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domenica 29 settembre 2019

Brainscan

Titolo: Brainscan
Regia: John P.Flynn
Anno: 1994
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Michael, orfano di madre, è un tipo decisamente introverso. Si rifugia allora nell'elettronica e sperimenta "Brainscan", un CD-Rom così interattivo da coinvolgerlo apparentemente in una serie di delitti.

Brainscan è un filmetto da quattro soldi scritto male e diretto peggio ma che almeno aveva qualche idea da mettere in scena unendo realtà virtuale, musica metal, omicidi e tante altre cosucce come spiare la propria vicina e farci un sacco di pensieri.
Trickster grazie all'abilità di Steve Johnson agli effetti speciali è forse la cosa migliore assieme all'interpretazione senza freni di Furlong nei suoi anni di grazia prima di finire lobotomizzato dalle droghe e dall'alcool. Un film ingenuo che però cerca di fare quanto di meglio grazie proprio al gioco tra il mostro e il protagonista senza chiamare in causa attori secondari sprecati e omicidi che sembrano messi in scena da tecnici di serie tv americane mostruose per il piattume con cui vengono concepiti e messi in scena.
Sembra di vedere un film ancora più vintage di quanto non sembri assomigliando ad una pellicola degli anni '80, dove nel freezer vediamo i macaroni al formaggio e una tecnologia che seppur preistorica cercava di dare il suo meglio.
Il gioco "Brainscan" poi che cercava di omaggiare alcuni videogiochi di successo di quegli anni, consiste nel superare 4 livelli divisi in 4 CD, uccidendo tutti i testimoni sbarazzandosi delle prove prima dello scadere del tempo. Michael, dopo aver superato tutte le prove dei 4 CD (involontariamente, contro il volere di Trickster) infine si risveglia nella sua stanza ritornando alla realtà e si rende conto che tutte le persone uccise nel videogioco sono in realtà vive e che ha vissuto una bruttissima esperienza. Finale davvero trascurato che butta nell'immondizia quanto creato ma che rispecchia il solito happy ending americano di quegli anni.