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martedì 1 novembre 2022

Tuo sepolcro...la nostra alcova


Titolo: Tuo sepolcro...la nostra alcova
Regia: Mattia De Pascali
Anno: 2020
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Sconvolto e depresso per la scomparsa della fidanzata Iris, brutalmente massacrata da un ignoto assassino, Aristodemo acquista una bambola sessuale di dimensione umana, chiamata Persefone. Aristodemo sperimenta quindi un progressivo stato delirante, tale da arrivare a convincersi che Persefone abbia preso vita. Mentre sprofonda in un vortice di perversioni sessuali sempre più spinte con la bambola, il killer che ha ucciso Iris è di nuovo in azione.
 
Dopo McBetter che non mi era piaciuto, De Pascali, emergente regista horror italico del panorama indipendente tira fuori questo simpatico dramma grottesco mischiando sesso, violenza, magia, esoterismo e necrofilia con sequenze slasher ricche di elementi gore e splatter, fra pugnalate, motoseghe, strangolamenti e corpi fatti a pezzi praticamente tutti a opera del killer e dove gli FX artigianali sono un notevole valore aggiunto . Il tutto però senza mai prendersi troppo sul serio creando anche qualche momento trash delizioso (il club sadomaso ad esempio) e delle performance forse troppo fuori dagli schemi dove sicuramente Benedetta Rossi nel ruolo della sexy doll che si trasforma in ninfomane, quasi sempre nuda, è la visione che il pubblico apprezzerà di più.
Dicevo delle performance limitative dello stesso attore/regista Lepori, e Alex Lucchesi rese troppo eccessivamente surreali da dialoghi non proprio all'altezza soprattutto nei toni e nella banalità di fondo. Il film comunque entra di merito in quelle produzioni che ammiccano al cinema estremo europeo soprattutto Joe D'Amato (Aristide Massaccesi) e il protagonista Aristodemo, Buttgereit, Schnaas e simili ed entra nella galleria di quei registi indipendenti dediti all'horror italiano come Alemà, Bianchini, Boni, Bosermann, Cristofaro, D'Antona, De Falco, De Feo, De Feudis, Dejoe, Frison, Gualano, Lepori, Liguori, Lombardi, Longo, Misischia, Monti, Paoletti, Pavetto, Pesca, Picchio, Ranzani, Ristori, Rosson, Scafidi, Scargialli, Sfascia, Tagliavini, Torre, Visani, e Zagagnoli.
L'opera dal canto suo mischiando ironia e violenza esplora parafilie, feticismi prendendosi qualche licenza poetica se ad esempio la trasformazione della bambola in cadavere ambulante sia frutto di un sortilegio o della pazzia del protagonista