Titolo: Robber
Regia: Benjamin Heisenberg
Anno: 2010
Paese: Austria
Festival: TFF
Festival: TFF
Giudizio: 3/5
Johann Rettenberger sta scontando i suoi ultimi giorni di
carcere per rapina. Gli anni di internamento non hanno sopito la sua passione
per la corsa agonistica, che Johann ha continuato a praticare costantemente fra
le mura del carcere e il tapis roulant della cella. Quando viene rilasciato, il
programma di recupero lo iscrive all'ufficio di collocamento, dove ritrova una
sua vecchia conoscenza, Erika. Ma Johann non è interessato ad un lavoro normale
e ad una posizione stabile, e investe tutte le energie e il suo tempo in allenamenti
per la corsa, alternando maratone dove risulta sempre anonimo vincitore a una
serie di frenetiche rapine a mano armata. Nel frattempo si trasferisce da Erika
e inizia una relazione con lei, ma la possibilità di raggiungere una stabilità
nulla può contro le esigenze estreme del suo battito cardiaco.
"Non ho mai smesso di correre", o ancora
"quello che faccio non ha niente a che vedere con quella che tu chiami
vita"
Robber è un film piacevole che denota dietro la macchina da
presa, un regista con idee interessanti che deve solo cercare di essere meno
ambizioso e più in linea con la narrazione.
L’elemento che crea più problemi nella pellicola è la soluzione
di continuità, passando da un estremo di rapine all’altro di silenzi e sguardi
all’interno della casa con la co-protagonista Erika. Il finale è l’elemento
migliore, davvero struggente anche se un po forzato come nel caso in cui le
pattuglie della polizia che controllano i boschi sono stranamente sempre nello
stesso punto in cui si trova il protagonista.
Però allo stesso tempo Walter Huber lavora molto sul
contenimento riuscendo allo stesso tempo ad apparire convincente e verosimile
con il malessere che lo pervade e i continui stati d’ansia che si impossessano
di lui.
Potrà inoltre apparire scarno per quanto concerne la
psicologia e la caratterizzazione dei personaggi secondari, ma credo sia in
parte funzionale, non dimenticando le caratteristiche di un personaggio come
quello di Johann, disturbato a causa del lungo periodo di prigionia.
Il film tra l’altro è l'adattamento dell'omonimo romanzo
ispirato a Martin Prinz dalla storia vera di un rapinatore di banche e
maratoneta austriaco . In Italia non è mai stato distribuito nei cinema ed
è passato in sordina ai festival nonostante il regista abbia riscosso un certo
successo con il film precedente.