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mercoledì 27 marzo 2024

Manodrome


Titolo: Manodrome
Regia: John Trengove
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Disoccupato e in procinto di diventare padre di un bimbo con la compagna Sal, Ralph sbarca il lunario lavorando come autista per Uber. Costantemente a corto di denaro, Ralph è sull'orlo di una crisi di nervi, ma ne è solo in parte consapevole. Da un lato i traumi infantili mai sopiti, dall'altro la disoccupazione e le preoccupazioni economiche portano Ralph ad avvicinarsi alle idee di Dan, guru a capo di una setta sull'orgoglio maschile "contro la ginosfera". Inevitabilmente anche i suoi rapporti con Sal e con i clienti e passeggeri della sua auto si complicano sempre più. 
  
Sarebbe interessante chiedere a Trengove, regista queer sudafricano, quale terreno volesse esplorare all'interno di questo film, perchè il film funziona anche se non sempre bene nel voler scegliere trame e percorsi diversi inciampando spesso e scegliendo un finale che poteva essere davvero molto più interessante. Ma l'analisi sulla sessualità di Ralph è forse l'elemento migliore e intenso del film grazie a Jesse Eisenberg che come il prezzemolo ovunque lo metti sta nel dare un quadro di macho all'interno della palestra ed è perfetta come scelta di un white trash proletario problematico e mono facciale che non riesce mai ad esprimere emozioni e sentimenti affondandoli dentro se stesso.
Prima di raggiungere il burn out alla Travis Bickle, Ralph conosce questa setta di invasati misogini e la loro filosofia della ginosfera che ancora adesso pur avendo spulciato Kant non mi è chiara.
Una discesa all'inferno come appare scontato anche da alcune semplificazioni di troppo, alcune scene quasi non sense come quella di seguire il nero palestrato per farsi sodomizzare e poi ucciderlo come una sorta di ammissione/repressione.

domenica 3 settembre 2023

30 Coins


Titolo: 30 Coins
Regia: AA,VV
Anno: 2020
Paese: Spagna
Stagione: 1
Episodi: 8
Giudizio: 3/5

Padre Vergara è un esorcista che, dopo la morte di un ragazzo, si è esiliato in una curia remota, quella di Pedraza, borgo medievale spagnolo, arroccato su una collina e con una esigua popolazione. Il sindaco Paco cerca di rilanciare le sorti della città puntando sul turismo, ma una incredibile sequela di fatti di sangue e sovrannaturali si abbatte sul borgo. Qui infatti Padre Vergara ha portato con sé una misteriosa moneta, una delle 30 ricevute da Giuda per il tradimento di Gesù, che finisce in possesso della veterinaria Elena. Forze oscure e mostruose, che hanno corrotto la Santa Sede, faranno di tutto per entrarne in possesso...
 
Alex de la Iglesia è uno dei miei registi di genere preferiti. Un autore prolifico che ha saputo esplorare e danzare nel cinema come pochi eletti sanno fare. Sempre con budget misurati, ha confezionato film straordinari che non verranno mai dimenticati. Anche lui ha avuto la possibilità di avvicinarsi ad un progetto seriale tredici anni dopo la comedy-sci-fi e in questo caso ha scelto di partire da un tema religioso per creare un rete di complotti e temi soprannaturali con mostri e sette senza farsi mancare tutti i suoi ingredienti preferiti qui portati al paradosso come l'esoterismo, l'occulto, la città misteriosa che ricorda Dagon e il finale della nebbia carpenteriana.
La materia narrativa alla base è il vangelo di Giuda, l'ultimo scoperto e il più nuovo per certi aspetti. Mantiene ancora ad oggi un'aura di mistero, non è facilissimo da trovare e diventa lo spunto per alcune sotto storie cristiane davvero particolari. Così come la setta dei Cainiti i quali vogliono distruggere il Cristianesimo.
30 Coins ha tantissimi pregi e come tutti i lavori del maestro non è esente da difetti. I meriti superano i difetti questo è certo ma importanti limiti di budget in un'idea da approfondire e da condire con elementi soprannaturali rischia come spesso accade di diventare quasi un b-movie trash come nella scena finale quando la colossale creatura emerge e prende vita. Il bambino nato da un vitello che cresce diventando una creatura quasi lovecraftiana funziona anche se con dovuti limiti.
La storia d'amore, il triangolo, alle volte è stucchevole, manicheo e ripetitivo ma riesce a rafforzarsi grazie al merito di un buon battaglione di attori dove secondo me è stata però poco sfruttata Macarena Gomez. Funziona la parte della setta, non convince il personaggio di Vergara (troppo stereotipato), utili alcuni dei soliti innesti ironici e soprattutto grotteschi, i bifolchi dove Antonio interpretato da Javier Bodalo diventa a dir poco iconico.
La fallibilità dei personaggi, l'orrore che trasuda senza esondare mai mi ha veramente lasciando sul palato un divertissement pieno di idee e travolgimenti ma spesso poco sfruttate e alcuni colpi di scena e qualche scena memorabile.

sabato 2 settembre 2023

Malum


Titolo: Malum
Regia: Anthony Di Blasi
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Un agente di polizia alle prime armi fa volentieri l'ultimo turno in una stazione di polizia appena dismessa nel tentativo di scoprire la misteriosa connessione tra la morte di suo padre e un feroce culto.
 
Di Blasi aveva fatto bene con LAST SHIFT. Un film che non brillava per originalità ma muoveva i tasselli giusti, era viscerale e violento con tanto sangue. Aveva i giusti echi barkeriani, cronemberghiani e quella facilità nell'abbracciare l'elemento che qui poteva sicuramente risultare interessante ovvero giocare su qualche elemento lovecraftiano nella descrizione di questo misterioso culto di una non meglio identificata divinità. La vittima sacrificale, sogno e realtà, un'atmosfera macabra e isolata ma soprattutto il primo giorno di lavoro e il primo turno di notte in una stazione che sembra votata ad essere scardinata dai delinquenti. Nove anni dopo Di Blasi riprende le redini dello stesso film facendo un remake/reboot cambiando troppo poco e facendolo male soprattutto quando guasta l'atmosfera parlando di sentimenti e sensi di colpa di questa figlia per il padre. Resta un terzo atto molto gore dove il fine della setta seppur in maniera misteriosa agisce predominando su Loren e mostrandole chi era veramente suo padre. Un bunker movie tutto ambientato in una stazione di polizia come accadeva per DISTRETTO 13, LEST US PREY, EATER di Stuart Gordon l'episodio di FEAR IT SELF e lo stesso LAST SHIFT.

martedì 18 aprile 2023

Candy Land


Titolo: Candy Land
Regia: John Swab
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Remy, una giovane donna ingenua e devota, viene cacciata dal suo culto religioso. Senza un posto a cui rivolgersi, si immerge nel mondo sotterraneo delle prostitute di camionisti sotto la tutela di Sadie, Riley, Liv e Levi, la loro signora, Nora, e l'enigmatico avvocato locale, lo sceriffo Rex.
 
Rieccoci con i fanatismi religiosi. Swab è un autore interessante a cui piace filmare la devastazione, la gioventù bruciata, il disastro psicologico ed emotivo, i loser, i reietti e i tossici in generale.
Candy Land, nome in codice di un’uscita autostradale, da qualche parte nel Montana, che comprende una stazione di servizio, un motel e un grosso parcheggio, parla di un disagio vissuto da un gruppo di ragazzi i quali aiutandosi a vicenda riescono comunque a farcela senza muoversi mai da una location torbida dove a parte polvere e camionisti non sembra esserci molto altro.
Ed è qui che decidono di mietere la loro punizione divina questo gruppo religioso fanatista che come in tanti film che abbiamo vissuto, non hanno altri sistemi organizzatori di senso se non quelli del dogma in cui credono. Il loro sistema organizzatore di senso è solo e soltanto la religione. Allora da quella che apparentemente potrebbe sembrare una vittima sacrificale, ecco che proprio lei diventa la femme fatale, timida e riservata, casta e immacolata, che nel suo silenzio in realtà cova con i confratelli un piano diabolico che come spesso capita, o è capitato, porta ad un sacrificio di massa.
Candy Land è un exploitation, sanguinolento, slasher, erotico, pieno di nudi e scene di sesso, dove uno sceriffo pur di ricevere affetto dal corpo di un giovane ragazzo chiude gli occhi e agisce come una sorta di protettore dei più deboli.

venerdì 3 marzo 2023

Venus


Titolo: Venus
Regia: Jaume Balaguero
Anno: 2022
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

Lucía è la ballerina di un nightclub che una notte decide di rubare un grosso carico di droga ai proprietari mafiosi del locale dove lavora. Tuttavia viene scoperta e, dopo una violenta collutazione – dove viene accoltellata a una gamba-, riesce a scappare. Non sapendo dove nascondersi, Lucía decide di rifugiarsi dalla sorella Rocío con cui non ha rapporti da anni e dove non è sicura di non essere cercata. Così approda al Venus, grattacielo popolare circondato da sinistre leggende metropolitane che si erige nei sobborghi di Madrid.
 
Venere è un mix di generi pazzesco che ancora una volta sottolinea il peso specifico di alcuni autori spagnoli davvero in grado di sorprendere con pillole sul cinema di genere originali e piene di forza.
Gangster movie, dramma, esoterismo, maledizioni, splatter, gore, torture, freaks e mostri, creature dell'orrore cosmico, Barker e quella sotto traccia che sembra riportare ai Cenobiti, lo stesso racconto di Lovecraft attualizzato e molto altro ancora.
Lucia è un'altra importantissima final girl forse tra le più affascinanti e cazzute con un dono che non sa di avere in una location che ricorda REC per certi aspetti dove cominciano a succedere cose pazzesche, dove le vecchie sembrano di nuovo come in diversi film dello stesso Iglesia, un mix tra streghe ed Erinni, dove ciò che entra nel palazzo quasi sempre è destinato a non uscire più e dove il ritmo è forsennato senza lasciare buchi o far sì che la struttura del film, più complessa di quello che si creda, possa avere sbilanciamenti o passaggi macchinosi. Il cast poi è stupendo riuscendo a dare quel tocco in più come sempre con l'aggiunta di alcuni personaggi vedi Magui Mira devastante, la stessa Ester Exposito e infine la ragazzina davvero sorprendente.
Uno dei migliori horror del 2022 senza alcun dubbio.

domenica 20 novembre 2022

V/h/s 94


Titolo: V/h/s 94
Regia: AA,VV
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Un misterioso nastro VHS conduce una squadra di polizia S.W.A.T. alla scoperta di un culto sinistro, che colleziona materiale preregistrato dall'aspetto inquietante. Ogni video nasconde una storia e ne vengono visionati quattro. In Storm drain la giornalista di Channel 6 - Holly Marciano - indaga, assieme al cameraman Jeff, sulla leggenda dell'Uomo Ratto, una strana creatura metà uomo e metà topo. The empty wake racconta di una giovane donna, Hayley, sola di notte in una sala di pompe funebri, decisa a condurre una veglia funebre. Il tempo passa, senza che nessun visitatore acceda al locale, sino a quando la sua attenzione viene attratta da rumori provenire dall'interno della bara. The subject, propone un'unità di polizia che irrompe nel laboratorio di uno scienziato folle, il Dr. James Suhendra, intenzionato a trasformare le persone in cyborg. Infine, in Terror assistiamo alle attività di un gruppo di estremisti armati, denominato "First Patriots Movement Militia", che sta pianificando di assaltare un edificio federale facendo ricorso a una mostruosa creatura.

V/h/s 94 come sempre è una piccola antologia sporca e cattiva, lurida e piena di cose che nessuno vorrebbe mai vedere per questo la trovo una delle antologie horror migliori degli ultimi anni. Semplicemente è libera da ogni freno inibitore che tante altre serie per problemi di distribuzione, target da rispettare, non hanno quella presunzione e quel wtf che in questa saga invece naviga libero da ogni regola e schema. C'è anche da dire che non sono proprio tutti riusciti, ci sono i soliti alti e bassi ma qui con Storm e Subject si naviga molto in alto mentre tutti gli altri rimangono comunque ben al di sopra della sufficienza. Insomma una bella sorpresa dopo l'ultimo VIRAL del 2014 una delusione totale. Sette, bifolchi estremisti alle prese con qualcosa più grande di loro, rituali per svegliare i morti, creature che vivono nelle fogne è vengono adorati come una divinità e infine esperimenti a danno di esseri umani per i piani folli di un medico sadico e pazzo. Tutto questo poi come sempre per i mockumentary sporcando ed elaborando le riprese in formato vhs deperito con sputinature e salti di immagine disturbandola e spesso falciandola di netto per poi riprenderla.

Cabinet of Curiosities


Titolo: Cabinet of Curiosities
Regia: Guillermo del Toro
Anno: 2022
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 8
Giudizio: 4/5

Waiting the mountain of madness, Del Toro prende un manipolo di registi per niente sconosciuti se pensiamo a Jennifer Kent (BABADOOK, NIGHTINGALE), Panos Cosmatos (MANDY, BEYOND THE BLACK RAINBOW) Vincenzo Natali (CUBE, SPLICE) Ana Lily Amirpour (A GIRLS WALKS HOME ALONE AT NIGHT, BAD BATCH) e David Prior (EMPTY MAN) per gestire quattro diverse tematiche.
Insomma nomi non proprio sconosciuti per un prodotto tutto sommato dignitoso con alcune episodi decisamente in vetta come AUTOPSIA e MODELLO DI PICKMAN, delusioni come BRUSIO per un episodio troppo lento e già visto così come SOGNI DELLA CASA STREGATA dove nonostante buone premesse che partono dai fratelli Grimm si sconfina troppo nel fantasy. Infine episodi divertenti e modesti come LOTTO 36 e RATTI NEL CIMITERO che mi ha ricordato la creatura del cimitero e APPARENZA e prodotti allucinati e alternativi ma fini a se stesso come lo schizzatissimo VISITA in un'estetica che rimanda ai b-movie.
Un'operazione che piace perchè riporta all'attenzione ciò che gli amanti dell'horror più bramano ovvero i mostri, i cultisti, i libri maledetti, alieni imprecisati, prodotti in grado di trasformare anima e individualismo e corpo e bellezza, universi paralleli, quadri maledetti. Tutto questo con maestria, con episodi che pur non essendo mai eccessivi riescono comunque a colpire ed essere incisivi mantenendo una coerenza di fondo con scelte a volte più visive che concettuali.
La camera delle meraviglie se vogliamo è un divertissement a volte intricato e singolarmente sorprendente sapendo coniugare bene i sotto generi dell'horror riuscendo a miscelare spaventoso e triste, violento e disgustoso, oppure tutto insieme all'interno di un'esperienza sensoriale profonda e sfaccettata.

giovedì 29 settembre 2022

Moon Knight-First season


Titolo: Moon Knight-First season
Regia: AA,VV
Anno: 2022
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 6
Giudizio: 3/5

Steven Grant, timido e introverso londinese appassionato di egittologia, scopre di soffrire di un disturbo dissociativo dell'identità a causa del quale condivide il corpo con la personalità di Marc Spector, ex mercenario che serve come Avatar il dio della luna egizio Khonshu; le due personalità sono costrette a collaborare e prendere consapevolezza dei loro traumi passati mentre cercano di fermare Arthur Harrow, Avatar della dea Ammit, intenzionato a risvegliare la divinità
 
E' palese che rispetto alle altre serie Marvel recenti come Falcon and the Winter Soldier oppure Hawkeye per non dire quelle passate, Moon Knight rappresenti sotto molti aspetti un'impresa difficile e coraggiosa. Perchè passando dal comedy drama si passa alla tensione psicologica, al fantasy, al mistero, all'avventura alla ricerca di tesori nascosti e così via chiamando infine alla corte diverse divinità, culti e così via. Moon Knight è sicuramente più complesso, dove di certo non manca l'intrattenimento ma non è così esplosivo come negli altri prodotti Marvel e dove infatti quando l'azione avanza si ha per assurdo la resa minore a livello di enfasi narrativa e ritmo.
Il problema di aver dipanato un arco narrativo in soli sei episodi paga sotto diversi aspetti passando da una scena all'altra in diverse location su diversi piani temporali e a volte rendendo complessa la narrazione. Moon Knight vive di alti e bassi, con alcune sequenze in particolare ed episodi specifici davvero riusciti che entrano in contrasto con puntate davvero traballanti.


sabato 5 marzo 2022

Paranormal Activity-Next of Kin


Titolo: Paranormal Activity-Next of Kin
Regia: William Eubank
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

L'adottata Margot, giovane film-maker in erba, viene contattata da Samuel, suo consanguineo, e accetta il suo invito a visitare la comunità Amish nella quale è nata e ha vissuto la sua madre naturale, Sarah, decidendo altresì di girare un documentario in loco assieme all'aiuto del suo boyfriend Chris e di un tecnico del suono lungagnone e bizzarro.
 
E'la prima volta che mi capita di vedere un capitolo della serie PARANORMAL ACTIVITY.
Per qualche strana ragione amando l'horror non ho mai trovato interesse per questa serie fatta eccezione di questo Next of Kin girato come mockumentary parlando di una comunità di Amish e qualche rito strano che avevo premura di visionare. E per fortuna si è rivelata una bella visione sin dall'inizio quando grazie ad una certa atmosfera si avverte già un male sempre presente che sfocerà in un vero e proprio orrore a danno di una comunità per poi allargarsi. Uno spin-off che si discosta dalle due sorelle protagoniste della serie ma che mantiene sempre il filone e la tematica del concetto di maledizione come fatto ereditario. Nel finale quando il demone viene liberato e la macchina cerca di scappare filmando la strage che avviene nella comunità Amish sembra di vedere un episodio di V/H/S così come le parti in fondo al pozzo e lo strano rito ai danni di Margot.
Con un finale soprannaturale ed esagerato, questo capitolo ha avuto il coraggio e l'ambizione di esplorare un nuovo territorio, inserendo una location sempre provocante (la comunità con i loro segreti e misteri) e la dose gore e di panico a cui l'opera non si sottrae.

venerdì 4 febbraio 2022

Sacrifice(2021)


Titolo: Sacrifice(2021)
Regia: Andy Collier, Toor Mian
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Dopo la morte di sua madre, Isaac e sua moglie incinta Emma tornano nella remota isola norvegese dove era nato per affrontare un'eredità inaspettata. Si ritrovano coinvolti in un incubo mentre un antico orrore cosmico si risveglia per rivendicare un proprio diritto di nascita.
 
All'inizio per un attimo ho pensato che fosse una nuova versione di quel cult Dagon di Gordon.
Una coppia, una barca e un'isola. Top. Invece mano a mano che Collier e Mian sciorinano i dettagli, la storia sembra girare intorno a se stessa, senza mai provocare anche solo un ombra di quell'orrore cosmico che come il film tiene a precisare omaggia e chiama in causa il maestro di Providence.
Ed è un peccato perchè ultimamente i risultati sono stati meglio delle aspettative con Color out of spaceBlock island soundBeach HouseSea FeverUnderwater lasciando immaginare che si stesse prendendo la strada o meglio la deriva giusta.
Il folk horror attinge spesso dalla sintesi per cui cultura e tradizioni sono importanti da influenzare pesantemente la vita degli abitanti del luogo, portandoli a rituali cercando il figlio al prodigo, come in questo caso, trovando terreno fertile in una donna incinta. Con un impianto sterile però la coppia di registi ci porta in questa località norrena dove sembrano esserci rituali nemmeno poi così interessanti e inquietanti, dove il protagonista richiamato da una presenza maligna sembra impazzire un pò alla volta, dove qualsiasi rapporto amicale sembra già deciso in partenza per un finale telefonato e preparato ad hoc dagli abitanti dell'isola. Se mettiamo da parte alcuni pessimi effetti in c.g come i tentacoli che per fortuna vediamo in una sola scena che sembrano farsi spazio dal profondo del mare, alla scena della vasca da bagno che seppur girata bene sembra un parto dell'inconscio e un incubo senza una soluzione di continuità, Sacrifice punta ad un climax finale peraltro assurdo per come riesca a ribaltare le carte in tavola senza mai apparire suggestivo o creando qualche brivido.

domenica 23 gennaio 2022

Forbidden Room


Titolo: Forbidden Room
Regia: Joko Anwar
Anno: 2009
Paese: Indonesia
Giudizio: 4/5

Gambir è uno scultore di successo, le cui opere celano un segreto suggeritogli da sua moglie Talyda. Una strana richiesta di aiuto compare sulla porta della loro casa e Gambir sente con angoscia che qualcuno in città ha bisogno del suo aiuto.
 
Negli ultimi anni una delle cose più belle arrivate dall'Indonesia si chiama Joko Anwar.
Uno che ne sa di paura e che ha saputo ridare enfasi al folklore locale con degli horror interessanti e potenti Impetigore, MODUS ANOMALI, A MOTHER'S LOVE e cimentarsi con il cinema di genere Gundala e la serie ancora inedita da noi del 2015 HALFWORLDS dimostrandosi un autore completo e anticonvenzionale.
E qui con Forbidden Room siamo di fronte ad un horror molto interessante perchè mischia tanti generi dal dramma al noir al thriller psicologico al giallo al grottesco allo splatter al torture.
Con una discesa all'inferno di un protagonista quanto mai vittima di un complotto dove a suo malgrado farà di tutto per rendersi complice.
Un dramma sociale dove la violenza sui bambini e questa strana setta in cui si possono visionare le scene più aberranti e splatter che avvengono nelle case dei prescelti, una via di mezzo tra tematiche snuff e molto altro ancora. E poi è un film sulle diseguaglianze, sulla borghesia, sull'arte, sul matrimonio e sull'importanza di dare alla luce un figlio. Un film enormemente complesso che riesce però nelle sue molteplici citazioni a non essere mai pesante e fuori luogo creando un film estremamente disturbante e pieno di riferimenti colti e mai gratuiti anche quando assistiamo a scene di una violenza senza senso soprattutto ai danni di un bambino lasciando lo spettatore davvero disarmato perchè come il protagonista vorrebbe poter cambiare le cose. E' infine la porta proibita..nascosta nel labirinto della mente di Gambir


Son


Titolo: Son
Regia: Ivan Kavanagh
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Dopo che un misterioso gruppo di individui irrompe nella casa di Laura e tenta di rapire suo figlio David di otto anni, i due fuggono dalla città in cerca di un posto sicuro. Ma subito dopo il fallito rapimento, David si ammala gravemente, soffrendo di psicosi e convulsioni sempre più frequenti. Seguendo il suo istinto materno per salvarlo, Laura compie atti indicibili per mantenerlo in vita, ma presto dovrà decidere fino a che punto è disposta a spingersi per salvare suo figlio.
 
Son è un horror robusto e potente con tanti topoi di genere visti e stravisti ma mischiati assieme con una buona scrittura e diretti dalla mano abile di Kavanagh. CanalNever grow old, erano lavori molto interessanti e intensi dove l'atmosfera la faceva da padrona come nel suo ultimo film.
L'autore mette insieme il tema del figlio del male assieme a quello della setta, del cannibalismo, della gravidanza, dell'istinto materno, della malattia e molto altro ancora.
Si urla parecchio nel film, prima dalla nascita di David e poi nella malattia sempre dello stesso.
Son è una fuga continua, una lotta incessante tra Laura e il resto della società di cui ha paura, da cui fugge e si ripara. Dove non sembrano esserci complici e amici, dove si è in continua e perenne crisi identitaria e dove il passato è un trauma senza parole.
Un film a tratti eccessivo come il finale che non vuole regalare nulla, anzi, restando memorabile per chi non ama gli happy ending e soprattutto per un disegno e un piano diabolico che sembrava già delineato in partenza. Una fuga da un orrore da cui non si può fuggire.

martedì 28 dicembre 2021

Demonic


Titolo: Demonic
Regia: Neill Blomkamp
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Carly viene a sapere che sua madre è in coma, ricoverata in una clinica ultramoderna e dall’approccio sperimentale. Gli scienziati che seguono il suo caso vogliono provare sulla donna una nuova tecnologia, messa a punto dalla clinica stessa, che permette di visualizzare uno spazio immaginato dal paziente e di entrarvi come avatar. Carly accetta dunque di contribuire alla ricerca: i dottori le posizionano degli elettrodi sulla testa e lei viene catapultata in questo spazio virtuale, immaginato dalla madre e ricostruito dal software. Si tratta della sua casa d’infanzia, dove Carly rincontra la madre solo per sfogare su di lei tutto l’odio che le ha riservato in questi anni. Si conclude così la prima visita. I ricercatori, però, hanno bisogno di più informazioni sui pensieri della paziente in coma. Carly accetta quindi di sottoporsi ad altre visite con la madre, ma ogni incontro si fa sempre più strano, insensato, disturbante. Finché Carly non scopre che la clinica nasconde qualcosa: un collegamento con il Vaticano. La madre non è semplicemente in coma, ma in lei vive un demone.
 
Blomkamp e l'horror. Direi uno strano rapporto. Prima di tutto il noto autore di scifi non perde la sua connotazione e infatti viene asservita alla causa con una ricostruzione che sa molto di tecnica hi tech con cui ricostruire virtualmente sogni e ricordi. Da questo momento prende poi l'avvento, anche se molto tardi, la componente sovrannaturale con tanto di possessioni, case infestate, rituali, esorcisti e demoni veri e propri. Il problema di Demonic è quello di prendersi molto sul serio in un'idea davvero esagerata e messa in scena con una certa autorialità vittima di un preconfezionamento utilizzato troppe volte nell'horror. Se non avessi letto che era di Blomkamp non lo avrei mai detto dal momento che questa opera è completamente slegata da una sua politica d'autore vista e apprezzata nelle opere precedenti. Alla fine se proprio vogliamo dirla tutta, a mio avviso funziona in alcune parti un'atmosfera davvero complessa quando ci sono i primi spiragli cyber spiritisti. Poi qualcosa nella storia ha evidentemente fatto cilecca perchè l'autore sembra mischiare tante idee come ibride per un surrogato filmico quando le basi e le premesse per creare un'esperienza immersiva lasciavano davvero ben sperare.

venerdì 24 dicembre 2021

Seven Stages to Achieve Eternal Bliss


Titolo: Seven Stages to Achieve Eternal Bliss
Regia: Vivieno Caldinelli
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Una coppia che vive in una cittadina trova l'appartamento perfetto nella grande città, ma c'è un solo problema: l'appartamento è stato teatro dei rituali suicidi di una setta.
 
Sette tappe per raggiungere l’eterna beatitudine passando attraverso la porta scelta dal Santo Storsh. Una horror comedy con toni grotteschi e quasi mai surreali diviso e scansionato in capitoli.
Un film abbastanza assurdo se non fosse che dopo una partenza davvero tragicomica e con una ironia nera sopra le righe ma mai irritante, il film purtroppo non riesca nel terzo atto a mantenere tali premesse mangiando la foglia e piazzandosi come un tentativo interessante ma che poteva essere approfondito meglio. Ormai il tema delle sette è stato argomento di dibattito nel cinema in lungo e in largo. Questo devo ammettere che apre le premesse per una struttura abbastanza atipica e sintomatica delle follie che possono avverarsi. La strizzatina è rivolta a molte new religion e la presenza di un guru come Taika Waititi che con WHAT WE DO IN THE SHADOW è riuscito nel giro di pochi anni a diventare un colosso assoluto per importanza in quella Hollywood che conta ne è la riprova in un ruolo costruito ad hoc. Per quasi tutto il film vediamo una galleria di personaggi uno più assurdo dell'altro suicidarsi o farsi uccidere dalla coppia che dopo l'apparente shock iniziale decide di contribuire aiutandoli a morire nella vasca da bagno preparando un cocktail mortale.
Se ci mettiamo pure un ispettore di polizia completamente sopra le righe che anzichè cercare di frenare il fenomeno cerca solo di farsi produrre la sua sceneggiatura di un film e una proprietaria di casa che non sembra affatto sopresa di questa mattanza, il film prende binari decisamente assurdi che potevano essere ancora più incisivi e meno ridondanti.

martedì 11 maggio 2021

Sentinel (1977)


Titolo: Sentinel (1977)
Regia: Michael Winner
Anno: 1977
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Alison Parker, una modella bella ma nevrotica, si trasferisce in una vecchia casa di Brooklyn che è stata divisa in appartamenti. L’edificio è apparentemente abitato all’ultimo piano solo da Padre Halliran, uno strano sacerdote cieco e solitario che trascorre tutto il suo tempo seduto davanti alla finestra aperta. Alison inizia da subito a manifestare strani problemi fisici, tra cui insonnia e svenimenti, e ha alcune visioni terrificanti di un suo passato tentativo di suicidio e del suo defunto ma sgradevole padre. Inoltre si lamenta con l’agente immobiliare del rumore causato dai suoi bizzarri vicini di casa, ma le viene detto che la casa è occupata solo dal sacerdote e da lei stessa. Ma il comportamento dei suoi vicini “inesistenti” si fa sempre più surreale e invadente…
 
Il capolavoro di Winner. Un anno dopo il cult di Polanski, esce questo fac simile, con una protagonista femminile, un orda di esseri deformi (reali), una palazzina per proteggere l'accesso all'inferno e infine la sentinella. Il tutto deliziato da dei coinquilini assolutamente atipici, un clima che riesce a trasmettere mano a mano un'atmosfera torbida e inquietante su cui aleggiano presenze poco chiare.
Sentinel è un cult a tutti gli effetti, un film disturbante ed enigmatico al tempo stesso, passato inosservato ed è un peccato vista l'eleganza, la messa in scena, il cast di prim'ordine e molte altre peculiarità a partire dalla recitazione, i dialoghi, le scenografie e i costumi. Sentinel è un thriller paranormale, un horror demoniaco che porta lentamente la protagonista verso la pazzia più pura coadiuvata da traumi personali legati al passato e ad un padre che nella scena del primo ricordo nel palazzo riesce a trasmettere un che di grottesco incredibile. Winner da buon reazionario politicamente scorretto, vedi tutti i film con Bronson e la saga con cui è diventato famoso, spinge forte sulle perversioni diaboliche, sul gore, sulle atmosfere malsane dove il Male viene associato a ‘deviazioni’ sessuali (come il lesbismo delle due vicine o le pratiche orgiastiche praticate dal padre con le due donne obese) senza dimenticare le deformità fisiche con gli ultimi dieci minuti di parata finale di freaks che escono dalle porte dell’inferno.


domenica 18 aprile 2021

Necro Files


Titolo: Necro Files
Regia: Matt Jaissle
Anno: 1997
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Uno spietato serial killer/necrofilo viene ucciso da un poliziotto schizoide, mentre eseguiva atti di cannibalismo sulla sua ultima vittima. Nove mesi dopo una setta di satanisti esegue un macabro rituale, nei pressi della tomba del maniaco omicida…
 
Necro Files nel suo cercare di non prendersi mai sul serio è una piacevole sorpresa girata con due lire. Trash, violento, sadico, necrofilo, torture, cannibal, slasher, splatter, sboccato, con scene di sesso e di droga senza farsi mancare sette sataniche piene di idioti che idolatrano divinità a caso.
Insomma Jaissle che non aveva niente da perdere, avrà visto i fasti della Troma, scopiazzato qualcosina da Buttgereit e Schnaas e così si è detto: facciamo un film erotico dove inserisco uno zombie con un fallo gigante e altre stramberie dove la palma d'oro la vince il bambolotto volante che con un verso agghiacciante insegue le sue vittime per ucciderle.
Si passa dal non sense generale a momenti di ilarità e risate sguaiate per un film bifolco e stupido talmente assurdo e brutto da diventare sublime ma che dalla sua vale molto di pù di centinaia di pellicole sugli zombie viste e riviste.
Qui il tasso di idiozia è ai livelli massimi, il livello di sciatteria è ai fasti così come la demenzialità che travolge tutto il resto facendo succedere cose senza un perchè che le giustifichi. Gente muore a caso e non si capisce bene l'obbiettivo o il percorso dello zombie.
Alcuni spoiler sulla trama: a cadere vittima della sua follia omicida -seguita a stupro- sono, nell'ordine: una coppia intenta a praticare sadomaso; un'altra alloggiata in tenda dove lei non la vuole dare al suo ragazzo che scappa via; una giovane ragazza che si diletta a sodomizzare (con enorme dildo) una bambola gonfiabile. E proprio la bambola attira l'attenzione del mostro, che se ne innamora. Peccato che dal cimitero, il corpicino del feto sacrificato, vendicativo e volante, si metta alla ricerca dello zombi, raggiungendolo per poi sgonfiare, con un morso ben assestato, la bambola. E porre così fine alla romantica love story.

giovedì 15 aprile 2021

Tonight she comes


Titolo: Tonight she comes
Regia: Matt Stuertz
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Una ragazza scompare misteriosamente e il giorno dopo due sue amiche e un giovane postino incontrato per caso si ritrovano nella casa al lago di lei. Lì però cominciano a succedere cose molto inquietanti...
 
Stuertz è uno di quegli autori indie horror molto giovane che ci tiene a dare il suo contributo astruso per un horror atipico che strizza l'occhio al weird, alle tinte grottesche, a una buona parte di trash e personaggi folli che spariscono o muoiono da un momento all'altro con dei colpi di scena apparentemente funzionali. Una storia complessa nella sua banalità, un home invasion che diventa solo un pretesto per un rito satanico e l'aver dato vita ad una creatura in grado di assediare cultisti e personaggi all'interno di una misteriosa casa in mezzo al bosco dove un gruppo di ragazze non fanno che sballarsi e i postini si perdono in lande desolate addormentandosi dove non dovrebbero.
Ha una struttura e un ritmo inusuale il secondo lungometraggio di Stuertz (regista, sceneggiatore, produttore e autore degli effetti speciali), schizzoide, autore in parte confuso, non sempre lineare ma con tanti guizzi e scelte interessanti che sembrano far slittare il film verso territori inesplorati deragliando continuamente.

Spell


Titolo: Spell
Regia: Mark Tonderai
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Un padre di famiglia sopravvive a un incidente aereo negli Appalachi rurali, ma diventa sospettoso della coppia di anziani che lo accolgono per rimetterlo in salute con gli antichi rimedi.
 
Spell è un film che sulla carta aveva delle buone chance di riportare i film sulla tematica vudù in auge dopo quello che finora resta il maggior capolavoro di sempre ANGEL HEART oppure Serpente e l'arcobaleno.
Una famigliola tenuta in assedio da una comunità rurale che si ciba di anime e che ha nei due anziani rapitori i leader indiscussi in grado di trasformare le cerimonie in messe nere in grado di dare longevità. Torture, tanto Misery, un uomo che pur di salvare la sua famiglia proverà a cercarle tutte confrontandosi con gli anziani ma soprattutto con il loro braccio destro, un omone mezzo ritardato. Il film sicuramente ha degli aspetti e delle scene buone in grado di regalare suspance e atmosfera, ma soprattutto verso la metà, le scelte non sono mai incisive e si gira troppo attorno ai dialoghi e alle trovate di Marquis nel cercare di liberarsi e fuggire dagli anziani aguzzini.


mercoledì 24 marzo 2021

Wrong Turn(2021)


Titolo: Wrong Turn(2021)
Regia: Mike P. Nelson
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Sei amici decidono di intraprendere un percorso sui monti Appalachi, ma nonostante gli avvertimenti di gente locale deviano dai sentieri per inoltrarsi in mezzo a un bosco.
Senza volerlo s'imbattono così in una micro società anonima, definita Fondazione, composta nel 1859 da dodici famiglie, convinte di sfuggire - isolandosi - al declino americano. Di mentalità estrememente medievale, il gruppo di selvaggi (che durante le battute di caccia indossa maschere scheletriche di animali) è responsabile della scomparsa di centinaia di persone: tutte quelle che, per distrazione, sconfinano dai sentieri per introdursi nel loro territorio. Mentre due ragazzi del gruppo muoiono a causa di trappole sparse nel terreno, gli altri vengono catturati e sottoposti a un processo "eterodosso". Per difesa hanno infatti ucciso un componente della Fondazione.

Inizialmente pensavo di assistere al remake del solido Wrong Turn del 2003, film senza lodi e senza infamia che trattando slasher, torture e mostri nel bosco era riuscito a fare qualcosa di molto buono come ovviamente non riuscirono i sequel successivi.
In questo nuovo Wrong Turn, cambiano le pedine. Non ci sono più mostri come in NON APRITE QUELLA PORTA o LE COLLINE HANNO GLI OCCHI, ma ci sono gli umani che ancora una volta quando devono essere stronzi sanno farlo più degli abomini. Una sorta di comunità che si è isolata per vivere secondo un nuovo codice di leggi e punizioni, il solito gruppo di adolescenti che cerca il buco più sperduto dove fare trekking (in questo caso molto politicamente corretto con la coppia dove il ragazzo della protagonista è nero e gli amici sono una coppia gay) giusto per essere al passo coi tempi e far vedere di avere vedute allargate. Al di là di una regia precisa, una mdp che sa il fatto suo, una fotografia deliziosa e delle location come lo studio delle inquadrature abbastanza sofisticate, il film nella sua eterna diegesi è un concentrato di stereotipi e luoghi comuni che sinceramente speravo ormai abbandonate alla ricerca di nuove narrazioni o un'originalità almeno abbozzata.
Un reboot scontato che tenta di fare qualcosa di più partendo dal padre di una delle ragazze scomparse cercando così di aumentare le sotto trame, senza invece avere la consapevolezza che tale azione non solo sminuisce il ritmo e l'atmosfera ma rende il tutto ancora più noioso incastrando elementi che non dovevano esserci, senza avere mai dalla sua un colpo di scena come si deve ad eccezion fatta dei titoli di coda e la furia spietata di Jen.


martedì 17 novembre 2020

We summon the darkness


Titolo: We summon the darkness
Regia: Marc Meyers
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Tre amici organizzano un viaggio in macchina per partecipare ad un concerto. Lì conoscono altri tre ragazzi e con loro si recano in una casa in campagna. Non sanno che una notte di svago e divertimento si trasformerà presto in una macchina mortale, con corpi che si cominciano ad accumulare ed un assassino che si nasconde.

We summon the darkness non si sbilancia molto rispetto ad alcuni suoi predecessori. Setta, sacrifici, un obbiettivo scontato dopo la battuta di Alexis a Val nel parcheggio appena trovano i gonzi di turno. Un film che forse per assurdo funziona meglio nel primo atto, quando non svela direttamente come andrà ad evolversi la trama e lasciando lo spettatore in un limbo in cui può aspettarsi tutto come niente. Gli omicidi rituali, gli anni '80, due fichette con la terza novizia che dovrà superare la grande prova e poi i soliti sfigati, la polizia che finisce molto male e ville da ricchi e profeti dell'apocalisse che riusciranno a farla franca. Si divide in parti molto nette il film senza lesinare scene di combattimento, torture e sangue ma tutti e tre questi elementi sanno di finto, di soporifero senza mai riuscire ad esaudire i nostri desideri e deliziare la nostra sete di sangue.
Vi dirò l'elemento del film più originale in modo che vi facciate due domande ovvero far sembrare omicidi seriali le bravate di un gruppo di satanisti quando in realtà nulla è come sembra e un pastore, profeta che sembra puntare il dito contro queste ignominie, in realtà altro non è che il capo della setta e il padre di una delle tre ragazze.
Tanto fumo e niente arrosto, colpi di scena assenti e passaggi come azioni incredibilmente scontate, il "massacro" nella casa è lunghissimo forse volendo pure citare la Manson family, viene citato tra gli stipiti della casa Green Inferno (di cui questa commedia teen horror non vale nemmeno l'unghia) e infine contando che le tre protagoniste sono metallare fighette e con la voglia di sballarsi e divertirsi potevano almeno osare qualcosa, invece il nulla.