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sabato 14 febbraio 2015

Robber

Titolo: Robber
Regia: Benjamin Heisenberg
Anno: 2010
Paese: Austria
Festival: TFF
Giudizio: 3/5

Johann Rettenberger sta scontando i suoi ultimi giorni di carcere per rapina. Gli anni di internamento non hanno sopito la sua passione per la corsa agonistica, che Johann ha continuato a praticare costantemente fra le mura del carcere e il tapis roulant della cella. Quando viene rilasciato, il programma di recupero lo iscrive all'ufficio di collocamento, dove ritrova una sua vecchia conoscenza, Erika. Ma Johann non è interessato ad un lavoro normale e ad una posizione stabile, e investe tutte le energie e il suo tempo in allenamenti per la corsa, alternando maratone dove risulta sempre anonimo vincitore a una serie di frenetiche rapine a mano armata. Nel frattempo si trasferisce da Erika e inizia una relazione con lei, ma la possibilità di raggiungere una stabilità nulla può contro le esigenze estreme del suo battito cardiaco.

"Non ho mai smesso di correre", o ancora "quello che faccio non ha niente a che vedere con quella che tu chiami vita"
Robber è un film piacevole che denota dietro la macchina da presa, un regista con idee interessanti che deve solo cercare di essere meno ambizioso e più in linea con la narrazione.
L’elemento che crea più problemi nella pellicola è la soluzione di continuità, passando da un estremo di rapine all’altro di silenzi e sguardi all’interno della casa con la co-protagonista Erika. Il finale è l’elemento migliore, davvero struggente anche se un po forzato come nel caso in cui le pattuglie della polizia che controllano i boschi sono stranamente sempre nello stesso punto in cui si trova il protagonista.
Però allo stesso tempo Walter Huber lavora molto sul contenimento riuscendo allo stesso tempo ad apparire convincente e verosimile con il malessere che lo pervade e i continui stati d’ansia che si impossessano di lui.
Potrà inoltre apparire scarno per quanto concerne la psicologia e la caratterizzazione dei personaggi secondari, ma credo sia in parte funzionale, non dimenticando le caratteristiche di un personaggio come quello di Johann, disturbato a causa del lungo periodo di prigionia.

Il film tra l’altro è l'adattamento dell'omonimo romanzo ispirato a Martin Prinz dalla storia vera di un rapinatore di banche e maratoneta austriaco . In Italia non è mai stato distribuito nei cinema ed è passato in sordina ai festival nonostante il regista abbia riscosso un certo successo con il film precedente.