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domenica 20 marzo 2011

Sherlock Holmes

Titolo: Sherlock Holmes
Regia: Guy Ritchie
Anno: 2009
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Nuovo adattamento cinematografico dei racconti di Arthur Conan Doyle, diretto da Guy Ritchie, che rivoluziona look e comportamenti del celebre ispettore e del suo fidato assistente Watson. Il nuovo Sherlock è un donnaiolo, ama fare a pugni ed ha un problema col gioco d'azzardo. La trama del film non è tratta da un singolo racconto di Conan Doyle, ma è una storia originale, in cui Holmes dovrà combattere un nuovo nemico e svelare un pericoloso complotto che potrebbe distruggere il Paese.

Holmes viene stravolto e reinventato in questa rivisitazione pulp del nuovo millennio che chiama alla regia l’altalenante ma in fondo bravo Guy Ritchie. Le sue ultime pellicole, in particolare ROCK’N’ ROLLA avevano un ritmo interessante e tante tinte forti che strabordavano nella caratterizzazione dei personaggi, loser in prim’ordine in particolare mafiosi e killer, ispettori e ladruncoli piuttosto che giovani rampolli per film quasi sempre d’azione e con dei dialoghi cinici e pieni di sfumature che volevano in più di un caso omaggiare il cinema di Tarantino pur non avendone le stesse ambizioni. La pellicola non è male, si avvale di un cast formidabile e proprio nei due protagonisti a cui e stata data piena carta bianca tiene alto il ritmo del film a parte qualche lungaggine nella parte centrale ma comunque grintoso e divertente. Sicuramente dividerà chi si aspettava un film più maturo e meno provocatorio anche se comunque meno eccessivo delle altre pellicole, per un certo classicismo che Ritchie interpreta a suo modo con adrenalina e humor e tanta avventura, preferendo un Holmes spesso sboccato e che si diverte a lottare nelle bettole e farsi ammanettare al letto che nell’istrionico Robert Downey Jr viene valorizzato in pieno.
In più di due ore il film affronta in fondo i gialli in maniera molto frettolosa, il montaggio è sempre velocissimo e la sceneggiatura un lavoro abbozzato risultato di una grapich novel che in fondo è solo un pretesto per dirigere questa movimentata pellicola.
Dal punto di vista tecnico la scenografia, una ricostruzione di una londra ottocentesca sudicia e intrigante, è ottima così come la spettacolarizzazione dei colpi di scena e le deduzioni argute(in particolare quelle legate alla lotta) dell’investigatore.
Un film divertente dunque che si lascia vedere, prenota già un sequel dove vedremo l’antagonista per eccellenza e tanta azione ma ripeto un film comunque furbo che in fondo non fa che saccheggiare dalla letteratura per dare nuove idee al cinema contemporaneo che sembra infarcito di nuovi riadattamenti per il grande schermo. Per chi non l’avesse visto esisteva già un bellissimo film d’avventura PIRAMIDE DI PAURA dell’85 in cui nessuna critica fa riferimento al fatto che l’idea di questo riadattamento che non compariva in nessun libro o racconto potesse invece citare il film di Barry Levinson. In questo caso lo spunto dei due film è quasi identico.