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sabato 2 febbraio 2013

Push

Titolo: Push
Regia: Paul McGuigan
Anno: 2009
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

La Division è una strana agenzia paragovernativa che trasforma geneticamente alcuni individui, creando così un esercito di psicoguerrieri, eliminando senza pietà quanti rifiutano di sottoporsi ai loro esperimenti. Nick Gant, un telecinetico di seconda generazione, o “mover”, è nascosto da quando, dieci anni prima, la Division ha ucciso suo padre. Ha trovato rifugio nella affollata Hong Kong: l’ultimo posto sicuro sulla terra per paranormali in fuga come lui. Ovviamente deve tenere ben nascosti i suoi poteri. Nick è obbligato ad uscire allo scoperto quando Cassie Holmes, una tredicenne chiaroveggente, o “watcher”, cerca il suo aiuto per ritrovare Kira, una “pusher” anche lei in fuga, che potrebbe avere la chiave per combattere i piani della Division. I pusher posseggono il più pericoloso dei poteri, la capacità di condizionare le azioni degli altri instillando pensieri nei loro cervelli. La presenza di Cassie presto attira l’attenzione dei segugi della Division, e Nick e Cassie devono scappare perché le loro vite sono in pericolo. Con l’aiuto di una squadra di malavitosi dotati di poteri, la strana coppia si muove nei bassifondi della città, cercando di anticipare le mosse dell’agenzia che sta cercando Kira. Purtroppo il loro cammino si intreccia a quello dell’agente della Division Henry Carver, un pusher che non si fermerà davanti a niente affinché i giovani non riescano nel loro intento…

Prima di parlare del film bisogna spendere due paroline sul regista. McGuigan è un regista con una carriera davvero anomala. E’partito con il tanto acclamato ACID HOUSE per passare al geniale GANGSTER N°1 e poi girare due menate prima di arrivare a SLEVIN, carino ma nulla di più, e poi questo PUSH.
Dopodichè sembra che la sua carriera sia ancorata sulle serie televisive.
PUSH non è del tutto malvagio, certo non si urla a niente di troppo travolgente, eppure per certi versi si discosta nettamente da tutti i film su persone dotate di super-poteri, anche se proprio legato a questo, sembra una perfetta occasione mancata in cui lo stile di regia si sarebbe certamente elevato a qualcosa di più se la scrittura l’avesse permesso.
Dagli integrazionisti (la Divisione) ai separatisti (Nick, Cassie e compagni), lo scontro è quasi dentro gli istinti e le ragioni che spingono i protagonisti nelle loro scelte e azioni.
Diciamo che sembra una favola alternativa dell’universo Marvel degli X-MEN ma senza il guizzo avuto da Singer nel non banalizzare mai il concetto di diversità ma correlandolo bene con le difficoltà umane e sociali e i rimandi politici e militari.
Ci sono delle buone idee e anche la fotografia ci mette del suo. A volte i protagonisti non sembrano credere tanto nei loro personaggi e forse è stata messa troppa carne al fuoco come dimostra la complessa struttura e divisione delle tipologie di personaggi all’interno del film.
Pusher (controllori delle menti), Mover (telecinetici),Watcher (chiaroveggenti), Bleeder (la cui acutezza di voce può frantumare vetri e far scoppiare i cervelli), Stitch (guaritori o debilitatori), Shift (mutaforme), Wiper (cancellano la memoria), Shadow (nascondo cose epersone) e Sniff (seguigi).
Diciamo che se fosse stata una serie televisiva, e allora qui McGuigan avrebbe sfruttato il suo futuro posto da impiegato, allora avrebbe potuto regalare qualcosa di certamente maggiore.
La storia d’amore poi fa venire letteralmente il latte alle ginocchia per la tristezza e la banalità con cui cerca di prendersi sul serio.