Titolo: Pilgrimage
Regia: Brendan Muldowney
Anno: 2017
Paese: Irlanda
Giudizio: 4/5
Ambientato nell'Irlanda del 13°
secolo, il film segue un piccolo gruppo di monaci mentre
intraprendono un pericoloso pellegrinaggio per scortare la più santa
reliquia del monastero a Roma. Man mano che il loro viaggio diventa
pieno di insidie, la fede che tiene uniti gli uomini è al contempo
l'unica cosa che potrà dividerli.
Tosto, nerboruto, straziante e a tratti
poetico. Finalmente Muldowney sembra avercela fatta a superare
l'ostacolo del suo esordio Savages,
un thriller/horror con alcuni spunti interessanti ma purtroppo
sconnesso su tutto il resto, portando a casa un dramma storico fra
clan in guerra e conquistatori Normanni riesce ad essere molto
intenso e prendersi seriamente.
Qui siamo dalle parti di Black
Death pur senza avere come
manifesto il fatidico scontro tra paganesimo e cristianesimo, ma
lavorando insistentemente sulla materia spirituale come capita
nell'assunto del film che da le coordinate su cosa andrà a
succedere. Qui troviamo Innocenzo III e la reliquia di San Mattia
tenuta nascosta negli abissi.
Un'epopea, un viaggio silenzioso alla
scoperta di se stessi e dei propri demoni con il punto di vista
esclusivamente dalla parte dei confratelli più giovani e altri
decisamente più tormentati come il nostro tuttofare laico
attanagliato da momenti di trance e una scelta di non proferire
parola.
Un pellegrinaggio in cui le
"fratellanze" sono ideologicamente schierate su piani
diversi ma che trovano una via per viaggiare assieme e portare sana e
salva la reliquia a Roma.
Un film che ricorda vagamente anche i
dubbi religiosi che attanagliavano i protagonisti di Silence
in cui l'atmosfera riesce ad essere
cupa al modo giusto rendendo tutto inquietante dalla natura ai
vassalli doppiogiochisti, ai predoni locali paganeggianti e le
leggende anglosassoni.