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venerdì 11 novembre 2011

Pelle che abito


Titolo: Pelle che abito
Regia: Pedro Almodovar
Anno: 2011
Paese: Spagna
Giudizio: 3/5

Il film racconta la storia di Robert Ledgard, eminente chirurgo plastico in cerca di vendetta nei confronti dell'uomo che ha stuprato la figlia.

Liberamente tratto dal romanzo francese "Mygale", di Thierry Jonquet.
La trama è complessa ma riesce a destreggiarsi dalle incoerenze arginandole in un cerchio dantesco che sarà quello che Robert dedicherà esclusivamente al fratello e all’altro carnefice.
 Anche se forse si scopre troppo tardi il ruolo di Robert dal momento che troppo tardi emerge il ruolo di carnefice legato all’episodio della figlia (la scena comunque nella specie di orgia dei ragazzi è bellissima quanto squallida) il montaggio come il ritmo sono continui colpi di scena è proprio questi tengono alto il livello del film.
Il problema è la linea di confine tra il cercare di fare un film che denunci i limiti della chirurgia estetica e un thriller con ovvie citazioni e impreziosito ancora di più da una fotografia eccellente e una regia sopraffina che non perde mai classe e qualità. Un viaggio onirico se paragoniamo il ruolo delle somiglianze, dei flash-back e di un’atmosfera quanto mai grottesca e cinica che segna tutta la pellicola.
La musica mi ha ricordato molto i film di Hitchcock, il soggetto è coinvolgente e crea un bel sipario di momenti imperdibili, anche se tra i difetti segnalerei la performance un po’ troppo plastica di Banderas riesumato dalle ceneri.
Diciamolo…non è più l’Almodovar di una volta, ma tenere testa a un thriller, oggi cosa non facile e regalare alcune inquadrature come delle scene assolutamente spettacolari, e il segno che marca solo i migliori della sua generazione e Pedro è in quella stretta cerchia. E poi il fatto di essersi aperto al manierismo senza rimanere troppo incollato al suo stile che l’ha reso quello che è, trovo sia un segno di totale completezza per la sua filmografia.