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domenica 2 marzo 2014

Skinwalker Ranch

Titolo: Skinwalker Ranch
Regia: David McGinn
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Un gruppo di ricercatori scientifici indaga sugli eventi soprannaturali che circondano la misteriosa scomparsa di un bambino di dieci anni, figlio di un allevatore di bestiame.

Skinwalker Ranch è uno di quei film che mi sfugge il motivo per cui l'abbia visto.
Il film aveva sicuramente dei buoni elementi di partenza, anche se il limitato budget e il limite tecnico, preludevano a una serie di limiti che il film, trattando di eventi sovrannaturali, non avrebbe permesso, cosa che invece stranamente non è così.
Dunque in questo caotico film sembra succedere davvero di tutto e la cosa che più mi ha colpito e che ad un tratto dal cilindro esce fuori pure Vimana, una figura mitologica del pantheon indiano. Dopo questo elemento, assolutamente atipico e senza nessun apparentemente nessun motivo logistico, si è acceso in me l'interesse di vederlo fino alla fine, se non altro perchè quello che McGinn crea, e che nessun altro aveva fatto a parte qualche pazzo, è proprio un "bestiario" sovrannaturale unito alle leggende indiane dei "mutaforma".
Un altro esempio di cinema simile a questo anche se tratta temi del tutto diversi è L'EVOCAZIONE. In entrambi i film, a parte le differenze di budget, tutti e due hanno tentato la carta dell'esagerazione più totale, infilando chi in un modo, chi in un altro, tutto quello che si poteva tirare giù.
Se Wang ha di certo molta più familiarità con la materia e con i mezzi tecnici, McGinn alla sua opera prima, tenta facendo come può, ma senza lesinare sulla messa in scena, un altro film di genere sul filone che tanto sta andando di moda, o forse sta ritornando di moda.
Tratto da fatti realmente accaduti, come ultimamente piace molto al genere, sembra essere di questi tempi l'equazione commerciale preferita.
In realtà tra fantascienza e horror, quando si crea questo accessorio produttivo, dei fatti realmente accaduti e filmati attraverso la lente e la messa in scena del found footage, proprio questa chiave di lettura appare ormai non più una tecnica sperimentale e d'avanguardia, ma solamente una tecnica sfruttata spesso e volentieri per sondare il già visto.
Abduction ovveri possessione o impossessati o qualcosa che si è impossessato di un oggeto nella casa o della casa stessa, è un impianto che sembra ormai spianato per quanto è stato abusato, in buona o cattiva forma.
McGinn costruisce la sua storia (scritta da Adam Ohler) intorno all’indagine di una squadra mista di esperti che, dopo una breve residenza nella fattoria, constatano la veridicità dei fatti andando loro stessi incontro ai pericoli dell’ultraspazio.
Innegabile uno dei punti che hanno fatto sì che il film, non avendo come dicevo i milioni, non se ne uscisse fuori con effetti in c.g che facessero storcere il naso e il contributo di Steve Berg, oltre alla presenza oscura ma tangibile, in fase di produzione esecutiva, di Ken Bretschneider, guru della Deep Studios e deus ex machina di grande carisma.