Titolo: Asparagus
Regia: Suzan Pitt
Anno: 1979
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
Una riflessione simbolica su questioni
di sessualità femminile, arte e costrutti identitari. Nelle parole
di Suzan Pitt, è “un poema visivo sul processo creativo” che
“accompagna gli spettatori attraverso la sua ricerca dell’essenza
delle forze creative che governano e guidano la nostra esistenza”.
Asparagus nella sua sinteticità
approfondisce alcune tematiche sulla la situazione della donna
dandole sfumature e risaltandone i desideri e il modo di comunicare.
Grazie al sapiente uso dell'animazione
e della stop motion, la Pitt lavora su una tematica straziante,
onirica e spiazzante attraverso soprattutto l'immaginazione e le sue
rappresentazioni e andando a scandagliare tutti quei non detti o
quelle paure inconsce che quasi mai i registi si prendono la briga di
osservare. Un viaggio verso un continuo ed ininterrotto fantasticare
in uno scenario che sembra proporre forme falliche passando da uno
scenario all'altro ed arrivando fino ad un'atmosfera subacquea, tra
oggetti quasi di corallo, ad una nutrita serie di immagini
simboliche, fino ai tanti tragitti attraverso la città in cui i
sogni s'interrompono come in apnea, tra la folla degli altri che sono
dipinti diversamente. Molto femminile il tratto intimista della
regista che metaforicamente e non usa una galleria di immagini
evocative e potenti come a risaltarne lo scopo e il significato.
Una prigione privata di sogni confusi
che portano all'incapacità di concentrazione, di un desiderio
represso di espressione, del sesso interiorizzato di una donna in
soli venti minuti.