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giovedì 13 settembre 2018

Bunny and the bull


Titolo: Bunny and the bull
Regia: Paul King
Anno: 2009
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

Stephen Turnbull non esce dal proprio appartamento da mesi e vive all'interno di una routine protettiva ma asfissiante. Sconvolto costretto a cambiare il ritmo della sua vita vagando all'interno della propria mente per cercare le ragioni della propria alienazione. Ripercorre così, nel suo labrintico archivio mentale, il folle viaggio in Europa fatto con Bunny, il suo amico più caro interamente dipendente da sesso, alcol e gioco d'azzardo.

Bunny and the bull è sicuramente l'opera migliore di King contando le sue ultime commedie commerciali e poco ispirate. Qui invece il regista che ha scritto anche la sceneggiatura sembra essersi preso una pausa per far viaggiare i suoi trip mentali dandogli un nome, una storia e un ritmo.
Il risultato è notevole ma senza dover per forza fare paragoni con Gondry, più di tutti, e qualcosina di Gilliam o addirittura per le scene iniziali WILLARD IL PARANOICO.
Da un'unica location, la casa di lui da cui non può/vuole uscire, fino alle intuizioni legate al sogno e agli ospiti che entrano in casa sua senza voler più uscire fino alle continue cerniere che aprono porte e varchi da casa sua per immergersi in altri luoghi inesplorati dove lo stesso Stephen sembra riuscire ad adattarsi sono solo alcuni degli aspetti più onirici e divertenti del film.
Un film per certi versi riesce ad essere anche intimista, con un menage a trois, una bella storia d'amore, un protagonista nerd e forse un po sfigato che riesce nonostante tutto a raggiungere il suo obbiettivo e Bunny, il suo amico, che rappresenta l'eccesso in tutto e per tutto che con la sua mania di diventare torero andrà incontro ad un fatalismo annunciato.
Una commedia fresca, leggera ma profonda, che come sempre prevede l'inserimento di una donna come simbolo del cambiamento e dell'uscita da quella caverna dove Stephen sembrava essersi incatenato da solo per paura di far visita al mondo.