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mercoledì 25 maggio 2016

Codice 999

Titolo: Codice 999
Regia: John Hillcoat
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Michael e la sua banda sono capaci di colpi grossi: sono ex militari e poliziotti corrotti, addestrati, armati, senza scrupoli. La russa Irina, però, li tiene in pugno, e questa volta l'unico modo per accontentarla sembra essere quello di far scattare un 999. Solo uccidendo un agente, infatti, e sfruttando il richiamo di tutte le volanti sul luogo, Michael e i suoi avranno tutto il tempo di andare a segno altrove. Se poi quell'agente è Chris, nuovo del reparto e nipote del capo, ancora meglio. O forse no. Forse qualcosa andrà storto, in maniera del tutto imprevedibile, perché così è la vita e così funziona il buon cinema.

Codice 999 ha tante falle e un finale prevedibile. E' molto eccitante ma anche banale, sfruttando alcuni clichè come i russi cattivi e altri elementi che ormai sembrano deteriorati.
E' un poliziesco con la dolenza del noir che non riesce ad andare oltre alle aspettative e i numerosi limiti di scrittura.
Eppure con tutti i problemi del caso è un film di una potenza incredibile.
Hillcoat secondo me è un regista molto dotato, possiede ritmo e mestiere da vendere e alla fine confeziona un lurido film di serie b che da la prova di come sia esperto nel creare e sostenere la tensione. Codice 999 è davvero cattivo, niente e nessuno si salva in questo
actioner nichilista e brutale, ambientato in un mondo dove la corruzione dilaga e la malavita fa le leggi. Non esiste il concetto di "buono" se non in Chris, il sempre perfetto Casey Affleck, che però da solo non è in grado di prevedere giri di potere e collegamenti più grandi di lui.
Ad un certo punto sparisce pure dal film per quasi una ventina di minuti in cui la regia sposta l'azione e il dramma sui componenti della banda di Michael.

Con un cast stellare con tanti personaggi e poca caratterizzazione, Hillcoat straborda, innaffia di sangue e violenza le pareti dello schermo senza lasciare speranze ma continuando a far capire e sostenere la tesi che non esista un buono e un cattivo ma siamo tutti portatori di un cancro insanabile che non riusciamo a vedere.