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sabato 1 agosto 2020

An Ethics Lesson


Titolo: An Ethics Lesson
Regia: Myung-rang Park
Anno: 2013
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 4/5

Jung-Hoon conduce una doppia vita: di giorno è un poliziotto onesto e diligente, di notte spia la sua bella vicina di casa Jin-A attraverso telecamere nascoste nel suo appartamento. Una sera è testimone di un efferato crimine: Jin-A viene strangolata a morte. Diviso tra il dovere di informare la polizia e il timore per la propria libertà, si troverà immischiato con gli altri uomini coinvolti nella vita e morte di Jin-A.

Ormai la Corea del Sud da anni è maestra nel trasporre qualsivoglia genere cinematografico abbia tra le mani.
Il plot narrativo dell'esordio al lungometraggio di Park è fenomenale per tecnica, messa in scena, numerosi spunti degni di nota, maestranze con una fotografia eccellente e un montaggio atemporale funzionale per questo tipo di narrazione con questa partita a quattro e un quinto incomodo.
Il racconto criminale corale con molteplici punti di vista e montaggio temporale disordinato è sempre stato un mood perfetto dove far crescere l'atmosfera ansiogena e la suspance già dai tempi di Kurosawa. Negli ultimi anni ci sono stati alcuni tentativi americani quasi sufficienti ma niente a che vedere per come viene tessuta la trama e il mistery nel cinema orientale. Proprio un'altra scuola da sempre. Qui i personaggi sono tutti squallidi e meschini, c'è una combinazione di divertimento e perversione veramente originale, partendo da un thriller di stampo classico arrivando ad essere quasi un pulp nei territori dello humor nero e forse l'unica pecca un finale tirato troppo per le lunghe.