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lunedì 22 settembre 2014

Attack on Titan-Season 1

Titolo: Attack on Titan-Season 1
Regia: Tetsurō Araki
Anno: 2013
Paese: Giappone
Serie: 1
Episodi: 25
Giudizio: 3/5

L'umanità è sull'orlo dell'estinzione. Una razza di esseri mostruosi, i titani, con altezza variabile tra i tre e i trenta metri e oltre, ha divorato buona parte della popolazione mondiale. Non si sa bene da dove vengano, né perché lo facciano, visto che non hanno bisogno di nutrirsi per sopravvivere, ma adorano sgranocchiare gli umani. I sopravvissuti costruiscono tre enormi mura di cinta concentriche, all'interno delle quali tirano a campare per un centinaio di anni. Finché un giorno non ti arriva un titano alto più di cinquanta metri, sfonda il primo muro, e il massacro ha di nuovo inizio.

L'idea è interessante, le basi su cui sviluppare 25 episodi per una prima serie forse non così tanti. Eppure Shingeki no Kyojin tratto dall'omonimo manga che sta spopolando in Giappone, dalla sua ha numerosi elementi per creare interesse negli amanti del fantasy, ma soprattutto dell'horror, nel post-apocalittico e nel molto altro ancora.
Dimenticando la bruttissima realizzazione di Singer sui giganti lo scorso anno, un blockbuster fantastico uscito l'anno scorso e creato solo per rispettare un determinato tipo di target, la serie anime creata, funziona semplicemente perchè non deve misurarsi con censure e divieti, ma potendo rimanere fedele e se vogliamo realistico in termini di ambizioni e drammaticità della vicenda narrata.
Il punto focale è sempre la paura dell'estinzione per il genere umano, la sopravvivenza e la trasformazione.
Se prendiamo EVANGELION e lo mischiamo con AKIRA e BERSERK il risultato potrebbe essere questo, quindi senza stare a soffermarsi tanto sugli stereotipi che ritornano e i temi saldi dell'animazione giapponese.
Il risultato, a parte alcune cadute di stile, e momenti che non dovrebbero esserci, perchè ripetono quanto già visto, mantiene invece il rigoroso spessore tragico e sacrificale.
Se è anche vero che i personaggi non sono originali ma il viaggio dell'eroe e sempre sulle spalle di uno sfigato, non mancano certo i colpi di scena e alcune scene decisamente spesse.
Menzione speciale sullo sviluppo dei giganti e dei titani, che spaventano e sconcertano per la loro realisticità e le loro espressioni vacue e prive di sentimenti, in cui quasi solo i giapponesi riescono ad essere i maestri indiscussi.