Titolo:
Lockout
Regia: Stephen St.
Leger e James Mather
Anno: 2012
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Un uomo rimane
coinvolto in una cospirazione e viene arrestato come spia antiamericana. Al
criminale viene offerta una possibilità di salvezza. Se riuscirà ad aiutare la
figlia del presidente rapita e segregata in una stazione spaziale orbitante a
cinquanta miglia di distanza dalla Terra riuscirà a ottenere la libertà. Nella
prigione in questione sono detenuti 500 dei più pericolosi criminali della Terra
che vengono tenuti sedati, ma che all'improvviso potrebbero risvegliarsi
Sin da subito il
marchio di Luc Besson la dice lunga sugli intenti produttivi del famoso
“imprenditore” francese del cinema.
La storia è sempre la stessa, pretesto becero per puntare
tutto su una dirompente azione dall’inizio alla fine. C’è un tipo ingiustamente
accusato che da bravo tamarro se ne infischia della polizia avendo quella
faccia tosta che sai benissimo si porterà dietro fino alla fine del film. I
personaggi sono così banali e stereotipati, naturalmente è il caso anche del
protagonista, che sai benissimo come la funzione sia sempre la stessa.
Attore belloccio + budget d’avanguardia + storia
fessacchiotta + tante sparatorie + totale assenza di colpi di scena + finale retorico
e menate una dopo l’altra.
Lockout dovrebbe divertire e basta tra inseguimenti su
moto che sembrano rubate a Batman piuttosto che le citazioni che come meteore
impazzite investono il film sin dalla pensata del soggetto.
Un carnaio di azione frenetica per un finale mai così
classico e prevedibile.
Sicuramente meno commerciale di tanti altri film, Lockout
poteva divertire di più e regalare qualcosa di più sulle new-entry delle regole
di genere contando che il buon Pearce non trova nulla di incoraggiante nel
copione.