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mercoledì 27 marzo 2024

Random Acts of Violence


Titolo: Random Acts of Violence
Regia: Jay Baruchel
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Il disegnatore Todd Walkley e il suo editore Ezra hanno fatto fortuna grazie a un fumetto basato su un serial killer realmente esistito di nome Slasherman. Durante un tour promozionale per pubblicizzare l'ultimo capitolo del loro lavoro, fanno tappa nella città in cui vent'anni prima Slasherman aveva seminato il terrore. Al loro arrivo, però, si sussegue una nuova ondata di efferati crimini, stranamente simili a quelli raccontati da Todd. Speculazione e paranoia prenderanno presto il sopravvento, sollevando mille interrogativi sul nuovo misterioso assassino.
 
Nonostante la visione sia stata interrotta da diversi sbadigli e da un ritmo che in più parti ci mette davvero troppo ad ingranare, il film di Baruchel se non altro cerca di trovare qualche elemento originale nel soggetto e nella riflessione a cui porta questo slasher. Si parla di fumetti, in questo caso del torture porn che sembra materia naturale per la coppia di protagonisti senza moralismi o il fatto che squartare delle donne possa non piacere a Kathy la ragazza di Todd. Invece per fortuna siamo in America dove almeno da questo punto ognuno è libero di fare il cazzo che gli pare.
Se nella prima parte il villain viene generato e cresciuto a suon di tavolozze e omicidi, nella seconda parte e soprattutto nel climax finale dove ci sarà un tosto face to face, entrambi verrano messi di fronte alla responsabilità che ha di fatto l'arte e in questo caso del suo disegnatore Todd
nei confronti del suo pubblico scegliendo di mettere in scena la violenza estrema soprattutto sulle donne e del tipo di pubblico che questo genere finisce per attrarre che manco a farlo apposta è perlopiù composto dalle stesse donne che dimostrano di amare l'horror e il porno più degli uomini.

mercoledì 7 giugno 2023

Huesera


Titolo: Huesera
Regia: Michelle Garza Cervera
Anno: 2022
Paese: Messico
Giudizio: 3/5

Valeria sogna da tempo di diventare madre. Dopo aver appreso di essere incinta, si aspetta di sentirsi felice, ma qualcosa non va.
 
Huesera è un indie horror semi folkloristico di quelli che trattano il tema della maternità e del sodalizio con la fede e le superstizioni. Un esordio coraggioso e importante che sigla il talento e l'attenzione ancora una volta innegabile per questo tipo di tematiche per regalare nonchè restituire pezzi di cultura locale e tradizioni del proprio paese. Huesera parte anche con un'impennata che lascia presagire una deriva da ghost stories fino a che Valeria vede questa sorta di persone sfigurate e assiste a suicidi che poi così non sono. Il film non risparmia una certa dose di violenza a profusione così come sangue e tutto il resto..d'altronde la Cervera arriva da quel Mexico Barbaro davvero grandguignolesco. E nella storia di emancipazione di Valeria scopriamo il suo passato, la sua propensione sessuale, il fatto che crescendo sembra essersi macchiata di alcune colpe che le streghe locali collegano con il fatto che non possa essere una buona madre arrivando a prendere in esame un rito oscuro e pericoloso. Lo sdoppiamento di personalità, la presenza che sembra oscurarla, il suo bambino rapito e nascosto addirittura per tutta la notte nel frigorifero, sono tutti elementi che portano ad un continuum di un'atmosfera quando mai congeniale e ispirata che riesce a creare e depositare ansia nello spettatore attraverso gli occhi spaesati della sua ottima protagonista

sabato 13 maggio 2023

Virus 32


Titolo: Virus 32
Regia: Gustavo Hernández
Anno: 2022
Paese: Uruguay
Giudizio: 3/5

Iris è una madre single che lavora come guardiana notturna in uno sporting club abbandonato. Dal momento che non ha nessuno che può prendersi cura della figlia Tata, è costretta a portarsi dietro, al lavoro, la sua bambina di 8 anni. In apparenza non ci sono pericoli: durante il suo giro di ronda, la piccola può giocare indisturbata, mentre la madre la sorveglia con l'occhio delle telecamere. Ma proprio nel momento in cui sono separate, l'edificio viene attaccato da un'orda di zombi. Iris deve ritrovare la bambina e salvarla, mentre altri sopravvissuti si rifugiano nell'edificio e minacciano la loro sopravvivenza.

Virus 32 è un film che aspettavo da tempo se non altro perchè ero interessato a vedere come in Uruguay si cimentassero con un sotto genere del'horror così abusato. A differenza dell'idea dei 32 secondi che non ho trovato poi così originale, funziona molto bene nel film l'atmosfera, l'ansia che Iris e figlia trasmettono, il fatto di aver sfruttato molto bene un'unica location e un make up interessante. Dal piano sequenza iniziale si denota subito come sia precipitata la civiltà e l'elemento assurdo è che nonostante assistiamo ad attacchi degli zombie a danno degli umani, giacchè gli eventi sembrano isolati, il resto delle persone vive tranquillamente quasi come se non volesse vedere ciò che sta capitando. Sequenze ben orchestrate, interpretazioni convincenti, più tensione e meno splatter, Virus 32 ha saputo trovare dei piccoli ma ingegnosi cavilli in grado di offrire agli abituali e sempre più esigenti cultori della materia o semplici appassionati delle varianti sul tema.

Deadstream

Titolo: Deadstream
Regia: Winter Brothers
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Shawn Ruddy, influencer caduto in disgrazia e schiavo dei suoi follower, decide di riguadagnare la popolarità perduta con lo stunt più esagerato possibile. Promette di passare la notte nella casa infestata più celebre della zona senza mai scappare - pena l'annullamento del contratto con lo sponsor - e promette di registrarsi in diretta streaming mentre esplora la villa abbandonata. Il suo arrivo, però, risveglia uno spirito malvagio in cerca di vendetta.
 
Deadstream è un mockumentary di quelli che potevano se non altro avere ottimi spunti per rendersi simpatici. Il fenomeno degli youtuber (così come molte altre piattaforme e social più recenti) ormai pur di fare visual e cercare nuovi iscritti sono capaci di fare qualsiasi cosa arrivando a perdere la dignità come in tanti hanno già fatto o continuano a fare. Shawn Ruddy il protagonista, che poi è lo stesso Winter attore e regista, fa di tutto per stare antipatico e in questo il film ci aveva visto bene con delle belle premesse dando però troppo per scontato il fatto che andrà a bussare alla porta sbagliata.
Il personaggio di Chrissy non funziona in termini di fedeltà alla materia narrativa e poi i jumpin scare nel finale, per fortuna almeno old school, non riescono a infondere un'atmosfera di tensione al ritmo e alla trama. Bisogna anche riconoscere ai Winter Brothers dopo l'ottimo segmento To Hell And Back di V/H/S/99
di provare almeno ad essere dissacranti e politicamente scorretti mandando in vacca e all'inferno questi personaggi scriteriati che ora più che mai inquinano la rete in cerca di un ascolto per sedare le loro lacune mentali.

lunedì 20 febbraio 2023

A wounded fawn


Titolo: A wounded fawn
Regia: Travis Stevens
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Dopo essere riuscita finalmente a chiudere una relazione violenta che le ha lasciato segni psicologici e fisici, Meredith è pronta a rimettersi in gioco e per questo accetta di passare un weekend con Bruce, una persona a cui è arrivata tramite alcuni amici comuni. All'inizio tutto sembra andare per il verso giusto e lui si dimostra carino, affettuoso, divertente. In realtà è un serial killer.
Girato appositamente in 16 mm per dare risalto alla pellicola, ai colori, ad una fotografia calda e una messa in scena di luci ed ombre magnifica che soprattutto nel secondo atto attraverso il bosco renderà tutti gli omaggi possibili al cinema horror anni'70-80.

Stevens alla sua terza regia non sbaglia ma anzi centra un altro importante obbiettivo con un horror sulla violenza sulle donne, un revenge movie che chiamerà in ballo la tragedia greca, le Erinni che tornano, tanta arte, Rami, Bava, Argento e molto altro ancora. Un film che parte soprattutto come un thriller, un "giallo all'italiana degli anni d'oro" per poi trasformarsi e diventare onirico oltre che un bagno di sangue dove Bruce finirà in una discesa all'inferno passando per i suoi demoni personali dove si affacciano gufi enormi e i cadaveri delle donne uccise.
A wounded fawn è un film assurdo, complesso e dinamico, dove succede di tutto e l'azione prende il sopravvento pur senza mai inglobare a se la storia o senza prendersi i suoi momenti per ragionare e sparare tutto lo scindibile in materia drammatica. Grazie anche ad un cast che riesce a dimostrarsi all'altezza, ci troviamo di fronte ad una delle più belle sorprese della Shudder in questo 2022.

Boy behind the door


Titolo: Boy behind the door
Regia: David Charbonier, Justin Powell
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Una notte di terrore inimmaginabile attende il dodicenne Bobby e il suo migliore amico, Kevin, quando vengono rapiti mentre tornano a casa da scuola. Riuscendo a fuggire dai confini, Bobby naviga nei corridoi bui, pregando che la sua presenza passi inosservata mentre evita il suo rapitore ad ogni angolo. A peggiorare le cose è l'arrivo di un altro estraneo squilibrato, il cui misterioso accordo con il rapitore potrebbe significare una condanna certa per Kevin. Senza mezzi per chiedere aiuto e chilometri di terre oscure in ogni direzione, Bobby intraprende una missione di salvataggio, determinato a scappare insieme a Kevin, vivo… o a morire provandoci.
 
Cosa non si fa per amicizia. Sembra di vedere Butch salvare Mascellus se non fosse che loro erano adulti e di certo non amici. Bobby e Kevin hanno siglato un patto, amici per sempre e questo li porterà a scontrarsi nell'antro della belva con alcuni insospettabili maniaci.
E' un ottimo esempio di film di suspance e tensione, un thriller rodato che riesce e dimostra buoni colpi di scena, attori in stato di grazia (i bambini sono straordinari) una tematica già vista ma mai morbosa e uno stile attento e infallibile nello sferrare alcuni pugni allo stomaco decisivi e spesso inaspettati. Sembra tante cose eppure una serie di tasselli lo pongono in maniera inusuale come ad esempio la scena della promessa iniziale e il fatto di non vedere i genitori o meglio gli unici adulti più tardi come carnefici. La scena in cui Bobby trova un vecchio telefono e una macchina che non riesce a guidare. Un assalitore che sembra per un attimo voler comunicare qualcosa al bambino prima della sua dipartita e così via...con dei bei twist narrativi e drammaturgici la coppia di registi grazie alla Shudder dimostrano al loro esordio di avere un certo talento contando che il tema dei rapimenti e la tortura sono elementi visti e rivisti ma qui hanno veramente qualcosa di notevole e mai gratuito.

lunedì 2 gennaio 2023

Deeper you dig


Titolo: Deeper you dig
Regia: John Adams e Toby Poser
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

All'indomani di un incidente stradale, il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti si annulla per una madre, una figlia e uno sconosciuto.
 
E' interessante il percorso artistico dei due registi che successivamente se ne uscirnano con un altro intenso film come HELLBENDER. Sicuramente Toby Poser è appassionata di magia, esoterismo e tanti elementi che qui scattano e nel film successivo verranno ripresi con ancora più intensità.
Deeper you dig più che un horror, anche se a tratti lo ricorda, sembra più un thriller grottesco.
Quasi dalle parti di FARGO per intenderci, in mezzo alla neve e alle montagne, dove si vive isolati, dove ci sono pochissime persone e dove sembra facile poter nascondere un cadavere.
L'opera mostra una cura maniacale per i particolari, per come vengono dilatati i tempi e su come si portino alla follia alcuni personaggi in particolare Jack, il quale deve ristrutturare un rudere dove Ivy quando era più giovane ci andava a ballare e dove Echo finirà per apparirgli dopo la morte.
Nulla in questo film è legato al caso, dai nomi dei personaggi, alla strana combinazione per cui John Adams, Toby Poser e Zelda Adams oltre a essere protagonisti sono anche e rispettivamente marito, moglie e figlia, di come vengano inseriti diversi generi con scene suggestive e altre dove nel silenzio apparente viene evocata una certa atmosfera funzionale per gli intenti e gli obbiettivi di alcuni personaggi. E' un film molto misurato dove la fotografia fredda e tutti questi blu e bianchi risaltano per dare quel senso di impotenza e solitudine in mezzo a vallate fredde e inospitali.
Un film che dimostra da parte di questi autori una grande fame di voler raccontare, mettendosi in prima linea e curando un'opera come se facesse parte integrante del processo e della crescita artistica ma anche dello stesso nucleo familiare.


They live in the grey


Titolo: They live in the grey
Regia: Vang brothers
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Claire, mentre indaga su un caso di abusi su minori, scopre che la famiglia è tormentata da un'entità soprannaturale
 
They live in the grey già dal nome assurge come una sorta di condanna per una donna fragile con il dono di vedere i morti e quasi tutte le loro raccapriccianti sorti. Claire lavorando come assistente sociale sugli abusi a danno dei minori è sempre combattuta tra una deontologia professionale e l'empatia di essere stata anche lei madre e questa particolarità emerge molto sia in aula di tribunale che durante le sue incursioni a casa delle famiglie disfunzionali dove arriva come una sentenza senza nessun avvertimento.
Il film dei fratelli Vang si ispira a molte fonti ma cerca in se quel guizzo per cercare di ritagliarsi un posto suo nel genere e riesce tuttavia a farlo anche se con un ritmo molto lento e una narrazione che non sempre riesce a creare quell'atmosfera da lasciare ipnotizzato lo spettatore. Quando ci riesce come nelle dure manifestazioni degli spiriti vendicativi o nel delirio che rischia di far sprofondare Claire in un limbo di follia, allora il film grazie anche ad una messa in scena sterile, elegante e senza mai mettere l'acceleratore, funziona con un finale amaro come le scelte e il compromesso che la protagonista dovrà accettare

giovedì 15 dicembre 2022

Slapface


Titolo: Slapface
Regia: Jeremiah Kipp
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Dopo la morte di sua madre, Lucas, un ragazzino solitario che vive in una casa in rovina assieme a suo fratello Tom, cerca regolarmente conforto nei boschi vicini.
Con i suoi unici “amici” che sono un gruppetto di ragazzine prepotenti, sta sulle sue per la maggior parte del tempo. Ma, dopo uno strano incontro con un mostro non umano, Lucas inizia ad allontanarsi ulteriormente dagli altri.
Quando i due raggiungono un’incerta fiducia, nasce allora una bizzarra amicizia e Lucas viene coinvolto in una serie di avventure primordiali.

Slapface è un altro di quegli horror sconosciuti che da noi arrivano solo grazie a Shudder.
Una pellicola indipendente e low budget dove dal titolo si evidenzia uno strano gioco che fanno i due fratelli quello grande e quello piccolo prendendosi a schiaffi. Ovviamente è una lotta impari contando che uno è molto più grande dell'altro. A parte questa scena che verrà messa in scena più volte durante la visione, devo dire che il film è abbastanza sconclusionato e noioso, con questo bambino che perdendo la madre ed essendo accudito solo dal fratello è in evidente stato di disagio. Non lo aiuta certo questa creatura che vede solo lui e che sembra aiutarlo quando è in difficoltà. Rimangono diversi dubbi che non esercitano però quel fascino del non detto per creare l'atmosfera e porre dubbi allo spettatore, qui sembrano proprio buchi di sceneggiatura così come nel fatto che i danni procurati dalla creatura è più che evidente vista anche la forza, che non possano essere compiuti da Lucas che diventa come per magia il capro espiatorio.

domenica 20 novembre 2022

Watcher (2022)


Titolo: Watcher (2022)
Regia: Chloe Okuno
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un'importante opportunità lavorativa occorsa a Francis, rumeno per parte di madre, comporta il suo trasferimento dagli Stati Uniti in un B&B di Bucarest, insieme all'avvenente moglie Julia. Sola in camera per tutto il giorno e circondata da finestre enormi, Julia comincia a sviluppare una crescente paranoia: si sente costantemente osservata da un uomo che vive nel palazzo di fronte e che sembra stare sempre alla finestra. Francis minimizza le paure di Julia, condividendo il suo scetticismo con i colleghi e allontanandosi dalla moglie, con cui empatizza sempre meno.
 
L'esordio di Okuno è un thriller teso e a tratti avvincente che gioca con un modello ormai abusato nel cinema di genere ma prendendo quelle accortezze e modelli che lo rendono quantomeno un prodotto atipico e gestito con buoni mezzi oltre ad essere bene interpretato.
Sicuramente la scelta di scegliere Bucarest e prendendo gli edifici più tristi e cupi giova all'atmosfera del film e ad una fotografia che spesso con quei grigi e quella brezza riesce a sporcare la pellicola rendendola mai armoniosa ma fredda e distaccata. L'alienazione in cui è catapultata la protagonista è l'elemento su cui riesce a diramarsi e reggere l'intero film così come l'ottima caratterizzazione di Julia e la sua fragilità psicologica quando avverte il pericolo e viene a sapere di questo serial killer, il ragno, che uccide solamente donne. La trama punta quindi su un elemento mai banale ma decisamente attuale quello della paranoia, della dinamica di banalizzare il pericolo colpevolizzando la vittima. Infatti nonostante Julia denunci le persecuzioni subite, sia alla polizia che al marito, non viene creduta: il suo compagno la accusa di essere paranoica e allucinata, mentre la polizia addirittura equipara vittima e carnefice parlando di malintesi e fraintendimenti.

domenica 9 ottobre 2022

Speak no Evil


Titolo: Speak no Evil
Regia: Christian Tafdrup
Anno: 2022
Paese: Danimarca
Giudizio: 4/5

La famiglia danese composta da Bjørn, sua moglie Louise e la loro piccola figlia Agnes, durante una breve vacanza in Toscana, fa la conoscenza di un'altra famiglia olandese: Patrick, la moglie Karin e il loro piccolo Abel. Rientrati in Danimarca, Bjørn e Louise ricevono una lettera d'invito da parte di Patrick e Karin, per trascorrere un week-end come loro ospiti in Olanda. Inizialmente incerti, decidono di accettare. Giunti a destinazione, dopo un incontro cordiale, alcuni atteggiamenti di Patrick e Karin mettono a disagio Louise, al punto che la coppia poche ore dopo decide di ripartire, in piena notte, senza avvisare.

Speak no Evil è un pugno nello stomaco di quelli così forti da toglierti il respiro e lasciarti a terra ad annaspare rimanendo in apnea per decine di secondi. E' un film con uno dei finali più sporchi, meschini e cattivi che seppur nella sua semplicità, nel cosa in fondo vuole comunicare, usa un meccanismo di scene tali da irretire e obnubilare protagonisti e pubblico.
Il segreto del film è la scrittura e ancora una volta lo fa indagando l'animo umano e le sue sfaccettature per quanto possa essere il mostro peggiore di tutti in ogni sua forma e diramazione.
Per questo al pari di FUNNY GAMES colpisce proprio perchè attacca le nostre sicurezze, le smonta e le destruttura sfinendoci e umiliandoci, provando una tale empatia e una tale verità in quanto accade e come viene narrato da lasciarci frastornati e ammutoliti.
Uno dei calvari più tosti e grotteschi visto negli ultimi anni, un film che devasta ogni tipo di speranza e dimostra come in alcuni casi non possa esistere un happy ending e di come il male non cesserà mai di esistere, di come sia pericoloso parlare con gli sconosciuti e di come ancora una volta accettare un invito possa compromettere la stessa esistenza, la propria e di chi ti sta vicino.

giovedì 29 settembre 2022

Glorious (2022)


Titolo: Glorious (2022)
Regia: Rebekah McKendry
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Durante un viaggio notturno, Wes si ferma in una tranquilla area di sosta in mezzo a un bosco. La macchina è carica di effetti personali, tra i quali un orsacchiotto e una misteriosa scatola rossa. Nel corso della notte rimarrà lì, dandosi all'alcol per dimenticare la traumatica recente rottura con la sua ragazza. Quando al mattino si sveglia, con i postumi della sbornia e senza pantaloni, si precipita nel bagno per vomitare, solo per essere disturbato dal suono di una voce amichevole proveniente dal box adiacente. Appartiene a JK Simmons e dice di chiamarsi Ghat. Le loro battute all'inizio sono giocose. Simmons, che parla senza mai farsi vedere, è gentile e curioso, finché non diventa più sinistro e inquietante.

Glorious è un indie horror low budget davvero sfizioso e molto furbo nel giocarsela praticamente in un'unica location (un cesso) e mostrando le peripezie di un fallito qualsiasi alle prese con il primogenito di Cthulhu. Un buco parlante che richiama quel bel film Deep Dark, dove la voce realizzava i sogni più selvaggi mentre qui arriva niente poco di meno che come una richiesta d'aiuto per salvare l'universo in un filone che ancora una volta richiama l'orrore cosmico.
La McKendry allora edulcora tutto sposando quell'horror purpureo, schizzato e allucinato con colori sparati da neon intrusivi che servono a lacerare quelle poche certezze di Wes. Un protagonista poi che si identifica con il suo stesso carnefice divino mostrando solo verso il climax finale la sua reale personalità, multi sfaccettata e complessa staccando la spina dell'empatia e mostrando infine spogliato della presunta innocenza quello che è realmente come d'altronde Ghat.
"C'era una volta un essere di pura energia, tutto solo in un oceano di infinito nulla. Fino a quando non ha scoperto il potere di dare forma fisica ai suoi pensieri e ai sentimenti. Questo potere lo disturbò molto. Non riusciva a impedire che questi pensieri e sentimenti riempissero il vuoto assoluto. Divennero i suoi figli indesiderati. Infuriato dalla loro presenza, decise di distruggerli. Durante il conflitto il figlio maggiore gli tagliò il fianco. Il sangue che sgorgava dalla ferita riempì il nulla infinito, diventando i pianeti, le stelle e la vita. Osservò con orrore il suo prezioso vuoto, pieno di sentimenti. Pregò i suoi figli di chiudere la ferita, di impedire che si formasse altra nuova vita. I suoi figli acconsentirono, ma solo se avesse lasciato che questa nuova vita continuasse ad esistere. Accettò. Ma detestava così tanto l'umanità da creare segretamente un essere di pura distruzione, capace di eliminare tutta la vita e ritornare al nulla infinito. Creò me."

lunedì 19 settembre 2022

Moloch


Titolo: Moloch
Regia: Nico van den Brink
Anno: 2022
Paese: Olanda
Giudizio: 4/5

Betriek vive ai margini di una torbiera nel nord dei Paesi Bassi. Quando una notte lei e la sua famiglia vengono attaccate da uno sconosciuto a caso, Betriek si propone di trovare una spiegazione

Moloch è un folk horror olandese passato in sordina praticamente dappertutto. Ed è un peccato perchè seppur non esente da difetti di forma e narrativi oltre ad un ritmo non sempre incessante, riesce dalla sua a trovare una formula interessante trattando il tema del changeling e non solo.
Una creatura che esige il suo sacrificio, una comunità impaurita che non riesce a capire cosa sta succedendo, una madre fragile con una situazione problematica e poi l'orrore che piano piano comincia ad insinuarsi nella terra natia dove parallelamente alcuni scienziati stanno riesumando qualcosa che doveva rimanere sepolto.
L'atmosfera, l'angoscia di fondo e questo dramma sociale e familiare sono solo alcuni dei motori del film che a mio parere lo portano ad essere uno dei prodotti più interessanti sul genere proprio perchè rifugge a tanti clichè e jump scared per una narrazione vecchia scuola lineare e con tanti misteri che troveranno una risoluzione nel climax finale.

Spine of the night


Titolo: Spine of the night
Regia: AA,VV
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

L'epopea è iniziata molti anni fa, quando un giovane ambizioso ruba la conoscenza proibita da una pianta sacra e, cadendo nelle sue tentazioni più oscure, scatena secoli di sofferenza sull'umanità. Man mano che il suo potere cresce nel corso degli anni, ci sono molti che gli si oppongono. Tra loro, un audace rapinatore di tombe, amanti sfortunati, un negromante maniacale, assassini alati e un guardiano immortale.
 
Spine of the night è un film d'animazione per adulti con la solita interessante tecnica del rotoscopio. Con una partenza che faceva sperare in un epopea fantasy virata sull'horror e il soprannaturale, con magia, esoterismo, rituali e violenza a profusione nonchè scene di sesso, tutto è inserito nel film farcendolo di suppellettili ma senza entrare mai nel vivo di una storia blanda e campata in aria alla veloce. Ed è un peccato perchè ancora una volta ci si ciba di forma e non di sostanza in una prova che poteva davvero ambire a diventare qualcosa di originale e visti i temi trattati un piccolo capolavoro per gli amanti del genere. Invece avvizzisce velocemente sparando molti colpi nelle direzioni più impervie e senza trovare un percorso dove il viaggio dell'eroe o qualsiasi costruzione narrativa potessero davvero dare il loro supporto. Da questo punto di vista anche i personaggi perdono valore, manca l'empatia e tanti sembrano semplici comparse in un teatrino ricco di sfumature ma privo d'effetto.

See for me


Titolo: See for me
Regia: Randall Okita
Anno: 2022
Paese: Canada
Giudizio: 3/5

Sophie, una giovane cieca che sta in una casa isolata, si trova a dover fronteggiare l'irruzione dei ladri alla ricerca di una cassaforte nascosta. Il suo unico mezzo di difesa è un'app telefonica che la collega a Kelly, una volontaria che dovrebbe aiutarla a sopravvivere al pericolo.
 
L'home invasion è un sotto genere ormai preso di mira da moltissimi anni nel thriller e nell'horror in quando permette di sfruttare spesso una sola location e di dare la possibilità di creare parecchia violenza psicologica come il cult assoluto del passato FUNNY GAMES.
See for me è semplice nella costruzione pur immettendo un elemento che seppur complesso diventa interessante per come viene impiegato durante la narrazione. Una ragazza ex campionessa olimpica che a causa di un'incidente è diventata cieca rimane da sola in una villa in mezzo alle montagne dopo che sua madre si reca in un luogo non meglio precisato. Poco tempo dopo entrano in casa dei ladri. Alcuni semplici pedine, altri dei killer spietati. E allora tutto il film è veicolato su questa sinergia e complicità tra un ex marine che aiuta telefonicamente con la app "See for me"i bisognosi e la nostra Sophie che più andiamo avanti e più ci rendiamo conto che sfrutta la sua rabbia repressa incanalandola come motore d'azione contro i suoi aguzzini. Il film si unisce a un crescente sottogenere dell’horror incentrato su persone con disabilità, ma che non ne sono trattenute come succedeva in parte nel film di Flanaghan. Un elemento che Okita sfrutta bene e a cui da risalto la performance dell'attrice è allo stesso tempo un'antipatia di fondo verso la stessa, provando pochissima empatia soprattutto quando cominciano a venire a galla alcuni dettagli spiacevoli sul suo passato.

martedì 23 agosto 2022

Stuff-Gelato che uccide


Titolo: Stuff-Gelato che uccide
Regia: Larry Cohen
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Al fine di salvare la propria fabbrica di gelati, due uomini indagano sul segreto di una crema dolce che dà dipendenza ai consumatori. La coppia si convince che dietro al successo del prodotto si celino diaboliche cospirazioni aliene.
 
The Stuff al tempo è riuscito meglio di chiunque altro a creare un thriller amalgamato ad un package formidabile per quello che a tutti gli effetti potrebbe apparire come uno spot pubblicitario.
Una strana sostanza che agisce sul cervello del consumatore svuotandolo della propria personalità e trasformandolo in una specie di automa non è forse l'elemento più originale, ma a differenza delle invasioni aliene degli anni '50 che suggerivano il rovesciamento dell'ordine costituito nella manipolazione delle coscienze, nello sdoppiamento e nell'alterazione dei comportamenti borghesi come metafora delle tensioni internazionali della guerra fredda e dalla psicosi del "pericolo rosso", qui il racconto allude al consumismo, minaccia tra le più subdole e coinvolgenti del nostro tempo e in questo caso il messaggio riesce a mio avviso ad essere ancora più crudele e spietato. La scena dei banconi con il gelato che và a ruba, lo spot pubblicitario e il bambino che distrugge tutto senza contare il climax finale sono momenti davvero di grande cinema.

sabato 18 giugno 2022

Offseason


Titolo: Offseason
Regia: Mickey Keating
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Dopo aver ricevuto una lettera misteriosa, una donna si reca in una città desolata dell'isola e presto rimane intrappolata in un incubo
 
Offseason diciamolo è un'operazione paraculo per i nostalgici di Lovecraft. Un film che mi è piaciuto ma che non accenna a provare minimamente a fare qualcosa di nuovo oppure originale.
E'un film affascinante per come riesca a gestire i reparti, creare tutte le suggestioni possibili su un'isola quasi deserta e creare quell'ostilità da parte di chi, come Innsmouth insegna, disdegna i forestieri impiccioni. L'inizio sembra Third Day. Poi nonostante nel film non accade poi quasi nulla è tutto legato all'ambientazione, la tempesta, la solitudine, la città deserta, la mancanza di pathos di personaggi equivoci, una coppia in cui lui sembra sempre fuori da tutto e dove Cthulhu sembra aspettare il momento giusto per impossessarsi di ciò che è suo dettando legge nell'evocativa scena nel pre finale.
In più la natura ostica come eco vengeance richiedendo la linfa vitale degli abitanti, uno spazio tempo che si è fermato, dove ogni cosa aspetta che gli venga dato il momento di esistere e muoversi, tutti elementi appena abbozzati ma alla fine funzionali alle leggi del film.
Alla fine è un film confezionato molto bene dove con una trama esile Keating Keating dopo essersi fatto le ossa con film del calibro di Pod e Carnage Park è bravo ad allungare il brodo ma dove arriva sicuramente alla sua opera migliore e meglio stilizzata rispetto ai suoi precedenti.

Sam was here


Titolo: Sam was here
Regia: Christophe Deroo
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Sam è un venditore porta a porta che viaggia attraverso il deserto della California in cerca di clienti, ma la zona sembra deserta. Nel frattempo sua moglie non risponda alle telefonate. E' come se tutti lo stessero evitando e il suo unico contatto con il mondo esterno è una stazione radio locale. Il conduttore, uno strano personaggio di nome Eddy, sta prendendo alcune telefonate che denunciano un assassino di bambini a piede libero, spingendo gli ascoltatori a dare la caccia all'uomo, senza esitare a ucciderlo. Ben presto, Sam realizza di essere considerato lui stesso il killer che tutti stanno cercando...
 
Sam was here è un film furbetto che riesce però nei suoi 100' a mettere insieme una bella atmosfera che per qualche strano motivo mi ha fatto venire in mente solo per qualche secondo uno dei miei cult di riferimento Wake in fright dove anche qui c'è una sorta di landa desolata che pur non essendo nelle outlands australiane si trova nel deserto americano tra case assemblate nel peggiore dei modi e camper lasciati a marcire al sole. Ed è qui che il nostro protagonista inizierà il suo calvario e la sua discesa all'inferno. Come diceva il buon Matheson in IO SONO LEGGENDA , il libro non quella schifezza di film moderno, la normalità è un concetto di maggioranza: la norma di molti è non quella di uno solo. Sam inizierà a delirare dopo la totale assenza di stimoli, di incontri, di umanità, ma presto scoprirà l'orrore di essere messo al patibolo come capro espiatorio e vittima sacrificale..il film gioca bene sul vero elemento ad effetto..sarà lui o non sarà lui il killer che tutti i redneck stanno cercando e a cui riserveranno un trattamento di riguardo sciogliendolo nell'acido?

Last Thing Mary Saw


Titolo: Last Thing Mary Saw
Regia: Edoardo Vitaletti
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Southold (New York), 1843. Mary viene interrogata, dopo essere stata brutalmente bendata, in seguito alla morte della nonna. Ricorda così una serie di eventi passati - tra i quali anche la malvista relazione omosessuale con la domestica Eleanor- che l'hanno condotta in quella tragica circostanza.
 
Dall'intro iniziale del film lasciava supporre una storia di streghe sul versante SEDUZIONE DEL MALE invece l'esordio in terra straniera di Vitaletti è il tipico drama queer su una storia d'amore impossibile malvoluta a quei tempi dalla famiglia dove la religione fa da padrona imponendo severe regole e restrizioni e alcuni rituali di una nonna che sembra nascondere qualche segreto alla famiglia dannandosi per il credo religioso quando in realtà imbraccia le arti oscure.
Vitaletti ha un solo problema..ha un ritmo e una pessima scelta dei tempi rendendo ingessate ogni mossa delle protagoniste con dei dialoghi a volte eccessivamente estenuanti nel ripetere e soffermarsi sulle le stesse cose. Per essere un folk horror con l'unico guizzo nel terzo atto e nel climax e poca cosa. La violenza è centellinata (ma questo può essere anche un bene se si hanno le idee) e per fortuna rifuggendo dal torture si cerca di fare quel che si può con l'intruder finale che porterà dubbi e cercherà di soppiantare le regole ferree della casa finendo a suo modo vittima dei suoi stessi desideri.

Occhiali neri


Titolo: Occhiali neri
Regia: Dario Argento
Anno: 2022
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

Roma: un serial killer uccide le prostitute ma Diana, una escort di lusso, riesce a sfuggirgli. Durante la fuga, però, ha un incidente d’auto a causa del quale perde la vista.
Occhiali neri. Bisogna essere spietati a volte. Con gli ultimi film di Dario Argento manco a farlo apposta sale davvero la rabbia oltre che il sangue al cervello.

I cani prendono il sopravvento. I bambini cinesi salvano i ciechi. Gli uomini che puzzano di cane vengono scartati dalle escort e allora desiderano ucciderle. Un furgone bianco sembra uscito da Fast & Furious diventando una sorta di Duel impossibile da superare e abbattere. Le bisce trovate in una palude attaccano Diana saltandole direttamente al collo (le bisce salterine..). Scappando dal killer si finisce nelle catacombs così dal nulla e poi in un magazzino abbandonato.
Occhiali neri è disarmante nel suo non prendersi sul serio. Nella scelleratezza con cui Asia Argento caratterizza un personaggio inutile che non a caso muore male. I co protagonisti non esistono. I due poliziotti che devono togliere il bambino cinese a Diana per riportarlo nell'orfanotrofio moderno gestito da una suora sono ridicoli e infatti muoiono in una scena che cerca di scopiazzare male Michael Mann. Davvero scandaloso che si sia arrivati a confezionare film del genere.
La scena migliore del film, che Argento sottolinea più volte, senza essere volgari, è il seno della Pastorelli. Detto tutto...