Titolo: New Mutants
Regia: Josh Boone
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Dani Moonstar è la sola sopravvissuta
a una misteriosa catastrofe, in cui ha perso la vita anche suo padre.
Quando si risveglia scopre di essere rinchiusa in un Istituto per
giovani e problematici mutanti, che hanno bisogno di aiuto per
imparare a controllare i propri poteri. Gli altri pazienti sono
Illyana che parla con un draghetto di pezza, Berto, che non ama
raccontare del proprio potere, Rahne, che è stata maltrattata da un
reverendo dopo avergli rivelato il suo potere, e Sam che è
vistosamente infortunato dall'uso delle proprie abilità. L'arrivo di
Dani scatena disturbi psichici sempre più potenti e gli incubi
sembrano diventare realtà, inoltre l'Istituto diretto dalla
dottoressa Reyes potrebbe non essere benevolo come vorrebbe sembrare.
Chi lo sà se il motivo per cui New
Mutants non è stato quello che mi aspettavo è da individuare tra le
cause nella gestione travagliata durata diversi anni. Fatto sta che
il rilancio dei cugini degli X-Man, citati nel dialogo quando vengono
a conoscenza che c'è un signore interessato a portarli nella sua
struttura, diventa fin da subito un pretesto per lanciare un solo e
unico messaggio ovvero di come le nostre stesse paure possano essere
più pericolose di qualsiasi nemico.
Un'ospedale e la sua dottoressa (Glass)
mostri in una c.g pessima (Miss Peregrine e la casa dei ragazzi speciali) incubi che perseguitano i
protagonisti (Linea mortale oppure Nightmare 3-I signori della notte) il film fin da subito
si rivela un niente di fatto mettendo nella galleria personaggi tutti
sopra le righe, stereotipati e insopportabili (Anya Taylor-Joy su
tutte e mi spiace visto il suo incredibile talento) che si trascinano
in una storia che di fatto non mette nemmeno in risalto degli
antagonisti ma cerca questa trovata disfunzionale delle proprie paure
giocata male e senza forza e incisività nella scrittura.
E poi bisogna finirla con questi
pretesti davvero a volte gratuiti come la storia d'amore tra le due
timide ragazzine, l'esaltarsi per i propri poteri, la tamarria
incontrastata di esagerare nell'abbondare con le scene scriteriate e
fine a se stesse (tutta la battaglia inguardabile con l'orso),
sperando che incubi come questi non abbiano sequel o se proprio
devono, vengano scritti da chi ha qualche neurone facendolo girare
bene e soprattutto con una regia pessima come quella di Boone.