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domenica 20 dicembre 2015

Sin Nombre

Titolo: Sin Nombre
Regia: Cary Fukunaga
Anno: 2009
Paese: Usa
Giudizio: 4/5

In cerca del sogno americano, una giovane ragazza honduregna intraprende una vera a propria Odissea attraverso l'America Latina insieme al padre e allo zio sperando di raggiungere gli Stati Uniti. Durante il viaggio incrocia la sua strada con quella di El Casper adolescente membro di una gang messicana in fuga dai suoi soci e da un passato fatto di violenza. Insieme cercheranno di sormontare di tutti i pericoli che li separano da una nuova vita...

Sin Nombre è un film crudo e toccante che tocca un tema trattato poche volte al cinema.
Su un argomento così duro e delicato, la sceneggiatura si concentra maggiormente su Caesar, facendo una breve ma intensa descrizione delle gang criminali e portandolo infine ad un esilio forzato. Proprio sulle gang, il regista oltre ad avvalersi durante la scrittura di due frequentatori di quei posti, ha proposto un discorso sull'appartenenza facendo un'analisi attendibile nei rituali, nei gesti e soprattutto nella violenza.
L'emigrazione e la criminalità come le facce di un male comune che ha diversi intrecci purtroppo in Messico e lascia cadaveri senza nome in mezzo a strade dove non troveranno mai una degna sepoltura. Attuale e soprattutto importante, Fukunaga, regista da continuare a tenere d'occhio, si è documentato molto, trascorrendo del tempo con questi "clandestini".
La parte tecnica come sempre è curatissima.
Vengono mostrati alcuni scorci molto interessanti del Messico, lo stile tecnico è impeccabile con alcune riprese notevoli e originali.
Vincitore del Premio per la miglior regia, Cary Fukunaga, e per la miglior fotografia, Adriano Goldman, nella sezione Film drammatici al Sundance Festival 2009 non è un caso, soprattutto quando si parla di cinema veritè ribadendo il concetto che il sistema criminale vince sempre.
L'unica stonatura del film rimane la storia d'amore, ma se guardiamo l'enorme portata e realisticità di concetti che emergono dal film, rimane un'opera compiuta, fatta e finita, che continua un percorso, quello di Fukunaga, atipico e alternativo.