Visualizzazione post con etichetta Sundance. Mostra tutti i post
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martedì 19 novembre 2024

Its what inside


Titolo: Its what inside
Regia: Greg Jardin
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Una festa prematrimoniale si trasforma in un incubo esistenziale quando un amico che nessuno vedeva da tempo si presenta con una valigia contenente un misterioso dispositivo in grado di indurre lo scambio di corpi. Il gruppo cade nella tentazione di partecipare a un gioco perverso e scopre verità nascoste, desideri repressi e rancori profondi.
 
Ogni tanto Netflix tra le sue proposte quasi tutte uguali e fatte con lo stampino se ne arriva con qualche titolo niente male. E' questo il caso di un horror per alcuni aspetti atipico, perchè prima di tutto non è un vero horror, parla di scambi di corpi strizzando l'occhio alla scifi, parla di un macchinario strano ed è molto furbetto nel gestire la sceneggiatura soprattutto nel finale con qualche twist inaspettato e un climax divertente. Un ritrovo, quasi solo ed esclusivamente una location, scoperte, innamoramenti, segreti inconfessati e tanti dialoghi dove ovviamente ognuno nel corpo di un altro tira fuori quanto di più sbagliato sia nelle sue corde o con la sola intenzione di vendicarsi di qualche torto subito. Bravi gli attori perchè alla fine forse quella del cast per un film dichiaratamente di genere, era la cosa più difficile da gestire come quella di mettersi nel panni di un altro. David W.Thompson spesso scelto da Saulnier rimane il più azzeccato.

venerdì 6 settembre 2024

Animalia


Titolo: Animalia
Regia: Sofia Alaoui
Anno: 2023
Paese: Francia
Giudizio: 3/5

Una misteriosa invasione aliena spinge una sposa incinta sulle strade del Marocco e a rimettersi in discussione profondamente
 
E poi arrivano quei film strani..una produzione internazionale che ci ha creduto portando alla luce un film molto interessante per intenti e dinamiche quanto complesso e macchinoso in certi frangenti.
Sicuramente il coraggio non manca nel primo lungometraggio della francese Alaoui. L'inizio con questa povera contadina che per casta viene vista non poi così bene dalla madre dello sposo e una gravidanza che le da la possibilità di rimanere in una lussuosa villa da sola mentre fuori cominciano a manifestarsi eventi bizzarri sono tutti elementi che sembano porre delle basi interessanti. Diseguaglianze sociali, casta, emancipazione, regole da seguire.
Secondo me l'errore più grande del film contando che è confezionato molto bene per quanto concerne maestranze, budget, cast e color correction, è stato quello di aver puntato sugli alieni quando invece il film soprattutto all'inizio lasciava il dubbio su una minaccia che si stesse propagando in primis dagli animali per poi spostarsi sugli umani.
Interessante il discorso per cui questa presunta minaccia la percepiamo ma di fatto non sembra palesarsi mai, non ci sono buoni o cattivi, le dicotomie sono quasi azzerate però poi il film come i suoi personaggi và in confusione perdendosi in mezzo ai deserti, le tonanti cascate d’acqua che procedono dal basso all’alto e infine la componente religiosa con il dio corano e un finale suggestivo ma che sembra non voler finire o non voler spiegare del tutto cosa abbiamo realmente visto e percepito

I saw the glow


Titolo: I saw the glow
Regia: Jane Schoenbrun
Anno: 2024
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Una compagna di classe introduce Owen a un misterioso programma televisivo notturno, che offre la visione di un mondo soprannaturale al di sotto del loro. Nel pallido bagliore della televisione, la realtà di Owen comincia a incrinarsi.
 
La Schoenbrun è figlia di quella generazione intenta a confrontarsi con il malessere giovanile.
Il suo precedente film era un indie molto lento e particolare dove di fatto per quasi tutta la durata la protagonista stava di fronte alla webcam del suo pc. Eppure mi piacque. WE'RE ALL GOING TO THE WORLD'S FAIR. Qui si vede nel complesso un budget molto più nutrito, un'idea che partendo da un'idea analoga esplora altre dinamiche esplorando più generi. Perchè c'è la desolazione della solitudine che può essere placata con film o trasmissioni tv, le quali possono diventare una tale dipendenza da renderla patologica e incline alla scissione come capita per Owen ma anche per la stessa Maddy che iniziando il giovane, finisce per perdersi anche lei in quel mondo magico, edulcorato e misterioso che hanno sempre adorato nel loro prodotto di finzione preferito.
I saw the glow è minimale, ci sono delle musiche d'atmosfera molto studiate, dei colori e una fotografia che sembra unire vari stili e tendenze combinandole alla perfezione e poi ci sono molti giochi di suggestioni soprattutto quelli che colpiscono nel terzo atto Owen

In a violent nature


Titolo: In a violent nature
Regia: Chris Nash
Anno: 2024
Paese: Canada
Giudizio: 3/5

Quando un medaglione viene rimosso da una torre antincendio crollata nel bosco che seppellisce il cadavere in decomposizione di Johnny, uno spirito vendicativo è spronato da un orribile crimine vecchio di 60 anni, il suo corpo viene resuscitato e diventa determinato a recuperarlo.

In a violent nature è un film noioso e sopravvalutato. L'idea di piazzare il punto di vista da parte del serial killer (che poi è un mostro che si risveglia perchè rubano il ciondolo della madre che serviva a farlo stare sotto terra) poteva rivelarsi interessante come forse lo sarà anche il nuovo film di Soderbergh con la stessa idea ma su una casa stregata e il punto di vista della medesima.
Il film fatica davvero a decollare. Le scene dove seguiamo il nostro maniaco che cammina in parti diverse del bosco senza fare nulla se non cercare di individuare le vittime diventa quasi claustrofobico. In più cammina sott'acqua. A livello tecnico è girato molto bene, c'è quasi un'assenza totale dei dialoghi perchè il nostro non parla e le uniche battute sono delle vittime quando le trova. Però anche in questo modo non veniamo mai a capo di nulla, degli intenti, di una qualche caratterizzazione, come se nulla di ciò importasse. Ed in parte ha un suo perchè dal momento che lo slasher non ha di queste pretese e sapere di cosa parlino alcuni giovani arrapati abbiamo una filmografia molto costipata che parte dagli anni '80 ad oggi.
E' un'operazione solo in parte originale e con un suo perchè che sinceramente non ho apprezzato come la maggior parte dei suoi sostenitori.

venerdì 9 agosto 2024

Divinity


Titolo: Divinity
Regia: Eddie Alcazar
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Due fratelli rapiscono un magnate che sta investendo sulla ricerca dell'immortalità (un siero chiamato Divinity). Al loro fianco arriva anche una donna molto seducente che mette a repentaglio le loro convinzioni.

Eddie Alcazar è uno di quei registi che in un modo o nell'altro pensano di essere dei talenti del cinema sperimentale. Per quanto ne so io, bisogna farne di gavetta per diventare Bertrand Mandico o simili. PERFECT del 2018 non mi era piaciuto. Era imperfetto anche se interessante.
Anche in questo caso il confronto è simile ma con uno step in più che al di là di un cast ben più costoso e appagante vede poroprio una sostanza e una messa in scena ancora più ricercata prendendosi un rischio enorme fotografando in b/n. C'è tanta scifi, uno scienziato pazzo che crea un siero che migliora il fisico portando al paradosso il concetto di perfezione con questa dipendenza dove in una bella scena tutti uomini e donne non fanno altro che calarsi con il contagocce questa sostanza. C'è un concetto di sostanza mica da ridere ma il film esplora altri contesti anche se non proprio tutti vengono descritti a dovere. Ad esempio l'origine dei due fratelli che sembrano scesi dal cielo che non conoscono la sessualità e dovranno scoprirla così come tutta una serie di iniziazioni e il loro scopo che non è nemmeno così chiaro. Allo stesso tempo la sacerdotessa femminista madre di tutte le donne che non possono generare figli che sembrano aspettare anche loro che si avveri una fantomatica profezia che nel climax finale desterà un certo stupore.
C'è un combattimento finale assolutamente fuori da ogni schema, il “meta-scope” Alcazariano per descrivere una tecnica visionaria che unisce live action e stop-motion, in un mostro che passa da Elephant Man a Ray Harryhausen finendo per diventare un Vf visivamente d'effetto e divertente quanto folle e fuori dagli schemi. Ha coraggio Alcazar e alcuni spunti sono davvero buoni così come una certa atmosfera che si respira nel film desaturato completamente dove si rimane per tutto il tempo in un non luogo. Sicuramente è da tenere d'occhio perchè il talento è innegabile.

martedì 23 luglio 2024

Handling the Undead


Titolo: Handling the Undead
Regia: Thea Hvistendah
Anno: 2023
Paese: Norvegia
Giudizio: 3/5

Tre famiglie, ciascuna alle prese con un tragico lutto. Mahler e la figlia Anna piangono la scomparsa prematura del nipote e figlio. Tora saluta per l'ultima volta la sposa e una famiglia di quattro persone affronta una vita senza moglie e madre.
 
E' un film minimale e molto lento l'opera per certi versi filosofica della regista norvegese.
Pochi dialoghi, numerosi silenzi, un bambino, una madre e una nonna, se vogliamo, rappresentano l'esempio per scandire tre storie diverse ma accomunate dal bisogno di ricongiungersi con qualcuno o qualcosa di caro. Una salvezza priva di speranza contando che i non morti sono e saranno sempre non senzienti e quindi alle prime avvisaglie prevarranno gli stinti tradotti anche i questo caso con l'attacco. Tre storie di solitudine, di speranza, di abbandono, tutto questo in una Oslo che sembra sempre più solitaria e isolata.
Il finale con la storia del bambino e del suo inseguitore ha qualcosa di incompiuto ma per il resto è uno di quei film d'atmosfera con pochissime e dosate scene d'azione.

mercoledì 3 luglio 2024

Birth/Rebirth


Titolo: Birth/Rebirth
Regia: Laura Moss
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Rose è una patologa forense che predilige il silenzio dei cadaveri ai tumulti delle interazioni sociali. Una sua ossessione segreta è la rianimazione dei morti. Celie è un'ostetrica la cui vita ruota attorno alla sua briosa e loquace figlia di sei anni, Lila. La tragica notte in cui Lila si ammala e muore improvvisamente, le vite di queste due donne s'intrecciano in modo irrevocabile. Si avventureranno lungo un buio sentiero da cui non c'è ritorno; e saranno costrette a confrontarsi con i limiti che sono disposte a superare per proteggere ciò che più amano.
 
Ci sono alcuni temi che sono esemplari nella loro fase di gestazione dell'horror. Passano gli anni ma loro ritornano insistentemente provando percorsi nuovi, strade ancora sconosciute o riproponendo schemi già visti con intenti nuovi e nuove modalità da affrontare soprattutto se rapportate alle ultime scoperte scientifiche. Il film della Moss è veramente molto interessante perchè di fatto indaga l'horror ma per ragioni etiche, per le scelte che compiono Rose e Celie, per le loro inquietudini e gli equilibri e gli squilibri con cui si rapportano. Il momento in cui Celie entra in casa di Rose segna di fatto il film facendolo diventare un'altra cosa, sviluppando molto bene da quell'importante colpo di scena tutta la storia che si verrà a dipanare con un climax finale davvero scioccante, proprio perchè per alcuni aspetti è verosimile e parlo del sacrificio della donna che Celie sceglie e tutto il film indaga le domande fondamentali sulla vita e sulle conseguenze delle nostre azioni che portano le due protagoniste a muoversi di fatto, sacrificando le proprie per il bene dei propri cari o per l'amore della scienza.


lunedì 15 gennaio 2024

We're All Going to the World's Fair


Titolo: We're All Going to the World's Fair
Regia: Jane Schoenbrun
Anno: 2021
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

A tarda notte da qualche parte negli Stati Uniti, l'adolescente Casey siede da sola nella sua camera da letto, navigando in Internet. Ha finalmente deciso di accettare la World's Fair Challenge, un gioco di ruolo horror online. Mentre inizia a perdersi tra sogno e realtà, una figura misteriosa si avvicina.

Quando il cinema indipendente decide ancora una volta di sorprenderti piacevolmente con un film costato due lire, una buona idea e una ragazzina semplicemente molto dotata. Perchè è l'atmosfera del film a dire tanto. Quando ci si appresta a sondare e sfidare la rete nei suoi territori horror inesplorati non sai mai cosa può capitare. La World’s Fair Challenge è una delle tante sfide "a step" online in cui bisogna caricare i video del cambiamento che il gioco provoca in se stessi: il primo di questi è un selftape in cui, dopo essersi punti un dito e dopo aver macchiato lo schermo con il sangue, lo si guarda mentre proietta colori psichedelici.
In questo caso Casey è una ragazzina problematica che ama farsi del male, vive in mezzo alle montagne, orfana di madre, con un padre che non vediamo mai e per il resto passa tutte le giornate sul web o facendo passeggiate in mezzo alla neve in maniche corte. E finisce per voler dare un senso alla sua vita sfidandosi e filmandosi cercando anche lei nel suo piccolo di rendersi insidiosa e terrificante. Devo ammettere che ci sono state un paio di scene soprattutto quando Casey si filma mentre dorme davvero efficaci nella loro semplicità. E poi arriva l'altro, quello che con una maschera inizia a parlare con la ragazza chiedendole di fare delle cose. Il film non è un vero e proprio horror quanto più un dramma sul sociale con qualche accenno al cinema di genere ma dotato di una realisticità in grado di esplorare molto bene l'emotività e quello che sta dentro una ragazzina adolescente e tutte le sue difficoltà e paure.

mercoledì 18 ottobre 2023

Cassandro


Titolo: Cassandro
Regia: Roger Ross Williams
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Saúl Armendáriz, un wrestler amatoriale gay di El Paso, diventa famoso a livello internazionale dopo aver creato il personaggio di Cassandro, il "Liberace della Lucha Libre"

Ogni tanto mi chiedo se Gael Garcia Bernal sia rimasto ancora in parte racchiuso nel personaggio della MALA EDUCATION di Almodovar. La sua trasformazione in personaggi omosessuali è semplicemente fantastica riuscendo sempre a dare enfasi, pathos, caratterizzando molto bene ogni passaggio drammatico del film. Cassandro porta alla luce una vicenda piuttosto curiosa parlando dei lottatori "exotici" che cominciarono a salire sui ring vestiti da drag queen o con look palesemente diverso dalle maschere tipiche e locali dei lottatori messicani.
E qui scopriamo come sia stato difficile accettare questa categoria, da parte in primis del padre di Saul, della scelta di fare outing, dei primi outfit e infine la trasformazione finale che lo porta a diventare quasi un campione nella sua categoria. Ci sono tanti elementi sul sociale, mai troppo drammatici, ma intersecati bene i quali almeno non sono così esageratamente melodrammatici o stereotipati. Il film spinge molto sul coming out in una scena particolarmente bella prima di un incontro con un tifoso che ringrazia Saul diventando punto di riferimento per tutti quei ragazzi che grazie a lui riescono a trovare il coraggio di dirsi tanto in famiglia quanto al mondo.

sabato 30 settembre 2023

A thousand and one


Titolo: A thousand and one
Regia: A.V. Rockwell
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

I figli del ventre spietato di New York sono tutti uguali. Poco importa siano di pelle, idiomi e culture differenti, siano biologici, adottivi o rapiti da madri e padri reali o prestati dal destino. Sono tutti dei sopravvissuti diversamente resistenti in una metropoli che li osserva dall'alto, mentre cambia aspetto per non tradire una bussola vocazionale orientata al futuro.
 
A thousand and one è semplicemente un film stupendo, commovente e con i piedi per terra nel raccontare una storia sul sociale. Un film che parla di unione e di perdita, di ritrovamenti, di famiglia e di difficoltà. Ambientato nella Harlem tutta afro è un film di sentimenti, di bambini che vengono allontanati dagli assistenti sociali ma soprattutto della forza e della perseveranza di una donna disposta a tutto pur di ottenere ciò che vuole.
Un film semplice ma mai banale dove una coppia prova a diventare una famiglia senza sapere come fare..Inez e Lucky in questo rappresentano proprio quelle persone semplici e problematiche che discutono e litigano sempre ma credono nei valori e vogliono superare gli ostacoli e diventare quello che hanno sempre sognato pur provenendo da un'ambiente ostile come quello del carcere. Rockwell al suo esordio è pazzesco, sembra girare le scene come se le avesse sempre avute nella testa e dimostrando una sicurezza e uno stile inconfondibile.
Le interpretazioni rimangono emblematiche per un gruppo di attori sconosciuti che semplicemente vivendo queste scene riescono a dare pathos e un enfasi pazzesca.

martedì 6 giugno 2023

Nanny


Titolo: Nanny
Regia: Nikyatu Jusu
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Aisha, un'immigrata senegalese senza documenti, trova lavoro come tata di una ricca coppia di Manhattan. Mentre conquista facilmente l'affetto della loro giovane figlia Rose, diventa una pedina nel matrimonio della coppia. Perseguitata dall'assenza del giovane figlio che ha lasciato in Senegal, Aisha spera che il suo nuovo lavoro le dia la possibilità di portarlo negli Stati Uniti e condividere la vita che si sta rifacendo. Ma mentre il suo arrivo si avvicina, una presenza soprannaturale inizia a invadere sia i suoi sogni che la sua realtà.
 
In Nanny a colpire non è il tema dell'emancipazione, della maternità, dell'immigrazione, della perdita, del sacrificio e del dolore ma quello della servitù e di come sia difficile ora più che mai lavorare come "baby sitter" in una casa di gente benestante con un controllo pervasivo che passa dalle uscite, al cibo da mangiare, ai tempi da rispettare e tutto il resto. Questa sorta di sostituzione al ruolo genitoriale senza potersi affezionare più di tanto alla bambina del caso e dovendo fare soprattutto attenzione affinchè proprio Rose non si affezioni troppo a lei creando disagio nella madre. Una tematica relazionale che seppur vista centinaia di volte il film della Jusu, al suo esordio, riesce a trattare meglio della tematica folkloristica del film, la strega sirena, o del pesante ma abbastanza telefonato colpo di scena del secondo atto. Sicuramente un film sulla cultura afro che deve molto a Jordan Peele e di come abbia rimesso in auge alcune tematiche sulla disparità razziale, le disuguaglianze, il politicamente corretto, la mentalità bigotta e ottusa dei bianchi e molto altro ancora

martedì 18 aprile 2023

Escape from tomorrow


Titolo: Escape from tomorrow
Regia: Randy Moore
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

In un mondo di castelli finti e roditori antropomorfi, un epica battaglia inizia quando la sanità mentale di un padre disoccupato viene sfidata da un incontro casuale con due ragazze minorenni in vacanza
 
Randy Moore è un outsider che gira con bassissimi budget e semplicemente se ne frega delle regole. Il film infatti è stato girato illegalmente a Disney World tra Florida e California senza nemmeno che la multinazionale lo sapesse e quest'ultima ha semplicemente ignorato la pellicola anche perchè la critica del film si concentra nel disagio del suo protagonista e non nel parco a tema.
La troupe si è introdotta nei celebri parchi ed è stata filmata in segreto dal regista, utilizzando piccole telecamere, tra cui una Canon 5D Mark II, e occultando i microfoni. Un film curiosamente sperimentale, un b movie, dove la scelta del b/n risulta funzionale se non altro per come impatta a volte con alcune scelte di macchina nel filmare le giostre e alcuni accessori.
Escape parla di frustrazione quella di un padre verso due adolescenti minorenni che sembrano provocarlo (o è solo nella sua testa), in una paranoia che sfocia nel finale in un delirante viaggio alla ricerca di una figlia rapita da una regina cattiva e infine la scoperta di laboratori segreti sotto la Epcot’s Spaceship Earth dove viene impiantato qualcosa nelle menti di coloro che cercano di vedere qualcosa al di là delle semplici giostre e del divertimento. Un film che solo nel finale cerca di diventare leggermente politico disegnando se non altro la Disney come una sorta di religione globale, come osserva un interessante articolo del Chicago Sun-Times intitolato Disney magic: The terror of constant entertainment. L'opera di Moore prova da questo punto di vista ad essere leggermente polemico sul potere della globalizzazione per poi ritrarre velocemente la mano e far sembrare tutto una metafora come per la storia della strega cattiva. Di certo il finale veicola verso l'horror con un climax di forte impatto, forse il momento più folle e disallineato del film ma visivamente il più suggestivo.

venerdì 3 marzo 2023

Resurrection (2022)


Titolo: Resurrection (2022)
Regia: Andrew Semans
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Ragazza madre, con a carico una figlia quasi maggiorenne, concepita con uno sconosciuto, Margaret è anche un'affermata donna in carriera. Si vede occasionalmente con un amante, Peter, per soddisfare le sue esigenze sessuali. Conduce una vita apparentemente appagante, indipendente, priva di uomini che possano in qualche maniera condizionare la sua esistenza e, soprattutto, quella della figlia. Sino a quando inizia a vedere sempre più spesso un suo ex, David, che sembra seguirla. Da quel momento il comportamento di Margaret muta pericolosamente: si dimostra iperprotettiva nei confronti della figlia, al punto di spaventarla per atteggiamenti apparentemente irrazionali. Persino Peter, quando suggerisce di rivolgersi a uno psichiatra, viene aggredito e maltrattato. Margaret si confida con una collega di lavoro: ventidue anni prima, in vacanza con i genitori in Gran Bretagna, ha conosciuto David; la sua è stata un relazione tormentata, vissuta da sottomessa, torturata e umiliata. Ma, ancora peggio, finita tragicamente. Margaret ha avuto un bambino da David, Benjamin, partorito in segreto. Quel bambino è stato, letteralmente, divorato dal padre. Il passato torna ora ad angosciarla, conducendola sul baratro della follia.
 
Ci risiamo. Un altro mezzo capolavoro che non vedevo dai tempi di CENSOR e con cui il film ha diversi elementi in comune soprattutto il finale. Di nuovo una final girl ma di quelle cazzute che non usano quasi mai le mani ma dopo una discesa all'inferno e aver toccato il fondo emergono in tutta la loro virulenza maniacale e con una buona dose di follia a cui è difficile tornare indietro.
Rebecca Hall riesce con forza, ostinatezza e grinta a dare spessore e credibilità ad un personaggio
che ha deciso di essere dominante dopo essere stata dominata e umiliata, che ha scelto la rivalsa e il riscatto dopo violenze carnali e che rivedrà e ripagherà a caro prezzo uno stato psicologico alienante. E lo fa coadiuvata nella complicità dal suo carnefice David, in questo i due attori per assurdo affrontano la bizzarra realtà dei loro personaggi con assoluta normalità, indicando che Margaret e David sono stati a lungo impegnati in giochi mentali di co-dipendenza che, dopo un lungo intervallo, fingono a se stessi di essersi ripresi

giovedì 2 marzo 2023

Infinity Pool


Titolo: Infinity Pool
Regia: Brandon Cronemberg
Anno: 2023
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Lo scrittore in crisi creativa James Foster e sua moglie Em si recano in vacanza in un resort dell’immaginaria isola di La Tolqa. Sull’isola fanno amicizia con Gabi Bauer e suo marito Alban, più smaliziati degli altri due, che convincono la coppia a fare un giro fuori dai confini del lussuosissimo resort, un mondo in cui convivono violenza e orrore, l’ideale insomma per ricchi curiosi. Al ritorno, tutti ubriachi, James decide di mettersi alla guida dell’auto di Alban e investe un abitante del luogo. Dopo essersi lasciato convincere da Gabi a fuggire, il giorno dopo viene arrestato insieme alla moglie. La polizia però offre a James una via d’uscita: in cambio di una cauzione, lo cloneranno e gli permetteranno di assistere all’esecuzione del suo doppelgänger, praticata dal fratello minore della vittima. Un rito piuttosto usuale per chi può permetterselo, che si presenta presto come un’alternativa alla purificazione dal male e dal dolore.
 
Come sempre l'estetica di Cronemberg non si discute in questo suo terzo film che sembra portare avanti un'idea scifi apparentemente complessa ma in realtà più morbosa e articolata.
C'è anche da dire che il giovane e brillante autore rischia di schermarsi dietro star potenzialmente importanti, luci e location e giochi di macchina che a volte raccontano più della storia e mostrano più di quanto invece la narrazione debba fare. Ed è il caso di questo bellissimo film che pur non gridando al capolavoro lascia molti interrogativi. E' film di umiliazioni che in una politica d'autore più che mai denuncia il potere delle classi alte e il loro potersi permettere tutto ai danni di ogni cosa, soprattutto come in questo caso le copie di se stessi. E' per non soccombere all'agio e alla noia devono inventarsi modi crudeli e sadici di divertimento e di piacere. Tante citazioni diversi temi toccati in maniera blanda come l'insuccesso di James come scrittore e personaggi tutti in parte nel loro dare forma a personalità sgradevoli e patetiche risucchiati per forza di cose in un vortice vizioso.


martedì 20 dicembre 2022

Pleasure


Titolo: Pleasure
Regia: Ninja Thyberg
Anno: 2021
Paese: Svezia
Giudizio: 5/5

Quando la 19enne svedese Linnéa arriva a Los Angeles è convinta di avere le idee chiare: diventerà una star del cinema porno, con il nome d'arte Bella Cherry, e avrà fama e ricchezza. Ma la carriera che le si para davanti non è quella che si era immaginata: non basta essere bella, pragmatica e disinibita, bisogna anche pagare il prezzo ad un'industria dominata e gestita da uomini che non solo impongono il loro sguardo alle "attrici", ma riservano anche un trattamento comprensivo di umiliazioni e violenze che a poco a poco smettono di essere giustificatbili come "recitazione", o peggio ancora come "arte". Dunque a Linnéa toccherà decidere del proprio futuro alla luce delle nuove conoscenze apprese sul campo, e con dolore.
 
Corpi, corpi e ancora corpi. L'esordio di Thyberg senza usare mezzi termini è un capolavoro.
"Il film" sul mondo della pornografia contando che una tematica simile non è quasi mai stata affrontata nel cinema se non attraverso i documentari di AFTER PORN ENDS o brevi intromissioni come il film su John Holmes o la commedia di Paul Thomas Anderson.
Qui c'è quella che inizialmente vorrebbe essere per Linnèa una salita ma diventa giorno dopo giorno una discesa disperata all'inferno dell'industria pornografica vista come una realtà fredda e anonima. Il film testimonia come il voler diventare una ragazza "Spiegler" richieda lo smembramento emozionale di se stessi dalla rinuncia all'identità di genere, riflettendo un sociale privo di illusioni, alla sottomissione ad una gerarchia maschile e quanto è più che mai può diventare sofferto l'accesso alla fama, dove bisogna aumentare il volume dei follower acconsentendo alla mercificazione del proprio corpo abbandonandosi a scene degradanti pur di essere presi in considerazione.
Un film anticonformista che non lesina su nulla senza diventare mai gratuito o cercando di essere stucchevole ma rimanendo un'indagine intelligentemente originale e innovativa.
Alla fine nell'epilogo finale (una scena importantissima dentro la limousine) arrivata al culmine Linnèa fa la scoperta forse più semplice è scontata della sua carriera per cui sa benissimo che non avrà mai nessun potere, nemmeno su se stessa, diventando niente più che un corpo da sacrificare all'industria e allora prende la sua decisione


domenica 27 novembre 2022

Piggy (2022)


Titolo: Piggy (2022)
Regia: Carlota Pereda
Anno: 2022
Paese: Spagna
Giudizio: 4/5

Spagna. Sara vive in un piccolo paese, alternando lo studio con il lavoro, dato che temporaneamente supporta i genitori nel negozio di macelleria. Soprannominata "Piggy", per il suo sovrappeso, è costretta a subire ripetuti atti di bullismo, che culminano un pomeriggio in piscina. Tre coetanee la maltrattato duramente, quasi affogandola e costringendola poi a tornare a casa senza vestiti. Dopo l'orribile esperienza, sconvolta e piangente, Sara scappa, disperata, fino a quando, lungo la strada, s'imbatte in uno sconosciuto: ha aggredito e rapito le tre ragazze e, nonostante sia stato visto in faccia, la risparmia. Apprende poi che è avvenuto un duplice delitto in piscina ma, per timore e per paura, evita di raccontare quel che ha visto.
 
Piggy è un film stronzetto e furbo. Inizialmente ti viene da pensare che tutta la trama verterà in un crescendo di bullismo (bully movie e body shaming) per poi svoltare verso il cinema di genere più avvezzo soprattutto nell'ambito del thriller, torture, horror e un finale clamorosamente splatter.
Una vicenda reale quanto indecifrabile nel modus operandi del serial killer e in quanto il sodalizio tra due disagi che si incontrano o meglio due diversità non propriamente accettate dalla comunità si uniscano come parti unite emotivamente da una sofferenza interna.
Quando assistiamo al body shaming tutti in un modo o nell'altro simpatizziamo ed enfatizziamo per la protagonista soprattutto quando anche in casa il rapporto ossessivo con una madre che la controlla per ogni cosa diventa il culmine di un ansia e un disagio che Sara cerca di sfogare come può. Allora questa sorta di complicità non meglio definita con il carnefice delle sue antagoniste diventa l'unica ancora di salvezza e passaggio verso una scoperta del piacere e del desiderio ma allo stesso la paura di poter amare e dover affrontare un serial killer.

domenica 9 ottobre 2022

Speak no Evil


Titolo: Speak no Evil
Regia: Christian Tafdrup
Anno: 2022
Paese: Danimarca
Giudizio: 4/5

La famiglia danese composta da Bjørn, sua moglie Louise e la loro piccola figlia Agnes, durante una breve vacanza in Toscana, fa la conoscenza di un'altra famiglia olandese: Patrick, la moglie Karin e il loro piccolo Abel. Rientrati in Danimarca, Bjørn e Louise ricevono una lettera d'invito da parte di Patrick e Karin, per trascorrere un week-end come loro ospiti in Olanda. Inizialmente incerti, decidono di accettare. Giunti a destinazione, dopo un incontro cordiale, alcuni atteggiamenti di Patrick e Karin mettono a disagio Louise, al punto che la coppia poche ore dopo decide di ripartire, in piena notte, senza avvisare.

Speak no Evil è un pugno nello stomaco di quelli così forti da toglierti il respiro e lasciarti a terra ad annaspare rimanendo in apnea per decine di secondi. E' un film con uno dei finali più sporchi, meschini e cattivi che seppur nella sua semplicità, nel cosa in fondo vuole comunicare, usa un meccanismo di scene tali da irretire e obnubilare protagonisti e pubblico.
Il segreto del film è la scrittura e ancora una volta lo fa indagando l'animo umano e le sue sfaccettature per quanto possa essere il mostro peggiore di tutti in ogni sua forma e diramazione.
Per questo al pari di FUNNY GAMES colpisce proprio perchè attacca le nostre sicurezze, le smonta e le destruttura sfinendoci e umiliandoci, provando una tale empatia e una tale verità in quanto accade e come viene narrato da lasciarci frastornati e ammutoliti.
Uno dei calvari più tosti e grotteschi visto negli ultimi anni, un film che devasta ogni tipo di speranza e dimostra come in alcuni casi non possa esistere un happy ending e di come il male non cesserà mai di esistere, di come sia pericoloso parlare con gli sconosciuti e di come ancora una volta accettare un invito possa compromettere la stessa esistenza, la propria e di chi ti sta vicino.

lunedì 19 settembre 2022

Dual


Titolo: Dual
Regia: Riley Stearns
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

Una donna opta per una procedura di clonazione dopo aver ricevuto una diagnosi terminale, ma quando si riprende i suoi tentativi di far ritirare il suo clone falliscono, portando a un duello all'ultimo sangue imposto dal tribunale.
 
Una costola slegata di Black Mirror, Dual potrebbe essere un corto nato con tale idea e poi sviscerato a film
Un'opera indipendente e slacciata dalle grandi produzioni che tesse una critica feroce e un tema che seppur già visto riesce ad essere scritto in maniera originale e mai superficiale facendo riflettere e dando risalto ai temi distopici del cinema di genere. Che valore può avere un clone umano che prova sentimenti ed emozioni? in grado di avere un'empatia ineguagliabile e di dare soddisfazione a tutto ciò che un partner esige? come si deve comportare la politica e la legge quando l'originale vuole sbarazzarsi del clone? è legale o non è legale? il clone può essere considerato come un essere umano al pari degli altri? Tanti temi etici come quello dell'insondabilità della vita e delle sue componenti fanno capolino e vengono sciorinati nel film di Riley Stearns regista del bellissimo Faults sul controllo mentale alle prese con la sedicente vittima di una setta religiosa e del grottesco e assurdo Art of self defence. Dove anche qui è chiaro e palese di come sappia mettersi in discussione creando matasse e temi da trattare mai banali. C'è ne fosse di cinema così colto e raffinato..



sabato 18 giugno 2022

You wan't be alone


Titolo: You wan't be alone
Regia: Goran Stolevski
Anno: 2022
Paese: Serbia
Giudizio: 4/5

In un villaggio di montagna isolato nella Macedonia del XIX secolo, una giovane ragazza viene rapita e poi trasformata in una strega da uno spirito antico.

Pensavo di aver visto ogni sorta di film sulle streghe ma Stolevski porta un'interpretazione del tutto nuovo ed efficace sul tema. Al di là degli eccessi nei manierismi tecnici dove pur con metodo il regista non è Terrence Mallick, la storia è un folk horror atipico con delle incursioni originali sul trasformismo della strega e su come essa per la prima volta si impossessi anche di corpi maschili.
You wan't be alone è un film drammatico, triste per come renda difficile la vita per i suoi personaggi, dove nulla viene lasciato al caso ma scandito con violenza, pianti dirotti, inconsapevolezza, sguardi e silenzi nella totale assenza di azione o di scene particolarmente concitate.
E' una fiaba molto nera che solo nel climax finale cerca di riappropriarsi di qualcosa che sembrava non conoscere, la dolcezza. La "mangiatrice di lupi" è una strega che c'è da sempre, come nel folklore e nella mitologia locale, passando da fattoria in fattoria per nutrirsi di sangue che le serve per le sue trasformazioni e chiedendo ogni tanto un tributo (una bambina).
La "vecchia zitella Maria" ha una storia molto triste, voleva solo essere amata, ma le hanno regalato solo violenza prima di bruciarla viva. La sua non è propriamente una vendetta ma l'aver bisogno di crescere un'adepta secondo le sue rigide regole tutte votate alla ricerca di sangue.
Un film molto intenso, teso e duro come il marmo per come nulla venga mai sdolcinato e dove le scene emotivamente "romantiche" seppur con il contagocce quando ci sono riescono ad essere empaticamente meravigliose.


domenica 27 marzo 2022

Fresh


Titolo: Fresh
Regia: Mimi Cave
Anno: 2022
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Gli orrori degli appuntamenti moderni visti attraverso la battaglia provocatoria di una giovane donna per sopravvivere agli appetiti insoliti del suo nuovo ragazzo.
 
Ormai trovare una trama originale nell'horror post moderno è davvero impresa ardua.
Fresh ha fatto molto discutere. Prodotto per il cinema dalla Legendary Pictures poi il Sundance e poi in streaming con Hulu. Un cannibal movie, un torture porn contemporaneo dove partendo da un contesto molto attuale, una ragazza che prova con le app a trovare il principe azzurro, finisce per il ritrovarsi nell'antro di una bestia. Steve non è il classico psicopatico, ma quel dongiovanni che cattura le fanciulle nei supermercati, fa il possibile per tenersi lontano dai social (anche se scoprirà essere impossibile anche se non per scelta sua) e ha un mercato nero per i soliti iper borghesi che si cibano di carne umana. In questo caso solo femminile pagandola delle cifre smisurate. Un inizio per alcuni aspetti anche ironico negli incontri di Noa con alcuni casi umani e qui i riferimenti a Tinder sono quanto mai palesati. L'incubo però è dietro l'angolo e la bravura di Stan dopo aver offerto da bere alle sue vittime drogandole è quella di accertarsi che non abbiano legami parentali.
Una casa di lusso, delle celle dove tenere in vita le fanciulle tagliando arti di qua e di là (a Noa verrà letteralmente tagliato il culo) e nel finale un revenge movie tutto al femminile. Tanta forma mi verrebbe da dire, poca sostanza anche se il cast funziona bene e i dialoghi e il ritmo non stonano mai riuscendo a conferire una via di mezzo per quanto concerne l'aver centrato l'atmosfera.
Di fatto non accenna mai a far paura per il carattere e lo sviluppo tra la storia di Noa e Steve, dall'altra quando deve iniziare a picchiare duro, si palesano alcune incertezze e alcuni stereotipi che lasciano presagire troppo in fretta come finirà la storia però dall'altra alcune scene riescono ad essere davvero macabre. E' un film incerto proprio negli intenti nel come viene sviluppata la suspance, nel come sembra sempre altalenante tra una storia d'amore mancata e l'inganno di lei cercando di fuggire da uno psicopatico che in fondo la ama. Però funziona.