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venerdì 28 febbraio 2025

Black Cab


Titolo: Black Cab
Regia: Bruce Goodison
Anno: 2024
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 2/5

Quando Anne e Patrick prendono un taxi nero dopo una serata fuori, il loro autista è loquace e persino allegro, ma i due non sono dell’umore per conversare. Infatti, la coppia è a malapena in buoni rapporti. Questo cambia quando si rendono conto che il conducente non ha intenzione di portarli a casa. Intrappolati nel taxi senza alcuna via di fuga, il tassista conduce la coppia su una strada deserta e presumibilmente infestata. Qual è il suo vero obiettivo? È folle o semplicemente malvagio? E perché ha scelto Anne e Patrick come sue prossime vittime?
 
Il problema di Black Cab fondamentalmente è quello di non essere mai incisivo e trovare i crismi di un ghost movie e di un patto da fare appunto con un fantasma per riavere indietro il proprio figlio e lo scambio andrà fatto proprio con il nascituro di Anne che però...
E' qui forse l'unico vero interessante climax finale e colpo di scena che restituisce qualche merito ad un film lungo, noioso, dove il personaggio di Patrick è detestabile e dove a parte l'atmosfera e le campagne inglesi sempre nebbiose e misteriose, siamo costretti a finire in una morsa di dialoghi anche abbastanza ridondanti sul perchè Anne sia stata scelta, sul perchè Frost abbia scelto proprio lei e sulla storia tragica e sfortunata proprio del taxista.

mercoledì 11 dicembre 2024

Mads


Titolo: Mads
Regia: David Moreau
Anno: 2024
Paese: Francia
Giudizio: 4/5

Dopo aver provato una nuova droga, Romain si mette in macchina per andare a una festa. Lungo la strada, una donna ferita e in stato confusionale sale sulla sua macchina, per poi perdere totalmente il controllo, ferendosi con estrema violenza fino a uccidersi. Comincia per Romain un incubo a occhi aperti, con 
visioni che sembrano indistinguibili dalla realtà: che droga ha preso? Cosa sta realmente succedendo?

Mads è uno dei film più scioccanti ed esagerati degli ultimi anni. Una scheggia malata e impazzita che parla di come una droga "cucinata da non si sa chi" possa devatsare le vite di alcuni giovani e portare ad un rapido raid da parte di un'elite militare che spara prima di chiedere. Mads si divincola tutto in un unico e impressionante piano sequenza, un film che sembra debba sempre cambiare registro dopo pochi minuti diventando ansiogeno e devastante nel suo impatto, nel come ci riporta a quell'horror francese di Laugier e soci, un film che strizza l'occhio a così tante cose ma sapendolo fare bene, devastando le vite dei cittadini di una piccola città, parlando di una sorte di eroina scura che vediamo solo all'inizio in grado di modificare azioni, percezioni e forza..un miscuglio di generi che abbraccia l'horror, il body horror, il gore, lo splatter, il torture, gli esperimenti sugli esseri umani come cavie, condito poi con interpretazioni disperate e stupende
In questa stagione ancora un horror da annoverare tra i migliori in assoluto. Un cinema che sembra esaurire la pazienza dello spettatore, composto di grida che non vogliono mai cessare e di sangue e lamenti come una seduta di tortura barkeriana


venerdì 13 settembre 2024

Oddity


Titolo: Oddity
Regia: Damian Mc Carthy
Anno: 2024
Paese: Irlanda
Giudizio: 4/5

Quando Dani viene brutalmente assassinata nella remota casa di campagna che lei e suo marito Ted stanno ristrutturando, tutti sospettano che si tratti di un paziente dell'istituto di igiene mentale locale, dove Ted è medico. Tuttavia, poco dopo il tragico omicidio, il sospettato viene trovato morto. Un anno dopo, Darcy, la sorella gemella cieca di Dani, sedicente sensitiva e collezionista di oggetti maledetti, fa una visita inaspettata a Ted e alla sua nuova fidanzata, Yana. Convinta che l'omicidio di sua sorella sia avvenuto più di quanto si sappia, Darcy ha portato con sé gli oggetti più pericolosi della sua collezione maledetta per aiutarla a vendicarsi.
 
Oddity è un film molto d'atmosfera, originale, di quelli minimali, lenti che richiedono tempo per dipanare ritmo, storia e azione. E' un film con delle scelte interessanti, lo stesso esoterismo e le sue componenti vengono utilizzate in modo funzionale come quella sorta di Golem tenuto in casa, il rapporto con i suppelletti e la magia. Oddity è la prova che Mc Carthy dopo l'ottimo CAVEAT sceglie sempre storie anguste, in pochi spazi desolati e spogli. Questa è una sorta di revenge-movie dell'aldilà con toni da ghost story, di chi sta ancora cercando una pace dopo una morte ignobile.
Una sceneggiatura scritta come sempre in maniera puntigliosa, in grado di capovolgere e sconvolgere la cronologia degli eventi tra passato e futuro con personaggi simili che sembrano confondere e sostituirsi in maniera macabra e bizzarra. Oddity è tutt'altro che azione, ma un brivido e una sensazione di chi riesce a dipanare un horror psicologico possedendone i mezzi e le competenze senza concedere mai al pubblico quello che si aspetta e vorrebbe ma lasciando la punizione soprannaturale come unico giudice finale

venerdì 6 settembre 2024

In a violent nature


Titolo: In a violent nature
Regia: Chris Nash
Anno: 2024
Paese: Canada
Giudizio: 3/5

Quando un medaglione viene rimosso da una torre antincendio crollata nel bosco che seppellisce il cadavere in decomposizione di Johnny, uno spirito vendicativo è spronato da un orribile crimine vecchio di 60 anni, il suo corpo viene resuscitato e diventa determinato a recuperarlo.

In a violent nature è un film noioso e sopravvalutato. L'idea di piazzare il punto di vista da parte del serial killer (che poi è un mostro che si risveglia perchè rubano il ciondolo della madre che serviva a farlo stare sotto terra) poteva rivelarsi interessante come forse lo sarà anche il nuovo film di Soderbergh con la stessa idea ma su una casa stregata e il punto di vista della medesima.
Il film fatica davvero a decollare. Le scene dove seguiamo il nostro maniaco che cammina in parti diverse del bosco senza fare nulla se non cercare di individuare le vittime diventa quasi claustrofobico. In più cammina sott'acqua. A livello tecnico è girato molto bene, c'è quasi un'assenza totale dei dialoghi perchè il nostro non parla e le uniche battute sono delle vittime quando le trova. Però anche in questo modo non veniamo mai a capo di nulla, degli intenti, di una qualche caratterizzazione, come se nulla di ciò importasse. Ed in parte ha un suo perchè dal momento che lo slasher non ha di queste pretese e sapere di cosa parlino alcuni giovani arrapati abbiamo una filmografia molto costipata che parte dagli anni '80 ad oggi.
E' un'operazione solo in parte originale e con un suo perchè che sinceramente non ho apprezzato come la maggior parte dei suoi sostenitori.

lunedì 13 maggio 2024

Baghead


Titolo: Baghead
Regia: Alberto Corredor
Anno: 2023
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

Dopo la morte del padre, da cui si era allontanata da tempo, Iris scopre di aver ereditato un pub secolare e fatiscente. Si reca a Berlino per identificare il corpo del genitore e incontrare l'avvocato per discutere della proprietà. Non sa che, una volta firmato l'atto, diventerà indissolubilmente legata a un'entità indicibile che risiede nel seminterrato del pub - Baghead - creatura mutaforma che può trasformarsi a suo piacimento.

Baghead è un film abbastanza anomalo perchè seppur convincente e interessante nelle scelte sotto molti aspetti, ha dei cali di tensione e delle potenzialità mal sfruttate. Soprattutto alcune scene che non fanno proprio parte dell'atmosfera horror a partire da Iris che non sembra mai temere nulla partendo dalla scelta di dormire nella proprietà gigantesca piena di rumori e movimenti anche da parte di Baghead nella cantina e lei che controlla senza avere paura di nulla, oppure l'arrivo di Owen nel pieno della notte che chiede subito a Iris quel favore per cui la strega è tanto famosa e tanto temuta. Interessante la scelta di riportare in vita le anime dei morti per avere un ultimo dialogo anche se non sempre le scelte risultano funzionali come ad esempio quando Iris vede il cadavere di suo padre o nel pre climax finale e la morte di Katie. Un film che non sfrutta mai davvero il suo potenziale ed essendo british mi aspettavo davvero molto di più soprattutto contando che anche se nella brevitas della vita del suo personaggio abbiamo Peter Mullan.

mercoledì 27 marzo 2024

Random Acts of Violence


Titolo: Random Acts of Violence
Regia: Jay Baruchel
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Il disegnatore Todd Walkley e il suo editore Ezra hanno fatto fortuna grazie a un fumetto basato su un serial killer realmente esistito di nome Slasherman. Durante un tour promozionale per pubblicizzare l'ultimo capitolo del loro lavoro, fanno tappa nella città in cui vent'anni prima Slasherman aveva seminato il terrore. Al loro arrivo, però, si sussegue una nuova ondata di efferati crimini, stranamente simili a quelli raccontati da Todd. Speculazione e paranoia prenderanno presto il sopravvento, sollevando mille interrogativi sul nuovo misterioso assassino.
 
Nonostante la visione sia stata interrotta da diversi sbadigli e da un ritmo che in più parti ci mette davvero troppo ad ingranare, il film di Baruchel se non altro cerca di trovare qualche elemento originale nel soggetto e nella riflessione a cui porta questo slasher. Si parla di fumetti, in questo caso del torture porn che sembra materia naturale per la coppia di protagonisti senza moralismi o il fatto che squartare delle donne possa non piacere a Kathy la ragazza di Todd. Invece per fortuna siamo in America dove almeno da questo punto ognuno è libero di fare il cazzo che gli pare.
Se nella prima parte il villain viene generato e cresciuto a suon di tavolozze e omicidi, nella seconda parte e soprattutto nel climax finale dove ci sarà un tosto face to face, entrambi verrano messi di fronte alla responsabilità che ha di fatto l'arte e in questo caso del suo disegnatore Todd
nei confronti del suo pubblico scegliendo di mettere in scena la violenza estrema soprattutto sulle donne e del tipo di pubblico che questo genere finisce per attrarre che manco a farlo apposta è perlopiù composto dalle stesse donne che dimostrano di amare l'horror e il porno più degli uomini.

mercoledì 7 giugno 2023

Huesera


Titolo: Huesera
Regia: Michelle Garza Cervera
Anno: 2022
Paese: Messico
Giudizio: 3/5

Valeria sogna da tempo di diventare madre. Dopo aver appreso di essere incinta, si aspetta di sentirsi felice, ma qualcosa non va.
 
Huesera è un indie horror semi folkloristico di quelli che trattano il tema della maternità e del sodalizio con la fede e le superstizioni. Un esordio coraggioso e importante che sigla il talento e l'attenzione ancora una volta innegabile per questo tipo di tematiche per regalare nonchè restituire pezzi di cultura locale e tradizioni del proprio paese. Huesera parte anche con un'impennata che lascia presagire una deriva da ghost stories fino a che Valeria vede questa sorta di persone sfigurate e assiste a suicidi che poi così non sono. Il film non risparmia una certa dose di violenza a profusione così come sangue e tutto il resto..d'altronde la Cervera arriva da quel Mexico Barbaro davvero grandguignolesco. E nella storia di emancipazione di Valeria scopriamo il suo passato, la sua propensione sessuale, il fatto che crescendo sembra essersi macchiata di alcune colpe che le streghe locali collegano con il fatto che non possa essere una buona madre arrivando a prendere in esame un rito oscuro e pericoloso. Lo sdoppiamento di personalità, la presenza che sembra oscurarla, il suo bambino rapito e nascosto addirittura per tutta la notte nel frigorifero, sono tutti elementi che portano ad un continuum di un'atmosfera quando mai congeniale e ispirata che riesce a creare e depositare ansia nello spettatore attraverso gli occhi spaesati della sua ottima protagonista

sabato 13 maggio 2023

Virus 32


Titolo: Virus 32
Regia: Gustavo Hernández
Anno: 2022
Paese: Uruguay
Giudizio: 3/5

Iris è una madre single che lavora come guardiana notturna in uno sporting club abbandonato. Dal momento che non ha nessuno che può prendersi cura della figlia Tata, è costretta a portarsi dietro, al lavoro, la sua bambina di 8 anni. In apparenza non ci sono pericoli: durante il suo giro di ronda, la piccola può giocare indisturbata, mentre la madre la sorveglia con l'occhio delle telecamere. Ma proprio nel momento in cui sono separate, l'edificio viene attaccato da un'orda di zombi. Iris deve ritrovare la bambina e salvarla, mentre altri sopravvissuti si rifugiano nell'edificio e minacciano la loro sopravvivenza.

Virus 32 è un film che aspettavo da tempo se non altro perchè ero interessato a vedere come in Uruguay si cimentassero con un sotto genere del'horror così abusato. A differenza dell'idea dei 32 secondi che non ho trovato poi così originale, funziona molto bene nel film l'atmosfera, l'ansia che Iris e figlia trasmettono, il fatto di aver sfruttato molto bene un'unica location e un make up interessante. Dal piano sequenza iniziale si denota subito come sia precipitata la civiltà e l'elemento assurdo è che nonostante assistiamo ad attacchi degli zombie a danno degli umani, giacchè gli eventi sembrano isolati, il resto delle persone vive tranquillamente quasi come se non volesse vedere ciò che sta capitando. Sequenze ben orchestrate, interpretazioni convincenti, più tensione e meno splatter, Virus 32 ha saputo trovare dei piccoli ma ingegnosi cavilli in grado di offrire agli abituali e sempre più esigenti cultori della materia o semplici appassionati delle varianti sul tema.

Deadstream

Titolo: Deadstream
Regia: Winter Brothers
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Shawn Ruddy, influencer caduto in disgrazia e schiavo dei suoi follower, decide di riguadagnare la popolarità perduta con lo stunt più esagerato possibile. Promette di passare la notte nella casa infestata più celebre della zona senza mai scappare - pena l'annullamento del contratto con lo sponsor - e promette di registrarsi in diretta streaming mentre esplora la villa abbandonata. Il suo arrivo, però, risveglia uno spirito malvagio in cerca di vendetta.
 
Deadstream è un mockumentary di quelli che potevano se non altro avere ottimi spunti per rendersi simpatici. Il fenomeno degli youtuber (così come molte altre piattaforme e social più recenti) ormai pur di fare visual e cercare nuovi iscritti sono capaci di fare qualsiasi cosa arrivando a perdere la dignità come in tanti hanno già fatto o continuano a fare. Shawn Ruddy il protagonista, che poi è lo stesso Winter attore e regista, fa di tutto per stare antipatico e in questo il film ci aveva visto bene con delle belle premesse dando però troppo per scontato il fatto che andrà a bussare alla porta sbagliata.
Il personaggio di Chrissy non funziona in termini di fedeltà alla materia narrativa e poi i jumpin scare nel finale, per fortuna almeno old school, non riescono a infondere un'atmosfera di tensione al ritmo e alla trama. Bisogna anche riconoscere ai Winter Brothers dopo l'ottimo segmento To Hell And Back di V/H/S/99
di provare almeno ad essere dissacranti e politicamente scorretti mandando in vacca e all'inferno questi personaggi scriteriati che ora più che mai inquinano la rete in cerca di un ascolto per sedare le loro lacune mentali.

lunedì 20 febbraio 2023

A wounded fawn


Titolo: A wounded fawn
Regia: Travis Stevens
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Dopo essere riuscita finalmente a chiudere una relazione violenta che le ha lasciato segni psicologici e fisici, Meredith è pronta a rimettersi in gioco e per questo accetta di passare un weekend con Bruce, una persona a cui è arrivata tramite alcuni amici comuni. All'inizio tutto sembra andare per il verso giusto e lui si dimostra carino, affettuoso, divertente. In realtà è un serial killer.
Girato appositamente in 16 mm per dare risalto alla pellicola, ai colori, ad una fotografia calda e una messa in scena di luci ed ombre magnifica che soprattutto nel secondo atto attraverso il bosco renderà tutti gli omaggi possibili al cinema horror anni'70-80.

Stevens alla sua terza regia non sbaglia ma anzi centra un altro importante obbiettivo con un horror sulla violenza sulle donne, un revenge movie che chiamerà in ballo la tragedia greca, le Erinni che tornano, tanta arte, Rami, Bava, Argento e molto altro ancora. Un film che parte soprattutto come un thriller, un "giallo all'italiana degli anni d'oro" per poi trasformarsi e diventare onirico oltre che un bagno di sangue dove Bruce finirà in una discesa all'inferno passando per i suoi demoni personali dove si affacciano gufi enormi e i cadaveri delle donne uccise.
A wounded fawn è un film assurdo, complesso e dinamico, dove succede di tutto e l'azione prende il sopravvento pur senza mai inglobare a se la storia o senza prendersi i suoi momenti per ragionare e sparare tutto lo scindibile in materia drammatica. Grazie anche ad un cast che riesce a dimostrarsi all'altezza, ci troviamo di fronte ad una delle più belle sorprese della Shudder in questo 2022.

Boy behind the door


Titolo: Boy behind the door
Regia: David Charbonier, Justin Powell
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Una notte di terrore inimmaginabile attende il dodicenne Bobby e il suo migliore amico, Kevin, quando vengono rapiti mentre tornano a casa da scuola. Riuscendo a fuggire dai confini, Bobby naviga nei corridoi bui, pregando che la sua presenza passi inosservata mentre evita il suo rapitore ad ogni angolo. A peggiorare le cose è l'arrivo di un altro estraneo squilibrato, il cui misterioso accordo con il rapitore potrebbe significare una condanna certa per Kevin. Senza mezzi per chiedere aiuto e chilometri di terre oscure in ogni direzione, Bobby intraprende una missione di salvataggio, determinato a scappare insieme a Kevin, vivo… o a morire provandoci.
 
Cosa non si fa per amicizia. Sembra di vedere Butch salvare Mascellus se non fosse che loro erano adulti e di certo non amici. Bobby e Kevin hanno siglato un patto, amici per sempre e questo li porterà a scontrarsi nell'antro della belva con alcuni insospettabili maniaci.
E' un ottimo esempio di film di suspance e tensione, un thriller rodato che riesce e dimostra buoni colpi di scena, attori in stato di grazia (i bambini sono straordinari) una tematica già vista ma mai morbosa e uno stile attento e infallibile nello sferrare alcuni pugni allo stomaco decisivi e spesso inaspettati. Sembra tante cose eppure una serie di tasselli lo pongono in maniera inusuale come ad esempio la scena della promessa iniziale e il fatto di non vedere i genitori o meglio gli unici adulti più tardi come carnefici. La scena in cui Bobby trova un vecchio telefono e una macchina che non riesce a guidare. Un assalitore che sembra per un attimo voler comunicare qualcosa al bambino prima della sua dipartita e così via...con dei bei twist narrativi e drammaturgici la coppia di registi grazie alla Shudder dimostrano al loro esordio di avere un certo talento contando che il tema dei rapimenti e la tortura sono elementi visti e rivisti ma qui hanno veramente qualcosa di notevole e mai gratuito.

lunedì 2 gennaio 2023

Deeper you dig


Titolo: Deeper you dig
Regia: John Adams e Toby Poser
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

All'indomani di un incidente stradale, il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti si annulla per una madre, una figlia e uno sconosciuto.
 
E' interessante il percorso artistico dei due registi che successivamente se ne uscirnano con un altro intenso film come HELLBENDER. Sicuramente Toby Poser è appassionata di magia, esoterismo e tanti elementi che qui scattano e nel film successivo verranno ripresi con ancora più intensità.
Deeper you dig più che un horror, anche se a tratti lo ricorda, sembra più un thriller grottesco.
Quasi dalle parti di FARGO per intenderci, in mezzo alla neve e alle montagne, dove si vive isolati, dove ci sono pochissime persone e dove sembra facile poter nascondere un cadavere.
L'opera mostra una cura maniacale per i particolari, per come vengono dilatati i tempi e su come si portino alla follia alcuni personaggi in particolare Jack, il quale deve ristrutturare un rudere dove Ivy quando era più giovane ci andava a ballare e dove Echo finirà per apparirgli dopo la morte.
Nulla in questo film è legato al caso, dai nomi dei personaggi, alla strana combinazione per cui John Adams, Toby Poser e Zelda Adams oltre a essere protagonisti sono anche e rispettivamente marito, moglie e figlia, di come vengano inseriti diversi generi con scene suggestive e altre dove nel silenzio apparente viene evocata una certa atmosfera funzionale per gli intenti e gli obbiettivi di alcuni personaggi. E' un film molto misurato dove la fotografia fredda e tutti questi blu e bianchi risaltano per dare quel senso di impotenza e solitudine in mezzo a vallate fredde e inospitali.
Un film che dimostra da parte di questi autori una grande fame di voler raccontare, mettendosi in prima linea e curando un'opera come se facesse parte integrante del processo e della crescita artistica ma anche dello stesso nucleo familiare.


They live in the grey


Titolo: They live in the grey
Regia: Vang brothers
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Claire, mentre indaga su un caso di abusi su minori, scopre che la famiglia è tormentata da un'entità soprannaturale
 
They live in the grey già dal nome assurge come una sorta di condanna per una donna fragile con il dono di vedere i morti e quasi tutte le loro raccapriccianti sorti. Claire lavorando come assistente sociale sugli abusi a danno dei minori è sempre combattuta tra una deontologia professionale e l'empatia di essere stata anche lei madre e questa particolarità emerge molto sia in aula di tribunale che durante le sue incursioni a casa delle famiglie disfunzionali dove arriva come una sentenza senza nessun avvertimento.
Il film dei fratelli Vang si ispira a molte fonti ma cerca in se quel guizzo per cercare di ritagliarsi un posto suo nel genere e riesce tuttavia a farlo anche se con un ritmo molto lento e una narrazione che non sempre riesce a creare quell'atmosfera da lasciare ipnotizzato lo spettatore. Quando ci riesce come nelle dure manifestazioni degli spiriti vendicativi o nel delirio che rischia di far sprofondare Claire in un limbo di follia, allora il film grazie anche ad una messa in scena sterile, elegante e senza mai mettere l'acceleratore, funziona con un finale amaro come le scelte e il compromesso che la protagonista dovrà accettare

giovedì 15 dicembre 2022

Slapface


Titolo: Slapface
Regia: Jeremiah Kipp
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Dopo la morte di sua madre, Lucas, un ragazzino solitario che vive in una casa in rovina assieme a suo fratello Tom, cerca regolarmente conforto nei boschi vicini.
Con i suoi unici “amici” che sono un gruppetto di ragazzine prepotenti, sta sulle sue per la maggior parte del tempo. Ma, dopo uno strano incontro con un mostro non umano, Lucas inizia ad allontanarsi ulteriormente dagli altri.
Quando i due raggiungono un’incerta fiducia, nasce allora una bizzarra amicizia e Lucas viene coinvolto in una serie di avventure primordiali.

Slapface è un altro di quegli horror sconosciuti che da noi arrivano solo grazie a Shudder.
Una pellicola indipendente e low budget dove dal titolo si evidenzia uno strano gioco che fanno i due fratelli quello grande e quello piccolo prendendosi a schiaffi. Ovviamente è una lotta impari contando che uno è molto più grande dell'altro. A parte questa scena che verrà messa in scena più volte durante la visione, devo dire che il film è abbastanza sconclusionato e noioso, con questo bambino che perdendo la madre ed essendo accudito solo dal fratello è in evidente stato di disagio. Non lo aiuta certo questa creatura che vede solo lui e che sembra aiutarlo quando è in difficoltà. Rimangono diversi dubbi che non esercitano però quel fascino del non detto per creare l'atmosfera e porre dubbi allo spettatore, qui sembrano proprio buchi di sceneggiatura così come nel fatto che i danni procurati dalla creatura è più che evidente vista anche la forza, che non possano essere compiuti da Lucas che diventa come per magia il capro espiatorio.

domenica 20 novembre 2022

Watcher (2022)


Titolo: Watcher (2022)
Regia: Chloe Okuno
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un'importante opportunità lavorativa occorsa a Francis, rumeno per parte di madre, comporta il suo trasferimento dagli Stati Uniti in un B&B di Bucarest, insieme all'avvenente moglie Julia. Sola in camera per tutto il giorno e circondata da finestre enormi, Julia comincia a sviluppare una crescente paranoia: si sente costantemente osservata da un uomo che vive nel palazzo di fronte e che sembra stare sempre alla finestra. Francis minimizza le paure di Julia, condividendo il suo scetticismo con i colleghi e allontanandosi dalla moglie, con cui empatizza sempre meno.
 
L'esordio di Okuno è un thriller teso e a tratti avvincente che gioca con un modello ormai abusato nel cinema di genere ma prendendo quelle accortezze e modelli che lo rendono quantomeno un prodotto atipico e gestito con buoni mezzi oltre ad essere bene interpretato.
Sicuramente la scelta di scegliere Bucarest e prendendo gli edifici più tristi e cupi giova all'atmosfera del film e ad una fotografia che spesso con quei grigi e quella brezza riesce a sporcare la pellicola rendendola mai armoniosa ma fredda e distaccata. L'alienazione in cui è catapultata la protagonista è l'elemento su cui riesce a diramarsi e reggere l'intero film così come l'ottima caratterizzazione di Julia e la sua fragilità psicologica quando avverte il pericolo e viene a sapere di questo serial killer, il ragno, che uccide solamente donne. La trama punta quindi su un elemento mai banale ma decisamente attuale quello della paranoia, della dinamica di banalizzare il pericolo colpevolizzando la vittima. Infatti nonostante Julia denunci le persecuzioni subite, sia alla polizia che al marito, non viene creduta: il suo compagno la accusa di essere paranoica e allucinata, mentre la polizia addirittura equipara vittima e carnefice parlando di malintesi e fraintendimenti.

domenica 9 ottobre 2022

Speak no Evil


Titolo: Speak no Evil
Regia: Christian Tafdrup
Anno: 2022
Paese: Danimarca
Giudizio: 4/5

La famiglia danese composta da Bjørn, sua moglie Louise e la loro piccola figlia Agnes, durante una breve vacanza in Toscana, fa la conoscenza di un'altra famiglia olandese: Patrick, la moglie Karin e il loro piccolo Abel. Rientrati in Danimarca, Bjørn e Louise ricevono una lettera d'invito da parte di Patrick e Karin, per trascorrere un week-end come loro ospiti in Olanda. Inizialmente incerti, decidono di accettare. Giunti a destinazione, dopo un incontro cordiale, alcuni atteggiamenti di Patrick e Karin mettono a disagio Louise, al punto che la coppia poche ore dopo decide di ripartire, in piena notte, senza avvisare.

Speak no Evil è un pugno nello stomaco di quelli così forti da toglierti il respiro e lasciarti a terra ad annaspare rimanendo in apnea per decine di secondi. E' un film con uno dei finali più sporchi, meschini e cattivi che seppur nella sua semplicità, nel cosa in fondo vuole comunicare, usa un meccanismo di scene tali da irretire e obnubilare protagonisti e pubblico.
Il segreto del film è la scrittura e ancora una volta lo fa indagando l'animo umano e le sue sfaccettature per quanto possa essere il mostro peggiore di tutti in ogni sua forma e diramazione.
Per questo al pari di FUNNY GAMES colpisce proprio perchè attacca le nostre sicurezze, le smonta e le destruttura sfinendoci e umiliandoci, provando una tale empatia e una tale verità in quanto accade e come viene narrato da lasciarci frastornati e ammutoliti.
Uno dei calvari più tosti e grotteschi visto negli ultimi anni, un film che devasta ogni tipo di speranza e dimostra come in alcuni casi non possa esistere un happy ending e di come il male non cesserà mai di esistere, di come sia pericoloso parlare con gli sconosciuti e di come ancora una volta accettare un invito possa compromettere la stessa esistenza, la propria e di chi ti sta vicino.

giovedì 29 settembre 2022

Glorious (2022)


Titolo: Glorious (2022)
Regia: Rebekah McKendry
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Durante un viaggio notturno, Wes si ferma in una tranquilla area di sosta in mezzo a un bosco. La macchina è carica di effetti personali, tra i quali un orsacchiotto e una misteriosa scatola rossa. Nel corso della notte rimarrà lì, dandosi all'alcol per dimenticare la traumatica recente rottura con la sua ragazza. Quando al mattino si sveglia, con i postumi della sbornia e senza pantaloni, si precipita nel bagno per vomitare, solo per essere disturbato dal suono di una voce amichevole proveniente dal box adiacente. Appartiene a JK Simmons e dice di chiamarsi Ghat. Le loro battute all'inizio sono giocose. Simmons, che parla senza mai farsi vedere, è gentile e curioso, finché non diventa più sinistro e inquietante.

Glorious è un indie horror low budget davvero sfizioso e molto furbo nel giocarsela praticamente in un'unica location (un cesso) e mostrando le peripezie di un fallito qualsiasi alle prese con il primogenito di Cthulhu. Un buco parlante che richiama quel bel film Deep Dark, dove la voce realizzava i sogni più selvaggi mentre qui arriva niente poco di meno che come una richiesta d'aiuto per salvare l'universo in un filone che ancora una volta richiama l'orrore cosmico.
La McKendry allora edulcora tutto sposando quell'horror purpureo, schizzato e allucinato con colori sparati da neon intrusivi che servono a lacerare quelle poche certezze di Wes. Un protagonista poi che si identifica con il suo stesso carnefice divino mostrando solo verso il climax finale la sua reale personalità, multi sfaccettata e complessa staccando la spina dell'empatia e mostrando infine spogliato della presunta innocenza quello che è realmente come d'altronde Ghat.
"C'era una volta un essere di pura energia, tutto solo in un oceano di infinito nulla. Fino a quando non ha scoperto il potere di dare forma fisica ai suoi pensieri e ai sentimenti. Questo potere lo disturbò molto. Non riusciva a impedire che questi pensieri e sentimenti riempissero il vuoto assoluto. Divennero i suoi figli indesiderati. Infuriato dalla loro presenza, decise di distruggerli. Durante il conflitto il figlio maggiore gli tagliò il fianco. Il sangue che sgorgava dalla ferita riempì il nulla infinito, diventando i pianeti, le stelle e la vita. Osservò con orrore il suo prezioso vuoto, pieno di sentimenti. Pregò i suoi figli di chiudere la ferita, di impedire che si formasse altra nuova vita. I suoi figli acconsentirono, ma solo se avesse lasciato che questa nuova vita continuasse ad esistere. Accettò. Ma detestava così tanto l'umanità da creare segretamente un essere di pura distruzione, capace di eliminare tutta la vita e ritornare al nulla infinito. Creò me."

lunedì 19 settembre 2022

Moloch


Titolo: Moloch
Regia: Nico van den Brink
Anno: 2022
Paese: Olanda
Giudizio: 4/5

Betriek vive ai margini di una torbiera nel nord dei Paesi Bassi. Quando una notte lei e la sua famiglia vengono attaccate da uno sconosciuto a caso, Betriek si propone di trovare una spiegazione

Moloch è un folk horror olandese passato in sordina praticamente dappertutto. Ed è un peccato perchè seppur non esente da difetti di forma e narrativi oltre ad un ritmo non sempre incessante, riesce dalla sua a trovare una formula interessante trattando il tema del changeling e non solo.
Una creatura che esige il suo sacrificio, una comunità impaurita che non riesce a capire cosa sta succedendo, una madre fragile con una situazione problematica e poi l'orrore che piano piano comincia ad insinuarsi nella terra natia dove parallelamente alcuni scienziati stanno riesumando qualcosa che doveva rimanere sepolto.
L'atmosfera, l'angoscia di fondo e questo dramma sociale e familiare sono solo alcuni dei motori del film che a mio parere lo portano ad essere uno dei prodotti più interessanti sul genere proprio perchè rifugge a tanti clichè e jump scared per una narrazione vecchia scuola lineare e con tanti misteri che troveranno una risoluzione nel climax finale.

Spine of the night


Titolo: Spine of the night
Regia: AA,VV
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

L'epopea è iniziata molti anni fa, quando un giovane ambizioso ruba la conoscenza proibita da una pianta sacra e, cadendo nelle sue tentazioni più oscure, scatena secoli di sofferenza sull'umanità. Man mano che il suo potere cresce nel corso degli anni, ci sono molti che gli si oppongono. Tra loro, un audace rapinatore di tombe, amanti sfortunati, un negromante maniacale, assassini alati e un guardiano immortale.
 
Spine of the night è un film d'animazione per adulti con la solita interessante tecnica del rotoscopio. Con una partenza che faceva sperare in un epopea fantasy virata sull'horror e il soprannaturale, con magia, esoterismo, rituali e violenza a profusione nonchè scene di sesso, tutto è inserito nel film farcendolo di suppellettili ma senza entrare mai nel vivo di una storia blanda e campata in aria alla veloce. Ed è un peccato perchè ancora una volta ci si ciba di forma e non di sostanza in una prova che poteva davvero ambire a diventare qualcosa di originale e visti i temi trattati un piccolo capolavoro per gli amanti del genere. Invece avvizzisce velocemente sparando molti colpi nelle direzioni più impervie e senza trovare un percorso dove il viaggio dell'eroe o qualsiasi costruzione narrativa potessero davvero dare il loro supporto. Da questo punto di vista anche i personaggi perdono valore, manca l'empatia e tanti sembrano semplici comparse in un teatrino ricco di sfumature ma privo d'effetto.

See for me


Titolo: See for me
Regia: Randall Okita
Anno: 2022
Paese: Canada
Giudizio: 3/5

Sophie, una giovane cieca che sta in una casa isolata, si trova a dover fronteggiare l'irruzione dei ladri alla ricerca di una cassaforte nascosta. Il suo unico mezzo di difesa è un'app telefonica che la collega a Kelly, una volontaria che dovrebbe aiutarla a sopravvivere al pericolo.
 
L'home invasion è un sotto genere ormai preso di mira da moltissimi anni nel thriller e nell'horror in quando permette di sfruttare spesso una sola location e di dare la possibilità di creare parecchia violenza psicologica come il cult assoluto del passato FUNNY GAMES.
See for me è semplice nella costruzione pur immettendo un elemento che seppur complesso diventa interessante per come viene impiegato durante la narrazione. Una ragazza ex campionessa olimpica che a causa di un'incidente è diventata cieca rimane da sola in una villa in mezzo alle montagne dopo che sua madre si reca in un luogo non meglio precisato. Poco tempo dopo entrano in casa dei ladri. Alcuni semplici pedine, altri dei killer spietati. E allora tutto il film è veicolato su questa sinergia e complicità tra un ex marine che aiuta telefonicamente con la app "See for me"i bisognosi e la nostra Sophie che più andiamo avanti e più ci rendiamo conto che sfrutta la sua rabbia repressa incanalandola come motore d'azione contro i suoi aguzzini. Il film si unisce a un crescente sottogenere dell’horror incentrato su persone con disabilità, ma che non ne sono trattenute come succedeva in parte nel film di Flanaghan. Un elemento che Okita sfrutta bene e a cui da risalto la performance dell'attrice è allo stesso tempo un'antipatia di fondo verso la stessa, provando pochissima empatia soprattutto quando cominciano a venire a galla alcuni dettagli spiacevoli sul suo passato.