Titolo: Unjust
Regia: Ryoo Seung-wan
Anno: 2011
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 3/5
Un serial killer sta terrorizzando la
cittadinanza e la pressione sulle forse dell’ordine è diventata
insostenibile per le autorità. In un vortice di errori procedurali,
illegalità e corruzione, il capitano Choi Cheol-gi viene incaricato
di “risolvere” il caso ad ogni costo, anche scovando un finto
colpevole da consegnare ai media e all’opinione pubblica. Ma il
piano non è perfetto…
Nella new wave coreana sui generi
cinematografici stiamo assistendo proprio a tutto.
In particolare il poliziesco, il
thriller, l'heist movie, il disaster movie, il monster movie,
l'horror folkloristico, la commedia, il dramma e il noir.
Unjust è un poliziesco che parla di
corruzione, di dove possono spingersi i ruoli di potere della
polizia, della stampa che sta con il fiato sul collo ai detective, di
procuratori, doppio giochisti, colleghi corrotti e invece il manipolo
di onesti agenti che si troveranno nel finale a vendicare il loro
caro compagno ucciso proprio da chi non te lo aspetteresti mai. Un
film dinamico e ambizioso, forse scritto in maniera così complessa
da lasciare interdetti soprattutto sul finale e un climax che risulta
la parte meno originale e consistente del film.
Grazie ad una regia e una tecnica
ancora una volta sopraffina e minuziosa, curata in ogni dettaglio,
Ryoo Seung-wan, il regista di divertentissimi film d'azione come City of violence e dalla nutrita filmografia, mette in scena un film
complicatissimo da seguire, tra corruzione dilagante e le connivenze
tra malavita, polizia e magistratura, forse in maniera sciocca ma più
interessante viste nel recente Gangster the Cop the Devil dove in
quel caso ogni personaggio era stereotipato a dovere ma finalizzato a
rendere la narrazione fruibile. In Unjust tutti i protagonisti hanno
una doppia personalità, convivono con la legalità, la conoscono
bene ma sono abili a denigrarla nel momento in cui sono messi alle
strette rendendo spesso difficili alcuni passaggi.
I colpi di scena, i tradimenti, il
continuo giocare con lo spettatore ribaltando ogni certezza risulta
un elemento che può creare interesse quando si pensa di avere la
trama in pugno e allora arriva quel particolare in grado di cambiare
la prospettiva e gli intenti di personaggi tutti schiavi del potere
spingendo i suoi protagonisti ad ogni limite di decenza.