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lunedì 4 gennaio 2021

Patisserie de Jeunesse


Titolo: Patisserie de Jeunesse
Regia: Gianmarco di Traglia
Anno: 2020
Paese: Italia
Festival: Capri, Hollywood
Giudizio: 3/5

Antonio è un romantico. Non ha del tutto metabolizzato la fine della sua storia con Greta e la segue ovunque, anche solo per contemplarla da lontano. Finora lei si è limitata a urlargli contro non appena se ne accorge, ma una sera se lo ritrova dietro perfino mentre porta il cane a passeggio ed è la fine. Resistere alla tentazione di correrle sempre dietro è, tuttavia, difficile. Antonio somatizza, non trova pace. Cerca di riempire il vuoto della perdita tormentandosi, non riuscendo a stare fermo; Alfredo, il suo coinquilino, d'altro canto, terrorizzato dalla perdita dei capelli è sempre intento a nascondersi dallo sguardo altrui, fermo sul posto ad autocommiserarsi. Antonio non sa più dove sbattere la testa quando, un giorno, inaspettatamente il suo cellulare squilla: è Lei. Risponde cauto, preparandosi a un veleno che non arriva. Greta, nel frattempo, sta vivendo un momento drammatico e Antonio è l'unico che possa starle accanto. Imparare ad attendere è la prova più ardua della giovinezza.

Per avere una breve durata di cinque minuti il corto Di Traglia riesce in alcuni momenti ad essere addirittura soporifero. Una storia d'amore in b/n dove quando si è giovani semplicemente non si riesce a farsene una ragione e così nella depressione e la presa di coscienza che una storia è finita si cerca di consolare il proprio coinquilino alle prese con un problema di molti giovani ovvero la caduta dei capelli. Antonio Bannò è un attore che negli ultimi anni è emerso abbastanza, qui come in una commedia alla Garrell, sembra scimmiottare proprio Louis, senza averne il fascino e la grazia così come la regia che già dal nome cerca di citare un certo tipo di cinema, riuscendoci con i suoi pregi e difetti. Finale per fortuna non così scontato.