Visualizzazione post con etichetta Cottage. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Cottage. Mostra tutti i post

domenica 1 aprile 2012

Cottage


Titolo: Cottage
Regia: Paul Andrew Williams
Anno: 2008
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5

Una coppia di fratelli decide di rapire la figlia di un pericoloso gangster ed incassare così una grossa somma di denaro come riscatto. Scelto come base operativa uno scalcinato cottage in uno sperduto villaggio, i due daranno subito prova di essere dei totali incapaci, mettendosi in guai seri non solo con il padre della rapita, ma anche con un loro bizzarro vicino di casa...

Gli ingredienti di questo divertentissimo horror grottesco con evidenti venture trash e con un impianto umoristico invidiabile sono molto probabilmente le costanti contaminazioni di cui è composto e i cambi drastici di cui è spezzettato.
Williams si affida molto al cast soprattutto nei primi due atti e infatti le slapstick tra i due protagonisti sono davvero esilaranti quanto nere. Doug Bradley e Andy Serkins ci credono e danno il meglio di loro riuscendo a rendere interessanti anche quei brevissimi momenti morti in cui il ritmo dovuto alla messa in scena, soffre leggermente.
Williams è quella conferma della bravura del coraggio e della potenza inglese come capita anche in Francia anche se questi ultimi ci vanno giù molto più secco sulla crudeltà e la parte sanguinolenta e psicologica. Paesi che rompono il culo come fosse un grissino se proviamo a confrontare le puttanate di Dario Argento e altri nostrani al cospetto di chi ama il cinema e soprattutto ama sperimentare coniugando tutte le recenti scoperte e unendole come ibridi spietati che gridano la loro riuscendo quasi sempre ad avere un enorme successo tra gli appassionati.
Basta vedere i recenti nomi che hanno saputo dare enfasi e contaminare il genere come ad esempio Marshall,Wright,West, solo per fare alcuni esempi.
Con The Cottage ridi di brutto, assisti a scene splatter a iosa con tanto di amputazioni e squartamenti e parecchia azione ben inquadrata. Ancora una black-comedy come sanno fare solo gli inglesi che non risparmia una critica feroce contro presunti patetici criminali giocati dagli stessi ostaggi e via dicendo.
E’forse solo il mostro finale che crea una sorta di spaccatura con i due atti precedenti rivelando fino in fondo l’enorme parodia di fondo a cui lo humor inglese crede e investe e riuscendo sempre a divertire lasciando quella nota dolente che spero Williams visto il gioiellino che ha sfornato, continuerà a dirigere.