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mercoledì 3 febbraio 2016

Ricette della signora Toku

Titolo: Ricette della signora Toku
Regia: Naomi Kawase
Anno: 2015
Paese: Giappone
Giudizio: 4/5

Sentaro cucina dolci tipici in un chiosco di città, per ripagare un debito a vita. La sola compagnia che tollera è quella di una ragazzina senza mezzi, cui regala i pancakes non perfettamente riusciti. Un giorno, una vecchia signora di nome Toku si presenta da lui in cerca di un lavoro. La sua confettura di fagioli rossi è la più deliziosa che Sentaro abbia mai assaggiato, ma le sue mani sono sfigurate da una vecchia malattia, che l'ha tenuta lontana dalle altre persone per tutta la vita. Nello spazio di pochi metri e pochi giorni, i tre si regalano a vicenda la prospettiva che era stata loro negata fino a quel momento.

Il film della Kawase, tradotto anche da noi in modo bestiale, è un inno alla generosità dei sentimenti, alla passione per la raffinatezza e il rispetto per gli anziani.
Un film che nella sua semplicità si struttura ed evolve in modo complesso e critico, con alcune svolte tematiche, soprattutto dalla seconda parte, che sentono il bisogno di non appartenere solo alla cucina ma soprattutto al rispetto per le tradizioni.
E' un lungo poema filosofico se vogliamo, in cui l'avvicinamento alla morte, diventa una commovente riflessione della vecchiaia e il bisogno di riflettere sui dettagli e quei piccoli particolari che per Toku sono carichi di importanza e significato.
In una società frenetica come quella giapponese, la dilatazione dei tempi imposta da Toku per ottenere i risultati, diventa il modus operandi di una generazione e di come senza fretta, ma ascoltando il borbottio dei fagioli, parlando con la luna e accostandosi agli alberi di ciliegio che servono a scandire le stagioni, viene narrata la contraddizione tra modernità e tradizione che diventa un'affascinate incontro e convivenza in cui nessuno riuscirà a fare a meno dell'altro.
Un film che insegna come il concetto stesso di felicità sia onnipresente in ogni piccola cosa.