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lunedì 5 ottobre 2015

Senza nessuna pietà

Titolo: Senza nessuna pietà
Regia: Michele Alhaique
Anno: 2014
Paese: Italia
Giudizio: 3/5

Mimmo, un manovale agli occhi di tutti rispettato ed esemplare, si occupa in realtà di riscuotere crediti con metodi poco ortodossi per conto dello zio che lo ha allevato come un figlio. Deciso a riscattarsi da una vita che non lo appaga più dopo l'incontro con la giovanissima escort Tania, Mimmo si ritroverà ad un bivio, dovendo scegliere tra lo stare con la sua famiglia e il mettervisi contro.

Un noir intenso, poco originale e con una parabola prevedibile ma incisiva.
Favino forse in uno dei ruoli più interessanti e meno importanti gonfiato a 100kg.
Alhaique è un attore molto giovane che prova un'opera prima interessante, non certo priva di difetti, ma che restituisce e rinnova la linfa di un genere italiano ormai in disuso, il noir.
E coglie anche se giocando su stereotipi funzionali e abusati nel nostro paese (mafia, criminalità, redenzione) un impianto comunque funzionale e con alcune scene davvero emotivamente molto intense. Praticamente sceglie un cast perfetto fatta accezione per Ninetto Davoli che trovo sempre fastidioso se non in qualche perla firmata dal suo mentore Pasolini.
Giocano a favore invece un sottovalutato Gioè che qui può osare di più e forse non aspettava altro, e un Giannini in perfetta forma.
I limiti del film come prima dicevo potrebbero essere legati alla programmazione per tappe troppo prevedibile, al sacrificio finale, alla storia d'amore, alla redenzione del protagonista.
In fondo per essere un film di genere non aggiunge molto anzi forse nulla.
Però dal punto di vista degli intenti che ci sono dietro, nel lavoro degli attori e nel sentimento, ne emerge un'opera che sicuramente va lodata e presa in considerazione come un prodotto di prima fattura fatto e finito nei suoi limiti.
Con una cupa fotografia digitale, e un'attenzione agli squarci della periferia romana in costruzione, la quasi totale assenza di una colonna sonora, il film mostra anche, particolarità che sembra sempre più post-moderna, il ruolo delle "escort" che in Italia fanno sempre più parlare e dei loro corpi-merce.