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venerdì 15 novembre 2019

Stranger Things-Seconda stagione


Titolo: Stranger Things-Seconda stagione
Regia: Duffer brothers
Anno: 2017
Paese: Usa
Stagione: 2
Episodi: 9
Giudizio: 3/5

La seconda stagione si apre con un piccolo excursus su tutti i personaggi, dandoci una panoramica della situazione in cui versa ognuno di loro. Mike è alle prese con la dipartita di Undici, mentre Will si troverà nuovamente a dover far i conti con il sottosopra. Dustin e Lucas saranno invece occupati in un simpatico triangolo amoroso con l’arrivo di Maxime, uno dei tanti nuovi personaggi della seconda stagione.
Undici dal canto suo si troverà nuovamente segregata, una prigionia però del tutto diversa. Lo sceriffo Hopper rivestirà, almeno nella prima parte di questo secondo capitolo, il ruolo di padre ipe-rprotettivo e tal volta anche un po’ svitato. Si rinnova il dualismo Steve/Jonathan che vedrà Nancy dividersi tra i due, come visto nella scorsa stagione.
Il nuovo spaventoso nemico farà quindi convogliare l’attenzione di tutti nuovamente sul Hawkins National Laboratory. Una minaccia decisamente più pericolosa e evidente del Demogorgone che metterà a dura prova tutti i protagonisti.

Il mio rapporto con la saga diretta dai Duffer Brothers è doverosamente complessa. La prima stagione mi aveva colpito negativamente senza lasciarmi quelle scariche energetiche di nostalgia ed effetto nostalgico che forse la saga voleva provare a mettere in scena. Troppo senso di dèjà vu su come raccontare gli anni '80 assorbendoli sotto una pluralità di elementi a partire dalle musiche, location e scenari, nuclei famigliari, troppa malinconia per non citare in continuazione film e accessori, tutto in un turbinio di fattori sicuramente colorati e messi in scena alla massima potenza ma che dal punto di vista della storia, della sua complessità e originalità mi lasciavano abbastanza dubbioso.
Ora quella che a detta di tutti è la stagione peggiore delle tre trovo che sia molto ben congegnata, apportando una maturità nel saper descrivere un microcosmo e narrare con più complessità intrecci tra personalità e situazioni marginali comunque fondamentali per quanto concerne il dover sempre rimanere con diverse sotto trame in gioco senza avere mai grossi cali di ritmo.
Personaggi nuovi, un'atmosfera ancora più malsana per quanto la sci-fi appaia meno d'effetto, più calibrata e "realistica" cercando di raffazzonare alcune esigenze di ritmo e di azione della prima stagione.
Genitori adulti e adulti genitori che sembrano rincorrersi, crisi adolescenziali, le prime pulsioni sessuali, l'inibizione, l'arrivo di una nuova creatura dal sottosopra, i laboratori degli scienziati sempre più disgustosi e portatori di segreti ed esperimenti assurdi, Max e Billy.
La mitologia creata dalla coppia di registi è diventata in brevissimo tempo uno degli eventi mediatici più importanti del cinema, perchè ST è cinema, delle serie tv, dell'hype a tutti i costi, della corsa contro il tempo aspettando gongolanti di fronte allo schermo l'arrivo di una nuova pillola rossa. Le visioni di Will, quei tentacoli che rimandano all'orrore cosmico, il percorso di crescita, un complesso rapporto "padre" figlia, i poteri psichici che rimangono ancorati e che si prendono il loro tempo per assaltare lo script e condensare l'azione sviluppandola in modo feroce solo negli ultimi episodi. Il merito più grande di questa appassionate saga sono proprio i personaggi.
Caratterizzare in maniera così esemplare un nutrito gruppo di attori di diverse generazioni e target d'età è un compito difficilissimo al giorno d'oggi quando si insegue la c.g e il lavorare solo sull'azione. Saper scrivere e individuare i punti di forza e far crescere non solo fisicamente ma d'intensità i personaggi è quel merito, quella forza che decreta la maturità in campo di scrittura, sapendo commisurare al meglio attrattiva ed espedienti commerciali. Una perizia nel curare minuziosamente ogni singolo dettaglio e dialogo, senza buttare mai nulla, lasciando sulla linea dei buoni sentimenti e capovolgendo la situazione infilando mostri, creature, incubi, conflitti e poi così tanto cinema e rimandi da Reitman, Spielberg, Dante, Carpenter, King, la fantascienza anni '50 e '60 e una vastissima e ampia e colorata nonchè multiforme commistione di retaggi culturali.