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sabato 30 settembre 2023

Black Demon


Titolo: Black Demon
Regia: Adrian Grunberg
Anno: 2023
Paese: Repubblica Dominicana
Giudizio: 2/5

Bloccata su una piattaforma fatiscente a Baja, una famiglia affronta un vendicativo squalo megalodonte.
 
Un eco-revenge mischiato con la rabbia degli dei che mandano un demone marino a colpire la popolazione locale. Una multinazionale della morte che inquinando un'isola comincia a decadere fino a paerdere la voglia di vivere e costringendo i cittadini a sopravvivere di stenti.
In questo abbiamo la nostra bella famigliola che pensando di passare una bella vacanza cogliendo l'opportunità del lavoro del marito finiranno per passare il loro tempo scappando da individui loschi e finendo su una piattaforma in mezzo all'oceano sorvegliata dal Black Demon dove Black molto probabilmente sta per il petrolio, il sangue nero della terra. Purtroppo ancora una volta il film presenta tutti i difetti degli shark movie. Recitazione bassissima, lo squalo (perchè tutto sembra tranne che un megalodonte) si vede centellinato di fatto in una sola scena e pessima in cg quando sbuca per divorare un motoscafo con il poveraccio di turno. Se la location è meravigliosa (ormai anche la Repubblica Dominicana comincia a sdoganare film) purtroppo ci troviamo di fronte ad un altro film dove nel finale la famiglia scopre gli errori commessi dal loro leader per coprire gli interessi della multinazionale e allora scatterà il senso di colpa che porterà al sacrificio finale

sabato 2 settembre 2023

Meg 2-L'abisso


Titolo: Meg 2-L'abisso
Regia: Ben Weathley
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Dopo aver sconfitto i due megalodonti (squali preistorici lunghi oltre 20 metri) del primo film, Jonas Taylor continua a presidiare gli oceani. Nel frattempo l'amico Jiuming, a capo della società di ricerca Mana One in Cina, sta provando ad addestrare un megalodonte in fondo all'oceano. Durante una spedizione esplorativa a cui partecipa Taylor, si scopre però che un gruppo di trafficanti sta estraendo minerali preziosi dal fondale, alterando l'ecosistema e liberando il passaggio per la risalita dei megalodonti che erano rimasti nascosti fino a quel momento. L'equipaggio, guidato da Taylor e Jiuming, dovrà quindi fronteggiare sia i trafficanti sia i giganteschi squali (e altre specie ritenute estinte), pericolosamente diretti verso un'isola popolata di turisti.
 
Il primo Meg mi era piaciuto e nemmeno poco. Certo bisognava perdonare l'imprudenza di averci messo Statham e altre ingenuità così come averlo reso un blockbuster comico e molto action però allo stesso tempo sapeva anche prendersi sul serio regalando intrattenimento ma anche qualche scena deliziosa.
Il sequel mi faceva presagire qualcosa di bello visto il nome in cabina di regia (uno dei miei registi preferiti) dall'altro qualcosa di molto brutto con un trailer che mostrava tre megalodonti, una piovra gigante e i dinosauri. Il risultato è un pessimo film che però darà liquidità ad un grande regista per tornare a fare quei film di genere che tanto ci piacciono. Perciò Weathley ha fatto bene a fare questa marchetta per ottenere i budget che gli serviranno in futuro. Secondo me si è pure divertito visto che il film si impegna a non azzeccarne nemmeno una. Dal voler esagerare in termini di numeri, all'aver portato ancora di più eccessi in una parodia, all'aver caratterizzato personaggi fastidiosissimi già nel primo come Dj o Meiying. Il finale sull'isola con tutti quegli attacchi in particolare di questa sorta di branco di dinosauri liberati come sempre dal termoclino proprio non funziona prima di tutto perchè è sulla terra ferma in un film che parla di bestie subacquee. Ma il mistero più grande resta il fatto che quelli che dovevano essere i protagonisti ovvero i Meg sono quelli che si vedono meno.

martedì 1 novembre 2022

Sharks incubo dagli abissi


Titolo: Sharks incubo dagli abissi
Regia: Le-Van Kiet
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Una coppia organizza una fuga romantica a mare, ma quando si trova lì la loro villa viene spazzata via da una tempesta tropicale. Gli elementi si accaniscono anche contro di loro e intanto ai pericoli che minacciano la loro sopravvivenza si aggiungono gli squali che gironzolano intorno alla loro imbarcazione.
 
Forse uno dei peggiori shark movie mai visti finora. Per tutto il film non succede nulla se non in un finale trash davvero imbarazzante perchè non avendo budget si prendono immagini dello squalo da altri film o documentari. In alcune scene è palesemente di gomma, nel finale la protagonista finisce su un'isolotto dove per motivi di budget c'è una foschia tale da non mostrare niente. Lei anzichè andare a riva rimane alla deriva in mezzo all'oceano dove manco a farlo apposta ritornano gli squali a punzecchiarla e dove troverà abbandonato a se stesso un 'imbarcazione (se così possiamo chiamarla) dove un pescatore cinese dorme avendo a bordo solamente un baracchino per il cucito e una tanica enorme di alcool puro. Ovviamente non mancheranno i colpi di scena finali dove l'imbarcazione verrà ribaltata dopo che lo squalo salta in aria per compiere un tuffo carpiato.
Il cinese Fishermann muore male ma senza prima aver cercato, chiedendo aiuto, di sacrificare nelle fauci della bestia proprio Jaelyn. Lei che alla fine prenderà il motore dell'imbarcazione come arma dove farà girare la ventola proprio in faccia allo squalo e infine il climax finale con quell'ancora e la maniera più assurda con cui farla finita. Ho letto che per qualche assurda ragione è stato associato a Open Water ..niente di così distante dalla realtà dal momento che quel film sapeva creare ansia e atmosfera, qui solo il nulla.

mercoledì 15 dicembre 2021

47 metri-Great White


Titolo: 47 metri-Great White
Regia: Martin Wilson
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Charlie, ex biologo marino esperto di squali, se la cava scarrozzando turisti con il suo Cessna. Lo aiutano la fidanzata Kaz e il fidato Benny, che fa il cuoco tuttofare. Gli affari non vanno benissimo e c'è qualche problema finanziario, ma la fiducia è tanta. Charlie accetta di portare la giovane Michelle e il suo fidanzato Jo, analista finanziario, sino a un'isoletta disabitata in un atollo. Il viaggio in aereo è senza incidenti, ma una volta atterrati sulla spiaggia le cose si mettono male. I cinque trovano i resti di un uomo parzialmente divorato da uno squalo. Capiscono che era lì in barca con la fidanzata perciò vanno in aereo alla ricerca della barca. Quando la avvistano, ammarano e, nel relitto, trovano il cadavere della donna. Prima che possano ripartire lo squalo attacca, facendo inabissare l'aereo. I cinque si trovano quindi sul precario rifugio di un gommone di salvataggio, mentre lo squalo non molla la presa.
 
Ultimamente gli shark movie stavano riprendendo auge, con film che seppur d'intrattenimento alcune volte non erano affatto scontati oppure esageravano senza mezzi termini con risultati insperati. Questo 47 metri che con il duo uscito gli anni precedenti detiene solo il nome, è un b-movie scialbo che non riesce mai a stupire o incutere la benchè minima emozione. Una coppia di bellocci che sembrano votati a cercare qualcosa più forte di loro finiscono con un'altra coppia su un gommone (praticamente la location principale del film) e in questa situazione il film si prende tutto il terzo atto senza mai riuscire a destare paura o senso di isolamento. Un survivor movie perchè gli shark movie quasi sempre di questo tema trattano, dove però Great White risulta ripetitivo e spesso scontato, con una nota dolente circa una noia mortale che continua proprio quando il film dovrebbe decollare premendo l'accelleratore.


domenica 11 ottobre 2020

Blu profondo


Titolo: Blu profondo
Regia: Renny Harlin
Anno: 1999
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Degli squali dalla struttura genetica alterata vengono impiegati per sviluppare una cura contro l’Alzheimer. Peccato solo che i pescioni mutanti siano diventati anche superintelligenti e comincino a combinarne di tutti i colori…

Bistrattato da quasi tutta la critica, Blu profondo per me rimane un film di puro intrattenimento con un ottimo ritmo, un'idea originale, dei buoni caratteristi e una messa in scena che nonostante gli anni invecchia bene.
Squali da laboratorio, intelligenza da predatori, una caccia all'uomo anzi al team scientifico dove spadroneggia con il suo mascellone Carter Blake una sorta di Acquaman degli squali.
Il b-movie di Harlin, regista partito molto bene per finire molto male, ha un sacco di spunti interessanti e un ritmo strepitoso, con un paio di colpi di scena su chi dovrà morire davvero notevoli e inaspettati. La mattanza degli squali non conosce barriere così come le strategie adottate per cercare di sopravvivere per i nostri protagonisti (alla fine almeno un nero si salva, ma il pappagallo no). Gli effetti speciali beneficiano di un decoroso budget e riescono a non imporsi in maniera esagerata lasciando molto spazio all'atmosfera e ai dialoghi tra gli attori tagliati con l'accetta. Sembra una sorta di Jurassic Park sottomarino per quanto alla fine la storia sia sempre la stessa.

Blu profondo 3


Titolo: Blu profondo 3
Regia: John Pogue
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

La dott.ssa Emma Collins e il suo team stanno trascorrendo la loro terza estate sull'isola di Little Happy studiando l'effetto dei cambiamenti climatici sui grandi squali bianchi che vengono al vicino vivaio.

Ignorando per varie e motivate ragioni il secondo capitolo della saga, questo capitolo finale(?) riesce incredibilmente a tirare sù il morale facendo ben sperare, rincorrendo tanti elementi del primo ma avendo molti meno soldi e volti noti. Alla fine il risultato è positivo. Anche qui una location, un piccolo villaggio di casette di legno in mezzo all'oceano, una sorta di mezza comunità hippy dove la comunione tra le persone porta ad una sorta di benessere e armonia con la natura e l'oceano in cui per dire una giovane coppia afro vede l'uomo andare a pesca con la sua barchetta tutto felice con la moglie che sorridente lo aspetta a casa. Questa tranquillità verrà naturalmente demolita dall'incursione dei ben noti squali geneticamente modificati e rispetto al primo capitolo in cui bastavano gli squali e una tempesta, qui ci sono i cattivoni di turno in memorabili e assurde scene di combattimento a colpi di maschio alfa.

sabato 1 agosto 2020

47 metri uncaged


Titolo: 47 metri uncaged
Regia: Johannes Roberts
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Yucatan, Messico. Mia e Sasha, sorellastre, non vanno molto d'accordo. Mia è introversa, timida e viene bullizzata a scuola. Sasha è sicura e disinvolta e anche un po' infastidita dall'atteggiamento passivo di Mia. Il fatto che la famiglia si sia dovuta trasferire in Messico a causa del lavoro del padre, che si occupa di ricerche archeologiche sottomarine, non aiuta Mia, che si sente fuori posto. Per favorire l'intesa tra le sorellastre, il padre compra loro i biglietti per un'escursione su una barca dal fondo vetrato per vedere gli squali. Ma Sasha ha un'altra idea e, con le amiche Alexa e Nicole, trascina Mia sino a un laghetto nascosto da dove si può accedere alla città sommersa dei Maya, sede, da un altro accesso, delle ricerche del padre. Adeguatamente attrezzate, le ragazze si immergono nelle caverne sottomarine, ma gli squali le attendono.

Sequel del fortunato 47 metri, Uncaged è un gradino superiore, trait d'union la stessa regia di Roberts ormai affezionato all'horror. Un film con tante figlie d'arte da Corinne Foxx, Sistie Rose Stallone e poi che non c'entra niente ma il nome è strambo Khylin Rhambo.
Citta maya nascosta sotto i fondali marini, due sorellastre che diventeranno inseparabili dopo aver vissuto il peggio, più personaggi per aumentare le morti e i colpi di scena nonchè il clima ansiogeno, una spedizione che finirà molto male, squali bianchi cechi abbandonati in quel regno dimenticato dove non ci si riesce a capacitare dove trovino il cibo e statue nei fondali che crollano appena una di loro ci si appoggia contro. La tensione nel film è alta, lo squalo arriva dopo ed è un bene (come la vecchia scuola insegna) tutta la suspance legata al livello di ossigeno è ottima come la scelta del ritmo, lento e molto d'atmosfera, senza lesinare le scene d'azione ma immettendone poche e funzionali soprattutto nel terzo atto.
Se i dieci minuti finali sono la parte più bella, quel momento poco prima dove tutte loro quattro più il padre della protagonista si troveranno come esche in mezzo a due squali giganti (per tutto il film era uno, poi nel terzo atto aumentano) e correnti marine di una potenza devastante, devo dire che il divertimento e l'ansia sono assicurati per un survival movie davvero ben diretto ad alzare l'asticella di un'estate con pochi shark movie.




martedì 2 luglio 2019

47 metri


Titolo: 47 metri
Regia: Johannes Roberts
Anno: 2017
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

Due giovani sorelle - Lisa e Kate - sono in vacanza in una località marina in Messico. La situazione sarebbe ideale per svagarsi alla grande, ma Lisa è turbata per essere stata lasciata dal suo fidanzato. Così Kate, la più disinvolta delle due, cerca di farla divertire portandola fuori di notte a spassarsela. Due giovani messicani propongono alle ragazze di provare lo sballo di un'immersione in una gabbia in un luogo infestato da squali: totalmente sicuro, totalmente avvincente. Lisa, preoccupata, è titubante, ma dato che è stata lasciata dal fidanzato proprio perché ritenuta noiosa, decide, spinta dalla sorella, di tentare la botta di vita. Quando vede la vecchia gabbia arrugginita del "capitano" Taylor, Lisa è di nuovo colta da dubbi, ma Kate è risoluta: l'avventura va vissuta. In mare aperto vengono gettate le esche per attirare gli squali che subito arrivano. Poi le ragazze si calano in mare dentro la gabbia per potersi godere la vista degli squali al sicuro della loro protezione. Ma per un problema tecnico la gabbia precipita a 47 metri di profondità e le ragazze si trovano nei guai con poca aria e troppi squali.

Che lo shark movie sia un sotto genere ormai abusato è un dato di fatto.
Prove di sopravvivenza, cloni di squali, esperimenti genetici, sotto prodotti amatoriali o virati sul trash e poi i blockbuster.
47 metri del mestierante Roberts, una filmografia abbastanza sfortunata, riesce nonostante una regia molto tecnica a portare a casa il suo film di genere migliore.
Qui lo sport estremo gioca un bel connubio con il survival movie e un'atmosfera davvero claustrofobica dove il gioco forza delle due sorelle produrrà tutta la materia drammatica dovuta e necessaria per dare pathos e atmosfera al film.
47 metri come Open Water cerca la soluzione più faticosa ed estrema, senza mettere troppa carne al fuoco, con un ritmo abbastanza soporifero per un finale e un ritmo tutto sommato centellinato come le risorse e le aspettative di vita delle ragazze che riescono a non far cadere mai troppo o sbilanciare il binomio del ritmo claustrofobico. Un film che negli intenti riesce sicuramente a far meglio di PARADISE BEACH trovando nello schema corale un maggior ritmo e giocando sulle differenze e le diversità delle due sorelle entrambe destinate a doversi scontrare con l'orrore vero dove lo squalo per assurdo passa pure in secondo piano.
Ottimo il finale che non concede soluzioni facili e il tipico happy ending facile da trovare negli horror destinati al cinema che qui se così fosse stato ne avrebbe distrutto tutti gli intenti.
47 metri è composto soprattutto di tensione, regalando molto tempo con uno sguardo profondo ai difficili rapporti e agli aspetti umani, la solitudine e la disperazione che prevaricano giocando un bel braccio di ferro tra le due complesse psicologie delle protagoniste e poi tanta, tanta suspance che dimostra ancora una volta come l'abisso e l'ambientazione marina rimangono sempre sinonimo di una minaccia incombente più forte di noi
Pochissime le pecche, se vogliamo proprio trovarne qualcuna diciamo la tipica vittima sacrificale e la corda ormai consumata dalla salsedine. Potevano trovare degli espedienti un pò più originali.



Open Water


Titolo: Open Water
Regia: Chris Kentis
Anno: 2003
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Susan e Daniel stanno attraversando un periodo di stress e nervosismo a causa del lavoro che porta via loro troppo tempo e di una scarsa comunicazione. Per sopperire a queste lacune, i due decidono di partire per una vacanza da sogno ai Caraibi, luogo magico e adatto alla loro passione atavica preferita, la subacquea. Giunti in quello che alcuni definiscono il paradiso terrestre, Susan e Daniel si prenotano con una compagnia locale per l’immersione tanto agognata. Quando la barca parte per il mare aperto, i due non sospettano nemmeno il loro sfortunato destino. Quella che doveva essere una gita di riappacificazione tra pesciolini colorati e variegati si tramuta immediatamente in un incubo dal momento che il mezzo riparte per la terraferma senza accorgersi che la coppia non è rientrata. Quando riemergono in superficie si rendono conto della gravità della situazione, soli, dispersi in mezzo all’oceano e trascinati per di più dalla corrente. Non ci vorrà molto prima che la situazione peggiori, Susan e Daniel, difatti, prendono coscienza di ciò che accade sotto di loro: un branco di squali è pronto ad attaccare.

L'elemento di forza di Open Water non credo sia che è tratto da una storia vera (d'altronde la drammaticità della cronaca mondana ci porta a pensare che possano essere successe situazioni ben più terrificanti di questa) bensì l'atmosfera in cui Kentis relega letteralmente la coppia in questione.
L'abbandono fa paura più degli squali e la paura di non sapere cosa accadrà, dell'ossigeno che sta terminando, della mancanza di viveri per sopravvivere, sono elementi che a conti fatti creano il terrore quello vero e puro che in mezzo all'oceano diventa ancora più terribile.
L'intento fa da padrone a dispetto purtroppo di una regia tremolante, anch'essa figlia del Parkinson effect dei registi figli di Blair Witch Project e del mockumentary o found footage, con riprese così mosse che sembra davvero di essere lì soffrendo il mar di mare al posto dei due protagonisti




sabato 1 settembre 2018

Meg


Titolo: Meg
Regia: Jon Turteltaub
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un sommergibile oceanico - parte di un programma internazionale di osservazione sottomarina - viene attaccato da un'imponente creatura che si riteneva estinta e che ora giace sul fondo della fossa più profonda del Pacifico con il suo equipaggio intrappolato all'interno. Il tempo stringe, l'esperto di salvataggi subacquei Jonas Taylor viene incaricato da un visionario oceanografo cinese, contro il volere della figlia Suyin, di salvare l'equipaggio - e l'oceano stesso - da questa inarrestabile minaccia: uno squalo preistorico di quasi 23 metri conosciuto come Megalodon.

Se Maometto non va dalla montagna...interessante quest'ultima sorprendente scoperta scientifica che nelle profondità dell'oceano esiste un luogo per nulla intaccato dal tempo, che ha conservato temperatura e caratteristiche adatte alla vita di alcune specie animali sparite altrove.
Pur non scegliendo mai la carta della demenzialità, il confine in alcune scene è arduo.
È infatti molto importante capire con quale spirito affrontare la visione, se qualcuno mai si fosse aspettato uno shark movie con ettolitri di sangue ci rinunci perchè è dosato con il contagocce, se con piglio serio oppure con l'esplicita volontà di ridere, accettando di perdere qualsiasi regola logica. Al di là di una storia che ha poco o nulla di originale, che non aggiunge niente di nuovo al filone, se non la scoperta scientifica iniziale che speravo mostrasse qualcosa di più, ci troviamo infatti dinanzi a personaggi caratterizzati in modo superficiale, che fanno costantemente azioni ridicole mettendo in pericolo loro stessi e gli altri.
In questo l'immortale Jason suona davvero come la nota dolente perchè distrugge, con l'azione più tamarra mai vista, quel poco che invece riusciva a mantenere un'aria da thriller giocando con un'atmosfera solo a tratti convincente.
Invece qui si gioca con un sonoro che alza le antenne, il nostro "eroe"che a petto nudo e fiocina in mano combatte un Megalodonte di 23 metri..

martedì 8 novembre 2016

Shallows aka Paradise Beach

Titolo: Shallows aka Paradise Beach
Regia: Jaume Collet-Serra
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Nancy sta facendo surf da sola di fronte a una spiaggia isolata quando viene attaccata da un grande squalo bianco che le impedisce di tornare a riva. Anche se solo 200 metri la separano dalla salvezza, dovrà mettere in gioco tutta la sua forza di volontà per sopravvivere.

Shallows è un altro di quei film che vuol giocare sull'atmosfera, portando questa bella fanciulla amante del surf e in cerca di redenzione per alcuni fatti successi, a doversi confrontare con uno squalo enorme che si vede troppo poco e uno scoglio a qualche decina di metri dalla riva dell'oceano.
A tenerle compagnia c'è un gabbiano che in più di un momento ruba la scena alla protagonista diventando lui il protagonista.
Paradise Beach entra nel filone dei survival movie con un'unica location e un'attrice.
A differenza di alcuni coetanei come OPEN WATER non riesce a far emergere quel senso di ansia e paura che il film conteneva e che qui ci si aspettava. Nancy ingaggia una vera lotta di astuzia quasi alla McGuyver con un finale che è di una banalità e assurdità tremenda come a dire che l'essere umano è più veloce di uno squalo e che quest'ultimo e l'animale più stupido del pianeta.


venerdì 13 settembre 2013

Ghost Shark

Titolo: Ghost Shark
Regia: Griff Furst
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 1/5

Il film narra la storia vera e inconfutabile di uno squalo morto ammazzato che spiaggiatosi in una caverna magica è diventato un fantasma e di un gruppo di ragazzini che lo voglio rimorto

Solo nel 2012 sono usciti da vari canali televisivi o per il grande schermo i seguenti titoli: JERSEY SHORE SHARK ATTACK/JURASSIC SHARK/SHARK TORNADO/SAND SHARK e SHARK 3D. Nel 2011 invece è stato l'anno di 2 HEADED SHARK ATTACK/SHARK NIGHT 3D/SWAMP SHARK. Senza stare ad elencarli tutti, bisogna ammettere che tra le bestie preferite per i film dell'orrore, gli squali sono ottimi a botteghino. Ovviamente e per arcani motivi mi sono sentito in dovere di recensirli tutti.
Il fatto che sia quasi sempre la Syfy a girare i prodotti peggiori e un discorso analogo a molti dei prodotti di casate minori come ad esempio l'immortale Asylum.
Anche in questi casi è difficile risparmiarsi da un sorriso appena abbozzato per quella che altro non è che un'idea trash per un prodotto che la dice lunga.
Vedere uno squalo fantasma fatto piuttosto male che mangia un cristiano sulla spiaggia in modalità anaconda non fa quasi più nemmeno ridere.
Insomma le stanno provando proprio tutte in campo dannatamente trash, senza idee, attori, che risparmino almeno il degenero e l'inguardabilità totale della pellicola.
Speriamo che siano alla frutta...come quasi tutti gli ultimi prodotti dimostrano.
Però nella totale inguradabilità a parte l'accenno di un sorriso per l'improbabile scena descritta pocanzi mi viene in mente una delle più trash mai viste ovvero il tizio che beve un bicchiere d’acqua e lo squalo gli esce dall’interno, rompendolo in due oppure ancora il tizio che viene succhiato giù da un cesso, come a dire che in un film di merda c'è una fine giusta e decorosa...

giovedì 17 gennaio 2013

Shark Invasion

Titolo: Shark Invasion
Regia: Danny Lerner
Anno: 2005
Paese: Usa
Giudizio: 1/5


Un misterioso campo magnetico attira un branco di feroci squali bianchi nel Triangolo delle Bermuda mettendo in pericolo l'equipaggio della base sottomarina "Oshona" dislocata in quelle acque per effettuare rilevazioni scientifiche. Nel tentativo di salvare la moglie Linda intrappolata nel laboratorio, il dottor Mike Olsen ottiene aiuto dal capitano Riley e dal suo sommergibile, ma le operazioni di soccorso rischiano di essere vanificate dall'arrivo di Ben Stiles, agente di una sezione speciale dei servizi segreti, incaricato di fare in modo che l'accaduto rimanga "top secret" e di scoprire la sorgente radioattiva la cui energia potrebbe in futuro essere utilmente sfruttata per scopi militari... Nel cielo, intanto, un'astronave aliena attende il momento opportuno per entrare in scena: l'origine dell'insolita energia è, infatti, un contenitore di cristalli sconosciuti che, anni prima, due UFO in volo nell'orbita terrestre hanno perduto a causa di un'accidentale collisione...

Un altro film sugli squali. Questa volta cambia solo il nome ma la cagata è fumante e fa ancora più schifo di tanta merda che ho già recensito.
Lerner sta alla fantascienza come Borghezio sta alla politica. Difficile cercare di capire quante idee sono state sviluppate in questo film che non riesce a trasformarne nemmeno una.
Qualcosa di carino però alla base c’era ed è un peccato, ma non così grosso vista la natura del film, non riuscire a svilupparne nulla di interessante.
Ad esempio avrei optato per l’exploitation più azzardato trasformando gli squali in alieni. L’elemento poi del copia/incolla con immagini di squali prese da altri film o da documentari è una caratteristica nostra del nostro cinema italiano dei bei tempi che pur di fare un film l’avrebbe commissionato a dei napoletano travestiti da cinesi.
La Nu-Image cerca dunque di apportare una novità trovandosi ingenuamente in un confine che ne delimita gli intenti e la messa in scena.





giovedì 27 dicembre 2012

Swamp Shark



Titolo: Swamp Shark
Regia: Griff Furst
Anno: 2011
Paese: Usa
Giudizio: 1/5

Un incidente automobilistico provoca il rilascio di alcune pericolose sostanze chimiche. I liquami infetti colano nelle paludi della Louisiana e causano la subitanea e incredibile mutazione di un normale esemplare di squalo: l?animale, oltre a raddoppiare le proprie dimensioni, viene preso da un irresistibile appetito che lo spingerà a cacciare gli inermi abitanti del villaggio.

Mancava solo lo squalo tossico, neanche fosse una cazzo di pellicola della Troma o dell’Asylum.
Oramai la filmografia sugli squali è arrivato ad un livello che non si sarebbe mai pensato.
Squali giurassici, squali con due teste, squali mutanti, squali clonati, squali telecomandati, squali con tentacoli, davvero sembra una barzelletta ma è proprio così.
A differenza di molti prodotti di questo genere che possono essere visti solo da nerd amanti dei film di genere, questo è tra i più brutti in una filmografia già molto brutta di suo e portata veramente all’estremo.
Mancanza di ritmo, di sangue, di tette, di risate, di azione, di scene con un margine di senso. La cosa che ad un certo punto appare veramente assurda oltre l’assurdità di uno squalo tossico è quello di vedere dei ragazzi che visto che devono farsi uccidere scelgono proprio delle acque putride e tossiche dove andare a fare i coglioncelli.

sabato 10 novembre 2012

Cruel Jaws-Fauci mortali


Titolo: Cruel Jaws-Fauci mortali
Regia: Bruno Mattei aka William Snyder
Anno: 1995
Paese: Italia
Giudizio: 2/5

Ad Hampton Bay, la stagione balneare è alle porte. Tre sommozzatori hanno un importante compito, ovvero recuperare il relitto di una nave della marina degli Stati Uniti affondata proprio nei pressi del piccolo paese. Purtroppo per loro vicino al relitto troveranno delle cruel jaws ad attenderli. Quando il corpo di uno dei sub viene ritrovato sulla spiaggia divampa il panico, non tanto per il fatto che ci sia uno squalo, ma più per il fatto che la stagione andrebbe a ramengo e lascerebbe il villaggio negli affanni della disoccupazione. Per cui il cattivo senza scrupoli di turno cercherà di minimizzare l'accaduto e di dare il via alla stagione prendendo precauzioni minime: sarà un gravissimo errore.

Sulla carta sembra essere una sorta di sequel di tutti i capitoli sullo squalo. Se fosse così sarebbe il numero cinque nella lunga e interminabile serie di film destinati al mercato direct-to-video dal momento che non è mai andato in onda in tv in quegli anni.
Per essere un b-movie del nostro caro Mattei il film ha dalla sua le più funzionali armi del low-budget richieste dal mercato. Inserendo una quantità incredibile di stock footage e una buona dose di azione al film sembra non mancare nulla. C’è un protagonista che sembra Hulk Hogan dei poveri, ci sono le immancabili musiche inizio anni ’90 e una buona dose, che non manca mai, di esplosioni e via dicendo.
La scena madre forse è quella in cui lo squalo tira giù un elicottero.
Il fatto più inusuale anche se poi non è sempre così è quello per cui come dicevo prima Mattei ha rubato scene madre di altri film senza farsi nessunissimo problema e quindi facendo ovviamente notare allo spettatore come lo squalo appaia sempre in modo diverso.
Anche questo è cinema e come sempre per il cinema più povero si tenta di stupire con degli effetti speciali come questi. Mattei ancora una volta conferma un talento e una voglia di mettersi ala prova fino in fondo incredibile.



giovedì 1 novembre 2012

Jurassic Shark



Titolo: Jurassic Shark
Regia: Brett Kelly
Anno: 2012
Paese: Canada
Giudizio: 1/5

Un gigantesco squalo di epoca giurassica si risveglia e fa strage di natanti lungo le coste assolate di una nota località turistica...

Jurassic Shark è una trovata pubblicitaria incredibile se si pensa che l’impegno più grande del film è stata la locandina. Pochi e impietosi dettagli su questo immondo film.
In primis lo squalo che viene risvegliato da un eruzione vulcanica.
Secondo si vedono le classiche fighe di turno, qualche nerd e la solita banda di criminali quindi niente di nuovo e meno ancora di speciale.
Il terzo motivo è che lo squalo non ha nulla di giurassico.
Il quarto motivo è che la c.g fa veramente cagare per quanto sia costellata di tutti i peggiori difetti a livello di estetica e montaggio.
Il quinto motivo è I’identico modus operandi con telecamera impazzita sott’acqua che non lascia vedere nulla.
Il sesto motivo è anche il più becero di tutti. Addirittura lo squalo sa discernere tra buoni e cattivi infatti nella scena madre esce dall’acqua saltando sopra le due protagoniste per mangiarsi al volo la cattiva di turno, tutto ovviamente in rallenty.

lunedì 29 ottobre 2012

Shark 3D



Titolo: Shark 3D
Regia: Kimble Rendall
Anno: 2012
Paese: Australia
Giudizio: 1/5

Uno tsunami colpisce le coste australiane invadendo buona parte della città, compreso un supermercato in cui stava avvenendo una rapina.
Dopo la devastazione portata dall'onda i sopravvissuti si ritrovano impossibilitati ad uscire perché tutte le porte sono bloccate dalle macerie, imprigionati tra scaffali diroccati, alimenti galleggianti e, scoprono presto, uno squalo di grosse dimensioni trasportato assieme all'acqua.

Purtroppo arriva dalla terra dei canguri l’ultima cagata che vede protagonisti gli squali. Da un’idea che inizialmente non era poi così male (almeno si stacca leggermente dall’idea di base saccheggiata e abusata da quasi tutti) spegnendosi quasi subito per lasciare il posto ad un film banale e insulso.
Il motivo cardine che devasta completamente tutti i buoni propositi e certamente la storia d’amore e le facce dei protagonisti. Finti attori con il latte alla bocca che cercano di dare drammaticità ad una storia che perde di vista il protagonista in questione(lo squalo) per lunghe e insopportabili divagazioni.
Strano ma vero, spesso la dice lunga il cinema di serie b su prodotti simili, in cui non dovendo rispettare target di produzioni o distribuzioni votate al prodotto di consumo, riescono a slegarsi più facilmente e avere terreno fertile.
Bait il titolo in questione essendo un film di serie a in termini di quattrini di produzione cola a picco subito senza avere la possibilità di riemergere nemmeno per un istante.

Sand Shark



Titolo: Sand Shark
Regia: Mark Atkins
Anno: 2012
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Alcuni squali che vivono sotto la sabbia iniziano ad attaccare una tranquilla cittadina ai piedi dell’Oceano.

Dopo essermi imbattuto in oramai così tanti film tragicomici, mi chiedo solamente quale sia lo scopo di queste produzioni. La risposta probabilmente non si saprà mai. Oppure uno potrebbe pensare che finché uno spettatore paga per vedere questi prodotti allora il mercato investe su queste vaccate.
Il dubbio però a questo improbabile questione è il fatto che quasi sempre i giovani scaricano questi film perché non saprebbero dove minchia andare a trovare queste pellicole così esageratamente assurde quindi scaricandoli anziché comprandoli non aiutano a fare soldi.
 Sand Shark a parte tutto questo lascia davvero basiti. Il soggetto è dannatamente assurdo tale da rendere la fruizione del film totalmente senza un margine di senso credibile e quindi dovendo assistere passivo, senza poter fare nessuna congettura, a tutto l’iter di scene d’azione e sanguinolente.
Mark Atkins è poi un regista che probabilmente porta in scena quello che gli riesce meglio ovvero film quasi sempre assurdi e quasi sempre targati Asylum.
Qui ancora una volta parliamo di film che non verranno probabilmente mai tradotti rimanendo in inglese a vita (dal momento che non ci sono questioni filosofiche particolari non è neanche così difficile capire che cosa dicono, effettivamente non è che la cosa non faccia dormire la notte).
A parte la figlia di Hulk Hogan già vista nel deludente 2 HEADED SHARK ATTACK e le sue imperdibili tette, o per quanto in realtà lei sia una biologa marina, si salva solo qualche banalissima scena. Gli squali infatti sono fatti in una qualità in c.g davvero scadente, sono lenti e alle volte sembra che vadano più piano di un cristiano che cammina.
In più a dirla tutta ricordano neanche tanto vagamente i mostri dell’aldilà del film BEETLEJUICE di Burton che a loro volta erano una rivisitazioni dei vermoni di DUNE.