Titolo: Preacher-Season 1
Regia: Seth Rogen, Evan Goldberg
Anno: 2016
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 10
Giudizio: 3/5
Jesse Custer, come ricordiamo dalla
nostra analisi del pilot, è tornato nella sua cittadina nativa,
Annville, in Texas, per portare avanti la missione iniziata da suo
padre prima di morire: guidare la piccola chiesa e portare sulla
strada della salvezza la comunità distratta ed avvolta nella sabbia
texana. La sua vita priva di stimoli viene completamente capovolta
con l’arrivo di Genesis, un’entità nata dall’unione
clandestina fra un Angelo e un Demone che prende possesso del suo
corpo trasformandolo in un essere umano dai poteri apparentemente
illimitati.
Preacher è un fumetto o meglio una
saga che ho scoperto piuttosto tardi.
Conoscevo da tempo Garth Ennis per il
semplice fatto che non conoscerlo significa, di questi tempi, avere
una grossa lacuna. Dunque sono rimasto come molti stupito quando ho
letto a chi è venuta la brillante idea di creare così dal nulla una
serie su questo, a detta di molti, intoccabile fumetto.
Sicuramente l'obbiettivo non è stato
facile e Seth Rogen e Evan Goldberg (inutile stare a presentarli) in
quanto prima di tutto nerd e pieni di soldi e potere, hanno deciso
che si poteva fare.
Anche se vengono spesso incasellati in
un genere a volte spocchioso, ironico e sboccato (sul blog troverete
quasi tutti i film del duo e dei loro amici), il lavoro svolto per
Preacher bisogna proprio dire che è stato sceneggiato molto bene.
La serie ingrana subito la marcia,
mostra tutti i personaggi principali, svolge un egregio lavoro di
casting (ho ancora qualche riserva su Dominic Cooper ma spero che
alzi la cresta) e riesce in un compito difficile e per nulla
approssimativo.
La trama e lo spirito della serie
scorre quasi immutato anche se nella parte di mezzo sembra non
proseguire come dovrebbe, con alcuni momenti morti e alcune scene
ridondanti ad esempio quelle dei due angeli alla caccia di Genesis.
Però uno degli elementi che più ho
gradito è stato quello di non puntare su un'esagerazione piena di
edulcorazioni come forse ci si poteva aspettare, rimanendo bilanciati
sulle atmosfere da western decadente che trovano nel Texas una
location sempre sorprendente.
Per quanto riguarda i dialoghi invece
rimangono doverosamente sboccati e la violenza non diminuisce e non
si trattiene diventando più volte congeniale ed esplosiva.
Un misurato mix di generi, citazioni,
aderenza della storia, gag riuscite e personaggi caratterizzati a
dovere (speriamo nella ripresa di Jesse).
Spero e mi auguro comunque che la serie
sappia osare ancora di più, che riesca ad essere più cinica e
blasfema come Ennis ha sempre fatto e questo significherebbe dare
quella stellina in più ad una buona partenza che se insiste un po di
più può diventare davvero ottima.