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lunedì 27 aprile 2015

Sons of Anarchy

Titolo: Sons of Anarchy
Regia: AA,VV
Anno: 2008-2014
Paese: Usa
Stagioni: 7
Giudizio: 4/5

Le peripezie di una banda di motociclisti del profondo sud americano alle prese con traffico di armi e faide tra bande.
In una cittadina dell’America rurale del New Mexico, Charming, una banda di motociclisti dediti al traffico d’armi, fa base ormai da due decenni. Lo sceriffo del luogo, Unser, è connivente con il leader del gruppo, Clay, convinto che questo sia un piccolo prezzo da pagare per avere un’oasi felice in cui i cittadini di Charming possano vivere senza problemi.
Ma il cambiamento, o il progresso, è in agguato.
I vecchi accordi sembrano lentamente sgretolarsi sotto la pressione di nuovi interessi. Il vice sceriffo Hale non è disposto a seguire i vecchi accordi e all’interno dei Samcro, il figliastro di Clay, Jax, nuovo leder designato, non è convinto che la strada intrapresa dal club sia quella segnata a suo tempo dal padre, fondatore del gruppo morto in circostanze misteriose.
Gemma la madre di Jax ha fatto di tutto, compreso risposarsi con Clay, per far si che Jax diventasse l’uomo freddo e spietato che lei vorrebbe a capo del gruppo, ma il ritorno in città della vecchia fiamma di Jax, Tara, che aveva deciso di abbandonare questo tipo di vita rischia di mettere a repentaglio il suo “lavoro”.
Come se non bastasse da un lato l’FBI, guidata dall’agente speciale Stahl, è sulle tracce dei Sons con la speranza di arrestare i leader dell’IRA che forniscono le armi spacciate dai motociclisti.
Dall’altro un’organizzazione di ariani ha deciso di mettere le mani sulla città per usarla come base per spacciare droga.
La guerra per i Sons è aperta su molti fronti, compreso quello interno dove Clay e Jax hanno in mente strade opposte per il club.

Samcro: Sons of Anarchy Motorcycle Club Redwood Original.
Dal 2008 al 2014 c'è stata questa serie strutturata in sette stagioni che mi conquistò, stranamente, visto che non amo troppo le serie tv.
I motivi che mi colpirono furono molti. Il fatto che sia sempre stata snobbata dall'Academy perchè pensavano che fosse ingenua e forse tendenzialmente reazionaria, oltre essere sempre stata digiuna di qualsiasi riconoscimento o premio.
Sons of Anarchy mi ha lasciato spesso con il fiato sospeso, ha smosso in me diversi sentimenti, ha saputo portare a casa alcuni colpi di scena importanti e più di tutto ha lavorato e ha saputo mantenere una coerenza dall'inizio alla fine.
Un universo di personaggi indimenticabili che ancora adesso mi riporta a pensare ad alcuni di loro, alla crescita, l'evoluzione e la magnifica caratterizzazione.
Due note sul cast. Dal poco conosciuto Hunnam, carismatico e caucasico per eccellenza (una sorta di Brad Pitt) che in passato si era fatto notare per alcuni film (HOOLIGANS, RITORNO A COLD MOUNTAIN,CHILDREN OF MEN) e i validissimi attori di secondo piano visti milioni di volte anche sul grande schermo come Ron Perlman, Tommy Flanagan, Mark Booner Jr. e Kim Coates, giusto per citarne alcuni, oltre all’incredibile Katey Segal (peraltro vincitrice di un Golden Globe proprio per questo ruolo), già moglie di Sutter.
Non mi piace commentare stagione per stagione, oppure episodio per episodio (come fanno molti blogger) preferisco lasciare che la nostalgia e le impressioni facciano la loro parte scrivendo queste poche righe per trasmettere l'importanza e la forza di questa incredibile serie targata Fx (FARGO, AMERICAN HORROR STORY, SHIELD, STRAIN, AMERICANS, WILFRED).
Sons of Anarchy è un viaggio on the road capace per ben sette stagioni di lasciare con il fiato sospeso. E saranno le moto (rigorosamente Harley Davidson), sarà l’incredibile realismo, ma l’appeal di questo prodotto è piuttosto trasversale.
La tragedia narrata da Kurt Sutter ha preso spunto dalle vicende di una banda di motociclisti delinquenti e farla diventare materiale da epica moderna, con una sua mitologia e simbolismi propri, raggiungendo un traguardo insperato non era affatto un compito semplice. Non è un caso che proprio Sutter si sia staccato e abbia intrapreso questa strada, nato e cresciuto nell’America del New Jersey, quella sorta di landa ai limiti della metropoli più grande del mondo, che racchiude una criminalità organizzata dall’alba dei tempi. Facile quindi creare quelle trame complesse e soprattutto che coinvolgono aspetti anche innovativi (come un'intera stagione sull'IRA).
Costellato di imperfezioni, sentimentalismi a volte forzati, la serie ha comunque saputo essere sempre intensa ed emozionante trovando nel sangue, nell'essere brutale, violenta e a volte insensata, colpendo però con spietatezza in numerose occasioni.
Con le dovute citazioni e prese in prestito, Sutter partendo da un giovinotto come Jax, ha saputo trasformare la sua storia in un viaggio dell'eroe, in un percorso di formazione e redenzione straordinario, citando sotto le righe AMLETO e portando ad alcune riflessioni che non sembrano fare parte dell'universo delle gang criminali e dei motociclisti puntando invece su un discutibile codice d'onore che in America e tra le gang ha un enorme significato

Sons è proprio la storia di uno dei figli di quella cultura in perenne conflitto tra quello che è, quello che vorrebbe diventare e quello che gli altri si aspettano che diventi.