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venerdì 18 marzo 2011

Bug

Titolo: Bug
Regia: William Friedkin
Produzione: Usa
Anno: 2006
Giudizio: 4/5

Agnes cerca di dimenticare i fantasmi del passato (il rapimento del figlio molti anni prima, le violenze dell’ex marito che sta ora uscendo dal carcere…) e finisce in un motel che ha visto giorni migliori, intrappolata in un grigio presente fatto di lavoro e solitudine, condito da qualche occasionale sniffata di cocaina.
Un giorno s’imbatte in un veterano della guerra del Golfo, lo strano Peter, un tipo paranoico con il quale imbastisce una traballante storia d’amore. Ben presto però i due scopriranno di avere l’appartamento invaso da microscopici insetti e dovranno vincere molte guerre: quella per convincere gli altri, quella contro le disgustose creature e probabilmente anche quella contro le loro stesse paranoie e schizofrenie…

Bug è un film agghiacciante. Dal primo all’ultimo minuto il regista ci delizia con un film orribilmente bello e impressionate in cui la paranoia e la disperazione fanno da capostipiti per una storia smisurata e ricca d’eccessi.
Il film di Friedkin misura le paure di due instabili protagonisti che diventano inconsapevolmente degli strumenti bomba che non aspettano altro che scoppiare, dentro di loro non esiste più un mondo ma una squallida stanza dell’hotel che diventerà l’incubatrice dei loro incubi.
Personalmente sono rimasto molto stupito dalla prova attoriale e dall’enorme suspance che tutto il film riesce a dare dal primo all’ultimo minuto anche se la prima parte riesce a dare una suspance quasi irreale all’interno di un’unica location, è un film composto principalmente da dialoghi senza scene d’azione e soprattutto senza quasi mai spostarsi dal baricentro degli eventi.
Merito di una sceneggiatura sopraffina che indaga e sonda i personaggi, di un montaggio semplicemente perfetto e di una fotografia che riesce a risaltare ogni minimo dettaglio illuminando con un grigio accecante i neutri spazi in cui si muovono in preda a deliri i due protagonisti.
Un film composto solo dalla prova d’attori, dal fascino della storia e dai dialoghi sempre più serrati, un’economia dell’immagine che mostra l’essenziale senza mai sbilanciarsi.
Tratto da un opera teatrale di Tracci Letts.
Assolutamente sconvolgente da vedere e rivedere. Contemporaneo, ossessivo e snervante così come può arrivare la realtà o un esperimento andato a male.
A tre anni di distanza dal sufficiente THE HAUNTING il regista dell’ESORCISTA e DEL BRACCIO VIOLENTO DELLA LEGGE ritorna in forma smagliante osando dove altri non riescono. Essenziale per chi ama il cinema di Friedkin e scoprire la storia di un cineasta quanto mai importante guardarsi l’intervista a Fritz Lang andata in onda su Fuori Orario.