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martedì 15 settembre 2020

Peninsula


Titolo: Peninsula
Regia: Sang-ho Yeon
Anno: 2020
Paese: Corea del Sud
Giudizio: 3/5

Dong-WonGang è un ex soldato che riesce a fuggire dalla penisola coreana, luogo ormai infestato da zombi e trasformata in un ghetto da altre nazioni che cercano di fermare la diffusione del virus. Rimandato con un equipaggio in missione per recuperare qualcosa, l'uomo entra nel porto di Incheon per raggiungere Seoul ma viene attaccato. Qui scoprirà che sulla penisola sono presenti ancora molti sopravvissuti non ancora infettati.

Senza riuscire ad eguagliare i fasti del suo predecessore, Peninsula è l'esatto opposto scegliendo l'esterno e gli spazi aperti a differenza della location isolata, il treno, del primo capitolo.
Sembra esserci tanta carne al fuoco ma in realtà non è così. Il film è girato in maniera come sempre stratosferica dai coreani che dimostrano una tecnica e una perizia nei particolari e nella fotografia come nella messa in scena assolutamente perfetta. La storia è un banale pretesto per mandare un manipolo di anti eroi in mezzo alla pandemia e in un'isola ormai abbandonata dal resto del mondo come dicono alcuni americani intervistati, consapevoli che il virus ha toccato solo quella parte dell'Oriente. Tante sparatorie, inseguimenti, sub culture che cercano di sopravvivere creando comunità dedite al dominio e a trovare schiavi da far massacrare dagli zombie in giochi malsani e perversi. Dong troverà come Jena Plissken (la trama da b movie è quella) aiutanti e traditori, corrotti e bambine prodigio, gregari e vittime sacrificali. Peninsula non ha nulla di quella critica di Train to Busan
 e quando prova a ricercarla è tiepida diventando una corsa contro il tempo dove si cerca di catturare insieme più zombie possibili con una c.g a volte esagerata come nelle scene in macchina dove Min-jeong sembra conoscere a memoria tutte le strade e le scorciatoie possibili.
Un film godibile per gli appassionati e per coloro che cercano come sempre un prodotto superiore alla media per tecnica e messa in scena ma che rimarrà sotto le righe per quanto concerne la storia e l'idea alla base che faceva presagire a qualcosa di più complesso e ambizioso.