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sabato 20 aprile 2019

Triple Frontier


Titolo: Triple Frontier
Regia: J.C.Chandor
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Santiago è un militare americano con addestramento d'élite che lavora per una compagnia privata in Colombia, dove pianifica un assalto a un ricco narcotrafficante. Per realizzarlo collabora con la bella Yovanna, che svolge alcune consegne per il narcos ed è entrata nella sua villa. Inoltre, con la promessa di evitare vittime civili e di consegnare parte del bottino alla CIA, Santiago torna negli Stati Uniti per reclutare i suoi ex commilitoni, che non se la passano benissimo. William insegna alle reclute, suo fratello Ben combatte nel giro delle MMA, il pilota Francisco è nei guai con la legge e il loro leader, Tom, è divorziato e preoccupato di non poter garantire un futuro sicuro ai propri figli. Santiago avrà gioco facile nel convincerli a partecipare all'avventura.

Triple Frontier è il tipico film che ti piazza una smorfia sul viso prima di vederlo.
Partendo dagli attori: Oscar Isaac ormai è come il prezzemolo nei film (ovunque) funzionale ma nulla più, Affleck ormai è il fantasma di se stesso alcolizzato e gonfio come se lo avessero preso a cazzotti, Hunnam rimarrà sempre Jax nei cuori degli amanti della serie cult ( e finora l'unico ruolo davvero che gli è rimasto impresso), infine Hedlund che sta provando come biondino a ritagliarsi qualche ruolo importante e infine la regia di J.C.Chandor, che diciamolo pure, confeziona il suo film migliore dopo aver dato prova di saper fare del buon cinema con il survivor di All is lost
(Redford contro le forze della natura).
Qui cambia scenario, lo schema è corale, c'è tantissima azione, i cartelli, il mondo della droga, la corruzione, alcune location riprese con una fotografia splendida in grado di risaltarne i colori (parlo del confine tra Paraguay, Argentina e Brasile).
E poi quando ti aspetti l'aspetto perturbante reazionario dietro l'angolo, il film invece fa un rovescio della medaglia dimostrando come i veterani di guerra sono servi usati dal governo per i loro scopi e poi lasciati a invecchiare o morire dentro ospedali o a darsi alla droga o all'alcool.
In questo caso in mezzo ad una giungla senza aiuti e smarriti negli ideali come negli intenti e dove la bandiera a stelle e strisce non serve più, dovranno cavarsela da soli spesso scontrandosi e dovendo purtroppo sapere che mettersi contro un cartello significa morte certa.
Triple Frontier inoltre, altro elemento a favore del film, è stato scritto dallo sceneggiatore, nonchè il giornalista Mark Boal (ZERO DARK THIRTY, HURT LOCKER, DETROIT, NELLA VALLE DI ELAH) praticamente colui che ha reso possibili gli ultimi importanti film della Bigelow, la quale avrebbe dovuto dirigerlo lei inizialmente il film.