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domenica 20 novembre 2011

Cosa


Titolo: Cosa
Regia: John Carpenter
Anno: 1982
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

E' già dura e difficile la vita di un gruppo di 12 scienziati in una base americana dell'Alaska. A renderla del tutto impossibile arriva all'improvviso la "cosa", una sostanza vivente che le radiazioni atomiche hanno dissepolto dopo millenni di silenzio sotto i ghiacci eterni dell'Artide. La "cosa" tenta di aggredire animali ed esseri umani e di assumere di volta in volta le loro sembianze. Ben presto mostruose apparizioni e orrende morti convincono gli ospiti della base che tra di loro c'è un contagiato dalla "cosa". Comincia così un gioco di massacro fatto di sospetti, di diffidenze, di vendette.

La cosa è l’ottavo film di Carpenter e uno dei suoi maggiori successi (anche se non commerciale) contando che nei lavori precedenti stava perfezionando la sua arte per scagliarla senza timidezze con quest’opera che merita di essere valutata in tutta la sua grazia. Il fatto dello scarso successo al botteghino non è inspiegabile come molti critici sostengono. Semplicemente Carpenter in quanto maestro e vero artista non solo della fantascienza ma anche del fantasy e del grottesco, mischia tutte le carte senza pietà e articola e sviluppa il film su una macabra e cupa versione di fondo che rende The Thing l’opera interessante che lo spettatore si trova a vivere perché ingabbiato dalle scioccanti quanto realistiche immagini e la forza d’impatto visiva che si dipana con molta eleganza durante tutto l’arco del film.
Basato sul racconto horror-fantascientifico Who Goes There? di John W. Campbell, già all'origine del film La cosa da un altro mondo, il film di Carpenter che guarda caso esce al cinema insieme a uno dei film più inutili della storia del cinema ovvero E.T riesce nella faticosa impresa di battere l’originale e spodestare quella cagata per famiglie con protagonista un odioso e merdoso alieno.
Come tutti i cineasti liberi e capaci di dirigere,sceneggiare,comporre, produrre e interpretare, Carpenter diventa uno scomodo, uno che sa cosa vuole senza concedere cali di tono soprattutto nei momenti più tetri e suggestivi del suo cinema.
E così dalla scena della gabbia dei cani si assiste ad un count-down di semplice genialità strutturata su una sceneggiatura quanto mai funzionale di Lancaster che sa prendere spunto per poi dilagare con tutta la forza prorompente nell’horror, quello fatto come si deve, a cui si aggiunge la fortunata visionarietà e il talento di
Roy Arbogast e Albert Withlock negli effetti speciali, per alcuni versi un vero traguardo per l’epoca.