Ladybug è un agente di una misteriosa organizzazione, che gli affida incarichi oltre i confini della legalità. Non si considera un assassino: è solo colpa della sfortuna se la gente finisce per morire durante le sue imprese. Questa volta avrebbe un incarico facile facile: rubare una valigetta sullo Shinkansen, il "treno-proiettile" ad altissima velocità che collega Tokyo e Kyoto. Peccato che la valigetta sia sotto la custodia di una coppia di ciarlieri ma pure letali sicari: Lemon & Tangerine, ossia limone e mandarancio. I due hanno con loro anche il figlio della Morte Bianca, un boss criminale di origine russa che ha preso il controllo di una fazione della yakuza. Ma non è tutto: sul treno viaggia The Prince, una ragazzina solo apparentemente indifesa e con un piano machiavellico, che ricatta il giapponese Kimura perché lavori con lei. Inoltre sono della partita altri due assassini: Hornet, micidiale con i veleni, e Wolf, sicario messicano in cerca di vendetta.
Bullet Train è il classico esempio di action movie rocambolesco con una galleria impressionante di attori, luoghi comuni, stereotipi, ma tutto fagocitato e messo in scena con una importante caratteristica: l'ironia. Il film da questo punto di vista riesce a divertire e mai ad annoiare grazie appunto alla recitazione, al ritmo e il montaggio frenetico e alla regia di Leitch ormai esperto del genere.
E poi a ben vedere c'è anche un mistero da risolvere, un killer che agisce indisturbato, vendette a danni di innocenti, liquidi letali, serpenti velenosi, un boss russo, rivalse familiari, regolamenti di conti.
Tutto questo confluisce nel dare energia e colore ad un film dove comunque il valore aggiunto rimane Brad Pitt e la sua indiscutibile classe e un Aaron Taylor-Johnson che dimostra ancora una volta di essere uno degli attori più interessanti della sua generazione ma usato con il contagocce.