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mercoledì 20 febbraio 2019

Ultimo boy scout



Titolo: Ultimo boy scout
Regia: Tony Scott
Anno: 1991
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Un investigatore privato che si crede Philip Marlowe e un ex giocatore di football con la carriera stroncata da una storia di droga si alleano - malvolentieri - per porre fine a un giro di scommesse e di partite truccate.

Il poliziesco alla maniera facilona ma per nulla stupida degli anni'90 ha avuto un discreto successo e ha decretato un suo fascino, una sua collezione di film e ha consacrato alcuni fisic du role.
Bruce Willis è da sempre uno degli attori più sopravvalutati della sua generazione, un cazzaro col mascellone che hai tempi piaceva tanto a Hollywood.
In questo caso il buddy movie siglava la coppiata con il nero che il cinema e il senso di colpa delle lobby americane doveva spammare un po ovunque. Il risultato è una coppiata che non ha fatto fuochi artificiali ma di fatto si è difesa bene, a testa bassa, riciclando luoghi comuni e dialoghi improbabili sempre al limite del consentito, senza arrivare a scrivere qualcosa come ARMA LETALE ma nemmeno film tipo 48 ore.
Lo sbirro in fondo buono, che qualsiasi cosa deve fare la sbaglia o dimostra di essere un cazzone che fa di testa sua ma dal cuore buono, è la solita piazzata che al botteghino funziona, crea un eroe che dovrebbe essere un anti-eroe ma che in fondo è trainato da quel senso di giustizia e morale per cui si indigna quando il collega fa uso di cocaina ma poi uccide senza guardare chi ha davanti.
In questo caso il problema o il limite del film è dato dall'inconsistenza e dal fastidio che può creare Damon Wayans.
Al di là dei gusti personali e dei pareri, uno dei film più chiacchierati di Scott, rimane un solido action-movie in cui l'ironia è compagna della violenza in situazioni come sempre ai limiti dell'assurdo.