dove gestisce un ristorante. La sua routine viene spezzata dalla visita di Francesco, suo vecchio amico, ora divenuto poliziotto, che vuole assoldare Sergio per un ultimo incarico.

Se analizziamo Cattivo Sangue per il plot narrativo, il film di per sè non aggiunge molto al genere.
Se prendiamo Cattivo Sangue come esempio di cinema indipendente low budget italiano distante dalle produzioni famose e che continuano a dettar legge allora il film in sè è una felice e piacevole scoperta creata e messa in scena con anima e coraggio da un autore emergente che dimostra di sapere fare cinema.
Il film di Simone Hibara è prima di tutto anticonvenzionale, sporco duro e cattivo come dovrebbero essere i crime movie o i noir. Non esagera mai se non per raggiungere la causa e dare effetto agli intenti dei personaggi. Alcuni decisamente sopra le righe ma senza mai esagerare troppo (in fondo sono delinquenti della peggior specie per cui chi mai potrà andare a reclamare qualcosa). Con una buona recitazione e montaggio sono le scelte tecniche utilizzate da Hibara e la sua politica d'autore a rendere il film una piccola meraviglia dimostrando come sia possibile fare cinema di genere italiano anche senza produzioni alle spalle in grado di darti milioni di euro.
Tantissime le citazioni del film da quello europeo ma soprattutto dai nostri vecchi e compianti maestri del cinema di genere

martedì 23 agosto 2022

Blocco 181


Titolo: Blocco 181
Regia: AA,VV
Anno: 2022
Paese: Italia
Stagione: 1
Episodi: 8
Giudizio: 3/5

Nella periferia di Milano, Bea si ritrova divisa tra l'essere fedele alla famiglia e alla gang, e la voglia di cambiare la sua vita. Ludo e Mahdi sono uniti come fratelli. I tre ragazzi scalano le gerarchie del sistema criminale.
 
Blocco 181 nonostante riproponga ingenuità a profusione e una serie di clichè, stereotipi e luoghi comuni aberranti è davvero deliziosa e divertente. Un'altra storia criminale come GOMORRA e SUBURRA ormai terminate e con quella voglia di tornare a raccontare drammi italiani che sappiano parlare e inserire quel policentrismo culturale e tenere testa a un pubblico esigente che vuole violenza, ritmo, azione, sesso, droga, emancipazione, potere, narcotraffico, etc.
Finalmente ci stacchiamo anche da Roma e Napoli per inserire Milano e tutto il suo macello.
I suoi quartieri periferici, le gang criminali, la mafia e il potere in mano a quei pochi che esigono rispetto e macinano soldi a palate ai danni di una collettività che spesso li esalta come salvatori.
Il fatto di aver messo alla regia Giuseppe Capotondi (Suburra), Ciro Visco (Gomorra) e da Matteo Bonifazio è già di per sè un indizio di dove la produzione voglia andare a parare soprattutto contando un cast internazionale di volti poco noti e un'unica stagione con otto episodi.
E' così la storia leggermente inventata e che sembra uscita da una grapich novel immagina questo ipotetico quartiere di periferia che vive di appartamenti abusivi e attività al limite della legalità dove sguazzano i ragazzi del Blocco, che dominano lo spaccio organizzato di cocaina alle prese con i loro avversari, i pandilleros della Misa, tatuati, famelici, una grande famiglia allargata in cui ognuno è pronto a dare la vita per l'altro.
Il triangolo tra i tre protagonisti per assurdo è la componente che funziona di più, un mix letale tra dreamers Bartolucciano e le belve di Stone. Nelle retrovie messicane poi molto fa il ruolo e la performance di Juan Cely nel ruolo di Ricardo, incontrastato boss in galera che aspetta di tornare a dominare il suo clan.
C'è ne fossero di prodotti come Blocco 181, certo con temi e scene tutt'altro che educative ma d'altronde il cinema serve a questo a evadere dalla realtà e immaginare e riproporre quelli scenari che più ci piacciono.


domenica 27 marzo 2022

Calibro 9


Titolo: Calibro 9
Regia: Toni D'Angelo
Anno: 2019
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

Le 'ndrine dei Corapi e degli Scarfò sono in guerra, e in mezzo a loro finisce l'avvocato penalista Piazza, che aveva ordinato ad una hacker di dirottare un trasferimento fondi da cento milioni rimbalzato attraverso mezzo mondo e si è visto soffiare sotto il naso il bottino dalla hacker stessa. Il bottino apparteneva alla 'ndrangheta e si sa, "rubare alla mafia è un suicidio": dunque Piazza è un uomo braccato a livello internazionale. A dargli una mano è Maia Corapi, che è stata la sua compagna molti anni prima, ed ora ha ricevuto l'incarico di proteggerlo. Intorno ai due si aggirano un commissario che "si è stancato di perdere" e un ex carcerato, Rocco Musco, che molto tempo prima ha ucciso l'assassino del padre di Piazza, Ugo.

Calibro 9 è il sequel di MILANO CALIBRO 9 un cult dell'indiscusso maestro Fernando Di Leo.
50 anni dopo, D'Angelo figlio del celebre cantante neomelodico con il quale aveva esordito proprio nel cinema torinese Empire con UNA NOTTE, dopo una buona prova con Falchi torna al crime-movie, cercando di ritagliarsi una hall of fame con un sequel che per quanto c'è la metta tutta sfigura senza arte ne parte di fronte alla regia monumentale e la messa in scena di Di Leo (torno a ribadire uno dei migliori registi di genere italiano di sempre).
Calibro 9 non è esente da molteplici difetti, come ad esempio cercare di alzare sempre troppo la posta, con scene e inseguimenti a volte volutamente forzati quando è palese che non si hanno i mezzi e gli stuntman per realizzarli. Ci sono tantissime scene di torture, di violenza, la vendetta dei camorristi arriva implacabile, il ritmo a volte proprio perchè troppo serrato non riesce a sembrare realistico al punto giusto e le prove attoriali di certo fanno rimpiangere Moschin, Leroy, Musco (qui interpretato da Placido) e la Bouchet. Pur premiando lo sforzo, il limite forse è proprio nell'eccesso di forma guardando troppo al cinema hollywoodiano trasformandosi da un potenziale noir ad un action che non ha però la forza e il budget e il fisic du role degli attori americani. E' un film che lavora per esaltazione, concedendo colpi di scena discutibili (in realtà il migliore possiamo dire che sia nel finale) alternando scene di fatto abbastanza discutibili che rischiano di sfociare nel trash come il flirt tra Bocci e la Rappoport durante una sparatoria.

sabato 5 marzo 2022

Christian


Titolo: Christian
Regia: AA,VV
Anno: 2022
Paese: Italia
Stagione: 1
Episodi: 6
Giudizio: 4/5

Nei casermoni della Città-Palazzo, Christian è il numero uno a menare le mani. Sta a lui fare il lavoro sporco per Lino, che Christian considera un fratello maggiore, perché entrambi sono stati allevati dalla stessa donna, Italia, ora malata di Alzheimer. Ma un giorno su quelle mani che sono il suo strumento di lavoro spuntano due stimmate, e Christian si scopre in grado di operare miracoli. Matteo è un postulatore del Vaticano che ha perso la fede e ha il compito di definire l'autenticità dei fenomeni soprannaturali, con la missione personale di smascherare ogni tentativo di frode ai danni della Chiesa. Inevitabilmente, le strade di Christian e Matteo saranno destinate ad incrociarsi.
 
Un altro bel segnale dal nostro cinema. Christian è una buon prodotto che mischia tanti spezzettoni di film e serie nostrane viste ultimamente. Un crime drama soprannaturale dove si incrociano Miracolo-Season 1Suburra-Season 1Lo chiamavano Jeeg RobotDogman, dove il cast risulta la scelta più azzeccata, dove continuiamo purtroppo a dipendere vita natural durante dalla romanità di borgata ormai idioma del nostro cinema. Christian è fatta di siparietti e personaggi tutti caratterizzati molto bene da Pesce che ormai risulta uno dei migliori attori del nostro cinema, Santamaria in un personaggio misterioso e incredibilmente complesso alle prese con una ricerca personale che lo porterà da varie eminenze prima di scoprire il marcio e il complotto. Lino, il boss, nonostante qualche stereotipo di troppo è grandioso nell'emergere e sovrastare qualsiasi comprimario gli stia accanto e dimostrando un personaggio che seppur micidiale e implacabile con i suoi nemici, riesce ad essere sensibile e sincero quando vengono toccate alcune corde come la vicenda legata alla moglie. Tomei poi, il veterinario, è un personaggio anch'esso chiave nel non spiegare mai da che parte stia se non quella del denaro, difficilmente associabile ad un pensiero se non quello del suo egoismo.
Solo verso il finale la serie prende davvero una piega soprannaturale con alcuni personaggi che ricoprono ruoli divini come una sorta di angelo luciferino che serve a livellare l’analisi della lotta tra bene e male che qui non è una rigida dicotomia, bensì una contrapposizione ben più sfaccettata.