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martedì 22 marzo 2011

Island

Titolo: Island
Regia: Michael Bay
Anno: 2005
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Nel ventunesimo secolo, il pianeta terra è stato completamente messo a soqquadro da un disastro ecologico, quasi tutti gli esseri umani sono morti e quelli che sono sopravvissuti vivono come prigionieri in un area protetta.
Il sistema dice ai pochi rimasti che al di fuori dell’area protetta non esiste più niente, l’unico modo per andarsene e quello di essere scelti per andare sull’isola, paradiso naturale o artificiale di cui nessuno sa niente, poiché nessuno è tornato.
Lincoln Six-Echo e Jordan Two-Delta sono due amici che vivono spaesati nella loro area eseguendo i compiti prestabiliti dal sistema.
Solo che Echo ha degli strani incubi che gli fanno sorgere dubbi per quella che è la vita fuori dall’area. Echo sarà il primo a scoprire che l’isola, altro non è che un laboratorio in cui tutti sono già morti…solo scappando dall’area si ha la possibilità di scoprire che forse non tutto è contaminato ma se tutti hanno paura allora nessuno raggiungerà la tanto sognata “terra promessa”.

Se molti registi sono scialbi e appaiono come degli impiegati di Hollywood, beh Bay potrebbe essere il dirigente dal momento che gioca sempre con budget stellari per dei film che mai riescono a centrare il bersaglio diventando blockbuster dediti solo agli effetti speciali e al ritmo forsennato.
The Island è l’ennesimo film di fantascienza che a differenza degli altri non convince, così come i due protagonisti troppo spaesati come se stessero ancora cercando di capire che cosa non funziona nella sceneggiatura. Innanzitutto i movimenti di macchina sempre più “plastici”, finti e asettici che danno l’impressione di essere riprese per un documentario su qualche pianeta sconosciuto.
Buona e accurata la fotografia.
Pubblicità non occulta, e come non accorgersene, tutto è di marca e tutto ci viene spiattellato davanti come marche sportive, ditte di computer, marche di birra e d’acqua, incredibili navi di lusso…che immondizia usare un film come campagna promozionale per le etichette.
Naturalmente non è un fenomeno nuovo nei film neo-hollywoodiani. Solo forse non era così palese come appare in questa pellicola decisa più che mai dai produttori e messa a punto da un regista catastrofico che spero venga fermato perché rischia di arrecare nuove “paure” al popolo americano.