Titolo: Grande rabbia
Regia: Claudio Fragasso
Anno: 2015
Paese: Italia
Giudizio: 3/5
Nell'arco di una giornata si consolida
l'amicizia tra due giovani: Benny e Matteo, che in ventiquattr'ore
ambieranno per sempre la loro vita. Benny ha la pelle nera, adottato
in fasce da una coppia di veneti poi trasferitasi a Roma, rimasto
orfano e solo è diventato un campione di fighting per incontri
clandestini, dove con le scommesse in un colpo solo si possono
guadagnare cifre a tanti zeri. Benny decide d'investire tutti i suoi
risparmi in un ultimo incontro, quello che gli permetterà d'iniziare
una nuova esistenza, nonostante la sua passione gli sia già costata
il carcere. Matteo è bianco, lavora in un pub ed è nato a Roma,
dove vive con il padre pensionato e il fratello minore che lo
mantengono.
Fragasso è un regista con una storia e
una filmografia alle spalle complessa e contorta.
Partito nel migliore dei modi è finito
qualche anno fa a dirigere commedie becere con Jerry Calà e soci.
Finalmente messi insieme un pò di quattrini, pochi e si vede, filma
un film duro e compatto.
Una sorta di punto di vista sui
fanatici fascisti a Roma in una periferia marcia vissuta dalle
minoranze e teatro di stati di emarginazione e continui scontri tra
etnie.
Un film che però prende subito le
distanze da un film reazionario, puntando il dito sulle scelte e le
conseguenze di due piccoli delinquenti accomunati dalla frustrazione
per una vita avara di soddisfazioni che faranno un vero e proprio
viaggio all'inferno tra combattimenti clandestini tra rom, per finire
nel finale, nelle gabbie in uno scenario molto pericoloso.
La loro, come quella dei cittadini
della periferia e delle fasce deboli, è una lotta contro un nemico
invisibile dove a dettare legge sono i risultati di una ideologia
post contemporanea quanto mai confusa che sfocia sempre in una guerra
tra poveri.
Un film per alcuni aspetti amatoriale
senza nessun volto noto, con delle facce da schiaffi e i risultati
sono abbastanza imparziali. Sicuramente si nota fin da subito la
capacità di coinvolgere diverse maestranze, fare un buon lavoro con
centinaia di comparse (l'attacco alle case popolari finali dove si
nascondono gli extracomunitari criminali quando la realtà è ben
altra).
Fragasso cerca di inquadrare un fatto
sociale, un dramma cittadino complesso, senza risparmiare critiche da
tutti i lati (forze dell'ordine e case dei fasci) mettendo i giudizi
e le scelte in mano a due teste calde che sanno solo picchiare uniti
da un legame insondabile.
Un film discontinuo, imperfetto, con
tanti errori tecnici, ma alla fine mettendo da parte i moralismi non
è affatto male se si pensa al resto degli indie low budget italiani
provenienti dalla capitale.