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lunedì 6 marzo 2017

Hell or High Water


Titolo: Hell or High Water
Regia: David Mackenzie
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Rapinare le agenzie della Texas Midlands, solo pezzi piccoli, solo dalle casse, la mattina presto quando non ci sono clienti. Pulire i soldi al Casinò. Pagare i debiti, estinguere l'ipoteca e lasciare il ranch dove ha appena scoperto il petrolio ai suoi due figli, per interrompere una storia di povertà famigliare durata anche troppo. È questo il piano di Toby, per il quale ha bisogno di suo fratello Tanner, da poco in libertà, dopo dieci anni di carcere. Le banche gli hanno preso quel poco che aveva e ora lui deve riprenderselo, possibilmente senza spargere sangue. Due le incognite: Tanner, che è una testa calda, e un Texas ranger a un passo dal pensionamento, che come detective sa il fatto suo meglio di tutti gli altri.

Mackenzie è un giovane e brillante regista inglese. I suoi esordi non sono stati tra i migliori ma poi la sua filmografia ha saputo fare quel salto in avanti. Ha intrapreso così la strada delle storie difficili come il precedente Starred Up un prison movie duro e robusto.
Hell or High Water è l'opera più politica e ambiziosa del regista, il quale affonda un duro colpo criticando aspramente il ruolo delle banche e delle loro misure burocratiche per ottenere piccoli pezzi di terra da famiglie povere e problematiche.
Comancheria, il titolo originale, parla di tante cose strutturando appunto la critica più grossa sulle istituzioni ma portando a galla temi universali come il difficile rapporto tra due fratelli, un nucleo familiare distrutto, il senso di colpa e la scelta di fare qualcosa di sbagliato per una buona ragione arrivando anche a sacrificarsi per la causa.
Sono degli anti-eroi i nostri protagonisti travestiti solo apparentemente da criminali rapinando banche e buttandosi in inseguimenti rocamboleschi. Eppure la tensione è alta così come i sentimenti all'interno del film il quale riesce ad essere molto equilibrato senza eccedere e soprattutto senza farsi prendere dalla voglia di esagerare, rimanendo sempre molto teso ed equilibrato trovandoci immersi in un paesaggio geografico e umano rude e sanguigno.
Oltre ad essere un film solido e maturo riesce a rendere convincente anche un belloccio come Pine che qui trova la sua interpretazione migliore accompagnato dal bravo Foster (che però vediamo sempre incastrato negli stessi ruoli) e Bridges che lavora su un accento squisito.
Hell or High Water è però anche un film che si prende i suoi tempi. Per questo il trascinarsi a lungo, indeciso se puntare sul thriller o il ritratto psicologico o il western lirico e moderno, sono tutte scelte da parte del regista che rimangono tutte facciate riuscendo a inserirsi da soli nella storia dandole ancora più complessità e umanità soprattutto in alcuni dialoghi tra i due fratelli.