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sabato 16 novembre 2019

De Noorderlingen


Titolo: De Noorderlingen
Regia: Alex van Warmerdam
Anno: 1992
Paese: Olanda
Giudizio: 4/5

In una cittadina olandese degli anni '60, che sembra un villaggio western, brulicano personaggi inquietanti: dal postino che legge la corrispondenza di tutti all'autorità pubblica che gira armata con un fucile da caccia, fino al macellaio erotomane. L'insieme viene osservato attraverso lo sguardo del figlio adolescente di quest'ultimo, un adolescente che si identifica con Lumumba, figura di primo piano della rivolta indipendentista del Congo Belga.

Alcuni registi o sarebbe meglio definirli autori a tutto tondo con il loro insolito modo di porsi di fronte al cinema e alla narrazione rimangono schegge impazzite che per fortuna abbiamo la possibilità di visionare e comprendere in tutti quelli che sembrano essere strane raffigurazioni e analisi spietate dei rapporti umani e di vicinato.
De Noorderlingen è una commedia surreale, poco convenzionale, grottesca, spiazzante, stramba, cinica e bizzarra. Uno scenario che sembra da far west in un lembo di deserto su una scenografia assoluta dove poche case e pochi elementi costituiscono le traiettorie dove i personaggi e le vicende si mescolano. Il film è caratterizzato da una messa in scena minimale, esteticamente molto forte, ridotta all'osso per avere più vicinanza possibile tra i personaggi e farli implodere ed esplodere secondo un contesto ai limiti del lecito, dell'irreale, in cui i protagonisti della vicenda, in uno schema corale che esamina tanti personaggi, rappresentano/rappresenta la middle class olandese, sordida e meschina, con i suoi piccoli e grandi scheletri nell'armadio.
A parte il giovane e innocente che rincorre i propri amori, una donna più grande che lo inizia al sesso e che deve rimanere nascosta in un bosco, altro elemento come a segnare un confine, una violazione di territorio, una rivelazione tragica, una landa desolata dove tutto può succedere e tutto riesce ad essere opportunamente nascosto mentre invece i pochi palazzi della città rappresentano per la regola degli opposti per tutto quanto il resto.
Questo sganciarsi dalle regole prestabilite, in un cinema anarchico che diventa quasi una fiaba nera composta con uno schema corale dove ogni personaggio è marcio, assatanato, folle criminale, diverso e temuto e quindi ricercato dalla comunità razzista che non lo accetta.
Una scelta attenta dei protagonisti che svolgono ruoli pazzeschi, fondamentalmente marci e privi di una morale inseguendo i propri scopi e bisogni primari spesso senza vergogna e senza paura di venir tacciati dalla comunità sempre più slegata. Donne malate che diventano sante, statue di S.Francesco che prendono vita indicando il martirio ai propri fedeli, macellai maniaci sessuali che violentano le proprie commesse dentro il negozio, spioni, postini che vanno controcorrente, impiccioni e tanto altro ancora.
L'Olanda come l'Austria non hanno paura di affrontare i propri spauracchi dotati di personaggi che come nella vita reale possono essere spietati, sordidi e infingardi.
Un film autoriale, non semplice, poco avvezzo ai soliti schemi narrativi, spiazzante quanto portatore di verità, elucubrazioni, riflessioni sulla società, sulle regole, un'analisi sociologica e psicologica, con una esamina del contesto sociale che merita davvero analisi approfondite per venir riconosciuto come un patrimonio per quanto concerne un paese che cinematograficamente è povero e poco avvezzo al cinema controcorrente come le opere ambiziose di Warmerdamhanno finora hanno sempre dimostrato.