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domenica 30 aprile 2017

Free World

Titolo: Free World
Regia: Jason Lew
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio:

Dopo essere stato rilasciato da un brutale trattenimento in carcere per crimini che non ha commesso, Mo lotta per riadattarsi al mondo esterno. Ben presto, la sua strada incrocia quella di Doris, una misteriosa donna dal violento passato per cui Mo decide di rischiare la sua ritrovata libertà.

Boyd Holbrook. Avete presente l'ultimo cattivo del film di Logan? Ecco l'attore in questo film è una bestia a cui fare attenzione, un misto tra Matthias Schoenaerts e Tom Hardy.
Un animale, il ciclope, come viene definito nel film, che preferisce stare da solo come un animale lontano dagli altri, sdraiato a terra camminando e muovendosi come in una lotta mortale.
Un soldato vichingo che non si fida di nessuno in grado di far paura alla comunità ariana e a quella di colore. L'unico ad essere tenuto in isolamento in carcere per paura che massacri tutti i detenuti.
Ecco uno del genere che torna per redimersi in una città che lo conosce per la fama e ne ha paura non è il massimo, soprattutto quando a mettergli i bastoni tra le ruote ci sono anche le forze dell'ordine e agenti privati che ti danno la caccia per il tuo passato. A fargli venire ancora più ansia ci pensa Elizabeth Moss, vera star dell'indie americano già vista in numerose pellicole inusuali e interessanti, qui di nuovo alle prese con un personaggio border che ha bisogno e ricerca per tutto il film qualcuno che possa darle stabilità e regole.
Questo duo alla Bonnie and Clyde che presto conoscerà anche l'affetto, è la riprova su come alcuni piccoli indie come questo unendo tante piccole forze con alcuni spunti intelligenti e un duo che funziona alla perfezione riesce più di tanti suoi simili.
In questo film la gabbia ha poi un'importanza incredibile. La gabbia dove Mo è sempre stato in isolamento nel carcere. La gabbia dove si trovano i cani. La gabbia dove Doris ha cercato di fuggire dai suoi aguzzini e così via...chi è l'animale in fondo e chi merita di stare davvero in una gabbia?
Alcune scene sono davvero toccanti come l'incontro tra i due proprio davanti alla gabbia del canile dove Mo cerca di dare uno scopo alla sua vita e nell'allucinante viaggio verso una libertà che Mo sa benissimo essere la cosa più importante e distante da lui.
In tutto questo ha fatto una scelta. Affidarsi al Corano...eppure il film ci pensa bene e riflette in modo astuto senza mischiare elementi di taglio estremista e legato al terrorismo, ma scegliendo solo la strada della preghiera, della pulizia e del saluto al profeta. Intenso e delicato.