Titolo:
Green Knight
Regia:
David Lowery
Anno: 2020
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
Il
film, basato su un poema arturiano poco noto risalente al XIV secolo,
racconta delle gesta del valoroso Sir Galvano che si imbarca
nell'impresa di sfidare il Cavaliere Verde, misterioso gigante dalla
pelle verdognola. Nel corso del suo cammino, l'eroe dovrà
fronteggiare fantasmi, giganti, ladri e cospiratori. Un'esperienza in
grado di forgiare il suo carattere, provando il suo valore agli occhi
della famiglia e del regno.
E’ difficile non rimanere ipnotizzati dalla messa in scena dell’ultimo attesissimo film di Lowery. Un poema arturiano, un’epopea medievale, forse il migliore in circolazione, cupo con una fotografia potentissima in grado di mettere in risalto ogni minimo elemento, un budget sontuoso e un cast di tutto rispetto. Creature magiche ed elementali come il cavaliere verde mezzo uomo e mezzo albero ma anche i giganti, volpi parlanti, lord isolati nelle loro dimore e principesse che rivogliono una testa andata persa dando in cambio la loro mano. Con un tono surreale, numerosi silenzi, pochissima azione, Green Knight ad una prima visione può lasciare spiazzati e disorientati se ci si aspettano combattimenti epici. Di fatto è un viaggio dell’eroe della durata di un anno, più emotivo e mentale che fisico, slittando spesso verso una chiave onirica, il suo ritmo lento e le sue profonde riflessioni mai banali come le origini di Sir Gawain che sembra la metafora del mezzo sangue, di fatto un nipote di Artù ma figlio della strega Morgana. Un impuro che dovrà decidere se rispettare l'onore e il codice cavalleresco oppure scappare e aspettare conseguenze inattese o esiti nefasti.