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mercoledì 30 dicembre 2015

Love & Peace

Titolo: Love & Peace
Regia: Sion Sono
Anno: 2015
Paese: Giappone
Festival: TFF 33°
Giudizio: 3/5

Un uomo che in passato aveva sognato di diventare un cantante punk rock, sta lavorando come impiegato per una compagnia di strumenti musicali. È segretamente innamorato di una sua collega. Un giorno trova una piccola tartaruga sul tetto, e la chiama Pikadon...

Nel senso buono e metaforico del termine, Siono, che ha girato qualcosa come 5 film solo nel 2015,trova in questo ultimo delirante racconto di formazione, la possibilità di contaminare al massimo due dei temi che più lo appassionano come le mutazioni repentine della realtà sociale del Giappone e la vessazione della società sull'individuo, trovandone una buona alchimia.
Love & Peace, il titolo è già profetico, è un film che procede per accumulo infarcendolo di elementi, simboli, trasformazioni, tutto in perfetta sintonia e riuscendo ad equilibrare Kaijū Eiga, fantasy, i christmas movie yankee e l’animazione stop motion tutto con fantasia e una trasversalità di generi cinematografici incredibile, ludica e originale.
Il tutto poi sapendo sottolineare la tragedia di Fukushima e Hiroshima, il peso della società, la cronaca del dopobomba, l'alienazione dei giapponesi, le multinazionali e più di tutto l'affermazione dell'ego in una società turbo capitalista che ha dimenticato la propria storia e parte dei valori.
Love & Peace è prima di tutto esagerato e sfrontato, infatti non per altro ma come per la prolificità dei film, spesso il regista viene paragonato al maestro Miike Takashi per quell'esplosione pop, quella anarchia di fondo che lo vede come un autore libero di poter creare l'opera che preferisce e con i toni e l'ironia che più lo ispirano.
Una ricompensa che non viene data proprio a tutti e che se come in questo film viene esplosa a 360° rischia di poter diventare anche un flop incredibile.
Eppure come tutti gli outsider che si rispettino, Sono sa quello che vuole e dunque dietro una maschera che contamina cultura e altro, riesce a levigare il suo cinema dandogli una sorta di riflessione che continua a mettersi in gioco e far riflettere sui temi più disparati.

Il problema di queste pellicole, in particolar modo della tradizione nipponica è quello che proprio avendo così tante libertà e un umorismo molto diverso dal nostro, rischia di esagerare proprio lì nell'esasperazione, sconfinando prepotentemente e lasciando più volte basiti e di stucco per la mole incredibile di potenza buttata via.