Visualizzazione post con etichetta Bottega dei suicidi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Bottega dei suicidi. Mostra tutti i post

giovedì 13 giugno 2013

Bottega dei suicidi

Titolo: Bottega dei suicidi
Regia: Patrice Leconte 
Anno: 2012 
Paese: Francia/Canada/Belgio 
Giudizio: 2/5 

Una città grigia dove il sole non splende più, dove la gente è triste e rassegnata, dove non si sa se è mattina o sera, se è oggi o domani. Cosa fare allora se non suicidarsi? E se la tua vita è stata un fallimento puoi sempre fare della tua morte un successo. Basta affidarsi a professionisti, come la famiglia Tuvache ed entrare nella piccola bottega oscura! Tutto scorre nel migliore dei modi fino a quando Alan, il nuovo nato, non distrugge l’equilibrio famigliare con la sua “ingiustificata” gioia di vivere. 

L'animazione diventa sempre di più un'altalena su cui far convergere diversi generi cinematografici. Che si tratti come in questo caso di una commedia grottesca o altro, il genere in questione riesce a fare da spartiacque mostrando un certo tipo di violenza, sintetizzandola, senza mai lasciare spazio al trash o a derive gore. Di Leconte avevo apprezzato molto LA RAGAZZA SUL PONTE e L'UOMO DEL TRENO. Diciamo che il film parte molto bene mostrando la decadenza di una società che non può nemmeno morire in pace senza essere multata. Le morti appaiono fin da subito con una certa efferatezza senza dunque lesinare sul messaggio e il significato delle immagini. Dall'altro gli effetti della crisi, fanno sì che chiunque improvvisi quanto di meglio si può volere dal mercato e in questo caso la bottega dei suicidi appare la scelta giusta. La black comedy potrebbe crescere ancora di più con la comparsa del diverso Alan, figlio contento e felice che appare come “diverso”. Eppure più la macchina cinematografica delinea le azioni e le motivazioni della famiglia Tuvache, più sembra di assistere ad una sorta di collage fatto con pezzi di famiglia Addams,Burton e Chomet. Quello che non funziona dal secondo atto in avanti del film è la filosofia e gli intenti che smorzano quanto di buono era stato fatto prima. Se il messaggio vuole essere positivo in una società post-moderna dilaniata da se stessa, allora la sviolinata e il cambiamento drastico delle caratterizzazioni dei personaggi non sembrano essere in linea con la favola nera diventando un altro di quei tanti film che tra canzoni melodrammatiche e soluzioni cercano inutilmente di tappare i mostruosi buchi di sceneggiatura.